Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Agosto 2018

 

Ho capitolato

Post n°340 pubblicato il 26 Agosto 2018 da je_est_un_autre

Ieri ho fatto il funerale al mio Nokia 1100. E' stata una cerimonia semplice, toccante, davanti a pochi intimi. A rendere il tutto ancora più straziante subito dopo si è messo a piovere.
A pensarci bene, deve essere stato straziante anche per la commessa del Comet servire uno come me. Per tre volte sono entrato e uscito dal negozio e per tre volte l'ho interpellata, ripensandoci subito dopo. Alla fine eravamo tutti esausti, soprattutto la commessa. Credo che il Signor Comet le debba una promozione.


Adesso il mio smartphone con le sue finiture gold è lì sopra, grande e minaccioso.
Per ora lo temo e basta, e a scrivere sono men che mediocre.
Ma dicono che si impara. Vediamo.

 
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Fermarsi. Ripartire.

Post n°339 pubblicato il 19 Agosto 2018 da je_est_un_autre

Passano tutte le voglie. Tutto sembra inadeguato, quando succedono queste cose.
Le parole, prima di tutto. Eppure ne siamo investiti, sommersi, e perdono di senso.
Ci sarebbe solo da pensare in silenzio, e invece non siamo nemmeno più in grado di fermarci in quel raccoglimento di cui erano capaci anche i cuori più semplici. Una volta.
Questo Paese che urlacchia come se fosse in discoteca anche quando si trova ai funerali, ecco, io lo sento sempre meno mio. (A proposito di questo, gli applausi ai funerali non risuonano mica solo nelle grandi occasioni e nei tiggì, lo sapevate? L'altro giorno ero ad un funerale di una persona che conoscevo, una donna anziana, un'amica di famiglia diciamo: brava persona, onesta, piuttosto nota in paese perchè esercente di un  negozio assai frequentato, ma insomma mica una biografia memorabile, quella che abbiamo tutti più o meno; beh, quando la bara è uscita dalla chiesa è scoppiato l'applauso. Solo io l'ho sentito così incongruo, imbarazzante, fuori posto? Pare di sì).
Io forse anche per questo me ne sto un po' in disparte, in questa estate ferma che finirà come se non fosse nemmeno iniziata, segnata da quelle cose atroci successe tra l'altro in due città che amo così tanto, una perchè è la mia, l'altra perchè l'ho vissuta per anni, così bella e faticosa e difficile, e adesso chissà, forse impossibile.
Mi sento immobile. Forse ho bisogno di un po' di vacanza vera. Cambiare orizzonti.

In più, Arturo è sempre più fragilino. Siamo alla terza anestesia per vuotarlo e vi risparmio i dettagli. Anche lui vuole stare in disparte, e c'è da capirlo. Adesso ha cominciato a nascondersi sempre in una specie di tana, tra la rete del giardino e dietro certi vasi, non si riesce quasi a raggiungere con le mani per una carezza. Sono un po' preoccupato perchè mangia poco e niente, anche se ha la bontà di regalarmi un po' di fusa quando esce di lì e lo prendo in braccio.

Con Casa del popolo in quanto a memoria non sono neanche al primo piano, forse ho giusto posato il pavimento, diciamo così. Dai, Salame.
Si continua.

 
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Imparare

Post n°338 pubblicato il 06 Agosto 2018 da je_est_un_autre

Imparare un testo a memoria è, sostanzialmente, una gran palla. Io di solito faccio così: metto su a volume bassissimo un CD di musica d'ambiente (sempre quello, "On land" di Brian Eno) e cammino avanti e indietro nella sala di casa mia, testo alla mano. Dopo un po' di chilometri qualcosina ho imparato.
Certo sarebbe più suggestivo farsi una camminata in una valle del Trentino, ma tra il gorgogliare dei torrenti e quei bei sentierucci e quelle mucche al pascolo (son belle, le mucche lente e imponenti del Trentino, ferme nei prati a guardarti) so che mi distrarrei di continuo. Invece il panorama piuttosto ripetitivo della mia sala (direttrice tavolo-libreria e ritorno) col sottofondo di una musica statica se mai ce n'è una non è che faccia volare la fantasia chissà dove.
Diverso sarebbe se lo spettacolo fosse da montare ex-novo, con le prove in sala e tutto. E invece no, si sa che questo è un lavoro in cui spesso si fanno delle sostituzioni (che a volte son benedette, sia chiaro) e questa è appunto una sostituzione e quindi lo spettacolo esiste già: a quel punto non è che puoi impegnare i tuoi colleghi per un mese, insomma prove se ne fanno due e via che si va in scena. Un po' come essere buttati a mare, o nuoti o vai giù. Sarà il caso di nuotare. Ovvero, adesso, di cominciare a studiare.
C'è di buono che questo personaggio mi piace, si chiama Salame ed è un gran compagno, del resto lo spettacolo si chiama Casa del popolo e quindi è già chiaro dove si va a parare.

E quindi adesso vai, Salame, fortificato da anni di lotta proletaria che cosa vuoi che sia farti cinque o sei chilometri di camminata con "On land" di Brian Eno sotto?

 
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