Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Febbraio 2022

 

Guerra

Post n°498 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da je_est_un_autre

Lo dico spesso, sono una persona semplice. E nella mia semplicità pensavo che la cosa più demenziale, più impensabile, dopo due anni a dir poco difficili, sarebbe stato qualcosa come ritrovarsi in mezzo a una guerra dagli sviluppi potenzialmente devastanti.
Invece di questo è capace l'uomo: di superare un incubo non cancellandolo, ma inventandosi un incubo ancora più grande.
Si sente spesso dire, un po' per gioco un po' no: meritiamo l'estinzione. Ebbene eccola, l'estinzione, potrebbe essere qui che arriva.
Io invece credo che in molti avremmo meritato di meglio.
Cerco di controllare la paura.

 
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Sei gradi di memoria

Post n°497 pubblicato il 20 Febbraio 2022 da je_est_un_autre

Cercando di compilare una lista di brani, una scaletta da inviare al programma "Sei gradi" di radio3 (una faticaccia) mi è tornato in mente un pezzo che vorrei mettere, ovvero "Dagli Appennini alle bande" di Gianfranco Manfredi, perchè curiosamente è una delle poche canzoni italiane di cui ricordo il testo quasi a memoria. E' un brano che - allora non lo sapevo ovviamente, avevo dieci anni - parlava di quei tempi tumultuosi e militanti con ironia e ferocia (era il '77, quando se no?).
Io, in quella coda di tempo in cui giocavo con le parole come si fa con le cose, che è una roba che si fa da bambini, mi srotolavo addosso quel testo per molte parti incomprensibile (cosa poteva mai significare per me a quel tempo "e lo trovano ogni tanto che si buca", o "ora pare che il suo nome sia fricchettone criminal-provocatore"?) eppure me lo godevo come un matto, ed anzi mi sovviene che avendo già all'epoca una spiccata passione per fare lo scemo, mimavo tutte le parti del testo con, mi par di ricordare, un certo sollazzo di mia sorella (o era compatimento? mah) che, più grande di me, mi aveva in qualche mondo introdotto ad un certo mondo di ascolti non proprio scontatissimi (attitudine che ho fatta mia con gli interessi).
Comunque sia, riandando ad ascoltare il brano su youtube l'ho trovato invecchiato sì, ma tutto sommato piuttosto bene. Naturalmente, nei commenti sotto, uno degli aggettivi più usati è "sottovalutato". Del resto su youtube "underrated" è parola abusatissima. Però un po' stavolta è vero, dai.
Vabbè, scusate, adesso vado. Questa era solo una pausa. Mi mancano cinque gradi su sei, sarà durissima.

 
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C'è da agghiacciarsi

Post n°496 pubblicato il 13 Febbraio 2022 da je_est_un_autre

Una mia allieva del corso di Teatro e Dialetto ha bonariamente e con le migliori intenzioni "rubato" una serie di piccoli video durante le prove di ieri. Era un pezzo che non mi riguardavo e riascoltavo (scoglio invero piuttosto impervio quello di rivedersi, anche per me) e il risultato è agghiacciante.
Devo segnarmi un po' di cose.
Intanto, non sempre si capisce bene cosa dico (ora, qui è giusto dettagliare: io insegno teatro ma non sono un insegnante "puro", non ne avrei le competenze; e quindi cerco di compensare col mio artigianato da attore, quello che ho imparato sul campo, perchè poi è quello che sono, io prendo un testo e "penso" da attore, non da regista, ed è il pensiero dell'attore che cerco di infondere loro, e in buona sostanza mi vedono "fare" delle cose, ma ovviamente ci parlo sotto), dicevo, non sempre si capisce bene cosa dico, definirmi onomatopeico sarebbe un complimento; il fatto è che uno guarda il video e pensa: sta cercando dire dieci cose contemporaneamente, in una lingua inventata. Per non parlare delle movenze tipo bambola impazzita. Nella mia testa i concetti sono chiarissimi, le idee luminosissime ma il risultato, almeno ieri, era devastante. Il fatto che i miei allievi mi capiscano e addirittura spesso seguano le mie indicazioni ha un che di stupefacente. Ho degli allievi geniali, evidentemente.
L'insegnamento che pensavo di aver fatto abbondantemente mio in passato ha bisogno di un robusto ripasso ed è questo: non sempre quello che pensiamo di dire è quello che effettivamente diciamo, non sempre quello che pensiamo di mostrare è quello che gli altri vedono. E' l'ABC dell'attore, del resto. Sarà bene riconcentrarsi su questo anche nella fase dell'insegnamento e del montaggio delle scene.

 
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Se quello che ci aspetta è

Post n°495 pubblicato il 04 Febbraio 2022 da je_est_un_autre

Ieri mattina, un tal "studioso dei consumi" (così mi pare sia stato presentato) di cui non ricordo il nome, invitato a "Tutta la città ne parla" su radio3, in conclusione del programma (durante una puntata dedicata all'aumento dell'inflazione, e a una società che cambia), ha detto le seguenti testuali parole (ero distratto ma quelle le ho sentite bene): "...certo, ci saranno beni di consumo che tenderanno a sparire, come i cinema, i teatri...".
Ecco, io, ho avuto quel sobbalzo alle viscere che conosco bene e che significa "aiuto".
Tenderanno a sparire. Ha detto così.
Ora, al di là dell'ironia che si può fare sul gelido linguaggio tecnico-economico che definisce "bene di consumo" il cinema e il teatro (a sua parziale discolpa ammettiamo che lui parlava in diretta, mentre io qui ho già cancellato tre volte quello che ho scritto), ho pensato: e se fosse davvero così? Parliamoci chiaro, ci stiamo arrivando, non è che non sia sotto i nostri occhi questa tendenza. Al di là della pandemia, intendo. Che ha ovviamente accelerato e dato impulso alla cosa.
Quindi mi sento di fare un appello, mi concedo la libertà di essere banale, mi sento insomma di dire: muoviamoci. Andiamoci. A teatro, al cinema. Anche se a teatro c'è uno o una, dietro di noi, che scartoccia caramelle (mercoledì sono andato a vedere uno spettacolo, Bartleby, e dietro di me c'era uno scartocciatore terrificante, TUTTO IL TEMPO A SCARTOCCIARE, diosantéssum), anche se gli spettacoli a volte sono così cosà, anche se i film non sono sempre indimenticabili. Proviamo ad andarci. Proviamo ad invertire una tendenza.
Sarebbe bello smentire quel signore. Tocca a noi.

 
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