Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Il Daziere

Post n°590 pubblicato il 05 Aprile 2025 da je_est_un_autre

Un tempo, quando da bambini io e mio cugino Enrico passavamo spesso le serate dalla nonna Rina, avevamo l'abitudine di giocare a palla in corridoio - ma non usavamo mica un pallone, no: usavamo una calza da donna tutta appallottolata e cucita alla meglio, e facevamo un gran casino in quel corridoio, suscitando la rabbia dei nonni che dicevano "Mo basta fer d'la tubana, ca fè arabìr al Dasìr!", ovvero: "Basta fare della confusione, che fate arrabbiare il Daziere!" perchè all'epoca i nonni avevano l'appartamento proprio sopra a quello del daziere, un signore che doveva essere stato daziere un tempo - e dovevate vedere con quale rispetto e timore il nonno pronunciava la parola "Dasiere" con la Zeta che diventava una esse rotondissima alla maniera dei modenesi.

Mi è tornata in mente in questi giorni, 'sta cosa.

Non avremo mica fatto arrabbiare il Daziere?

 

 
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Convocazione

Post n°589 pubblicato il 26 Marzo 2025 da je_est_un_autre

Io non faccio mai sogni con protagonisti personaggi del mondo politico, figuriamoci quello internazionale.
Stanotte invece sì.
Ero stato convocato a Bruxelles, alla Commissione Europea, da Ursula Von Der Leyen in persona, insieme a tutta una serie di personaggi che adesso non mi ricordo più.
C'era una gran confusione, lì a Bruxelles nei palazzi della Commissione europea, ma Ursula Von Der Leyen e la sua chioma non si scomponevano mai.
Il nostro corteo si muoveva veloce di qua e di là nei corridoi, con lei in testa, arrembante e decisa, che sembrava il Prof. Guido Tersilli convenzionato con la mutua, e noi dietro tutti affannati.
Mi piacerebbe sapervi dire che decisioni abbiamo prese, ma mi son svegliato proprio lì, anche un po' sudato.

 

 
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Distrazioni

Post n°588 pubblicato il 04 Marzo 2025 da je_est_un_autre

Sono abituato, da teatrante, all'attenzione divisa. Che cos'è? Ve lo spiego. Semplicemente tu stai recitando, parli o aspetti di parlare, e intanto pensi (anche) ad altro. Nella sua versione sana, positiva, l'attenzione divisa ti permette di essere da un lato concentrato sul tuo lavoro d'attore, dall'altro ti mantiene pronto a un cambio luci, a uno spostamento sul palcoscenico, ad anticipare con la mente qualcosa che dovrà essere fatto coi tempi e l'energia giusta. Nel suo aspetto più dannoso, tu stai dicendo una battuta e una parte del tuo cervello pensa alla pizza. O a una faccia che hai visto tra il pubblico. "Ma chi è, pure? Mi sembra di conoscerlo". Credo che l'attenzione divisa non sia solo una cosa degli attori. Succede anche nella vita. Nella vita, appunto, io ho la distrazione facile. Mi parlano, e a volte, non sempre ci mancherebbe ma so che succede, penso ad altro. E non c'entra l'interesse che è in grado di suscitare il mio interlocutore (o magari a volte sì, ma non è di questo che stavo parlando): è proprio la mia testa che se ne va altrove. Di colpo poi mi "risveglio", riaccendo il mio audio e cerco in fretta di ricostruire tutto quello che c'è stato prima, per organizzare almeno una risposta decente e non sentirmi dire qualcosa come "Che cacchio stai dicendo? Ma mi hai ascoltato?". Questa tendenza alla distrazione mi causa molta frustrazione e sensi di colpa. Insomma se a volte sembro pensare ad altro mentre mi parlate, ecco, può anche essere vero. Ma non è colpa vostra. E vi garantisco che farò di tutto per rimediare.

 

 
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Ero qui che li aspettavo

Post n°587 pubblicato il 29 Gennaio 2025 da je_est_un_autre

Ma io mi chiedo: dopo quarant'anni, che cosa abbiamo ancora da dirci? E invece eccola lì, la chat di classe. Che già le chat sono quasi sempre inutili, questa è pure dannosa.
Perchè io lo sapevo, che all'alba del quarantennale avrebbero cominciato a parlare della famigerata pensione. Famigerata per me che non ci andrò mai, sospirata per loro che non vedono (giustamente) l'ora di andarci. Ma io a leggere tutti quei commenti mi deprimo: "ci vado nel 2027!", oppure "in uno studio mi hanno detto 2030, in un altro 2031!"; e io che già nella chat sono uno dei più silenti (secondo solo a quelli che hanno fatto proprio perdere le tracce) insieme al caro Villiam con la V, che a vedere gli asciuttissimi commenti che raramente mette, mi par di sentirlo dire con quell'accento ruvido da campagnolo: "ma bona lé, du maròn"; dicevo, io che sono il più orso, faccio finta di non aver letto e me ne sto zitto.
Del resto non è che avrei molto da dire, e preferisco nascondermi piuttosto che scribacchiare qualcosina e suscitare anche solo il sospetto di un compatimento.
In qualche modo la sfangherò. Ho detto sempre così, e ce l'ho sempre fatta.
E se così non sarà, un attimo prima di piegare i tovaglioli dirò: ho vissuto, ho provato.

 
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Io che amo solo te

Post n°586 pubblicato il 23 Novembre 2024 da je_est_un_autre

Ho visto uno spettacolo strepitoso.
Mi ci hanno costretto, a vederlo, e mai costrizione fu così tanto benedetta.
La spiego. Lavorando con gli allievi nei corsi del teatro, mi è successo coi miei regaz di (dover) andare a vedere questa cosa.
Si chiama "Io che amo solo te" e mi costringe a fare un outing, e allora eccolo qui: non sono abituato a vedere due uomini che si baciano. Oh, là. Tant'è che, mentre in scena succedeva questo scambio di effusioni, io stavo un po' scomodo, sulla mia sedia, lo ammetto, spostavo il peso di qui e di là, mi grattavo una guancia, queste robe, sapete.
Poi però, succede una cosa. Succede che lo spettacolo ti prende talmente tanto (la storia di due ragazzi che si innamorano) che non è più l'amore omosessuale la cosa che conta. Ai baci non fai neanche più caso, e sì che se ne danno parecchi. Perchè conta la storia d'amore e basta.
Non è mica poco, sapete?
Poi, da operatore per diversi gruppi di allievi che fanno teatro, mi sono fatto una domanda: ma come cazzo fanno ad essere così tremendamente bravi e veri, questi due ragazzi così giovani?
Così, non so, autentici, ecco.
Ok, il talento, ma accidenti.
Nel mio piccolo, so che cosa vuol dire andare in scena per 40-50 sere. Loro sono più o meno a quel numero di repliche, e la freschezza, la verità e l'autenticità della loro recitazione era stupefacente.
Quindi mi hanno anche costretto a farmi delle domande sul mio lavoro, e per quanto mi riguarda non chiedo di meglio.
Posso solo ringraziarli. Voilà.
p.s.: un plauso alla colonna sonora. Specie per i Pixies. Chapeau.
p.p.s.: loro si chiamano bluestocking e vorrei mettere il link ma in questo momento non ci riesco.

https://bluestocking.it

 

 
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