Patrioti per un giorno…

E’ bello sentire Mario Draghi dire: i governi passano l’Italia resta. Come è stato bello sentire Sergio Mattarella replicare al ministro francese donna (non so più come chiamarle) che l’Italia sa badare a se stessa, non ha bisogno di badanti.
E’ bello vedere riaffiorare una traccia di amor patrio in due massime figure istituzionali che fino a ieri hanno rappresentato più i vincoli dell’Italia con l’Europa, la Nato, gli Stati Uniti, l’Economia globale che la dignità nazionale e la sovranità. Non dubito sulla loro buona fede e noto con un piccolo senso di soddisfazione che il voto popolare a favore della destra nazionale, della “patriota” Giorgia Meloni, a qualcosa intanto è servito. A far riparlare d’Italia in un paese che di solito tende a dimenticarsene o a oltraggiarla.
Poi, però ci viene qualche malizioso dubbio. Draghi quando diceva che i governi passano ma l’Italia resta, intendeva davvero riferirsi al suo governo al capolinea, oppure era un messaggio per il prossimo governo, e ai poteri che contano? Ovvero anche la Meloni passerà, mentre il Sistema-Paese che voi conoscete, resterà. Intendiamoci, l’affermazione non solo è comunque nobile e anche giusta, perché nessun governo conta più della nazione.
Si può però notare che Draghi non ha precisato “come” resta l’Italia: ovvero è l’Italia di sempre che resta, al palo, vincolata e subalterna all’Unione europea, alla Nato, all’Occidente e alla Finanza. Come dire: anche questa fiammata di patriottismo, questa febbre di novità, è destinata a passare, e poi si torna a casa, alla casa coloniale di sempre.
Così pure la nobile avvertenza di Mattarella sull’autonomia dell’Italia. Quando ha detto al Ministro francese Laurence Boone che si voleva intromettere nei fatti nostri e vigilare sulla nostra tenuta democratica cioè abortista, che l’Italia sa badare a se stessa, d’impulso avremmo voluto abbracciarlo, rispettosamente, senza effusioni. Finalmente ha difeso la dignità e la sovranità nazionale. Poi, ripensandoci a freddo, vengono alcuni dubbi, alcune obiezioni: ma è poi vero che l’Italia sa badare a se stessa? A giudicare dal presente ma anche dai secoli passati, i dubbi poi ti vengono. E sono dubbi che provengono non da un denigratore dell’Italia ma da un innamorato antico e ferito della propria patria. Sono stati molti più i secoli di asservimento dell’Italia che gli anni d’autonomia sovrana. Parentesi di indipendenza in un mare di invasioni, colonizzazioni, svendite allo straniero, sottomissioni, teocrazie papali.
Se il riferimento di Mattarella è al presente e alla storia recente della repubblica, le cose non cambiano, semmai peggiorano. Dal dopoguerra in poi l’Italia è stata una colonia, un satellite, una terra invasa e inginocchiata: ricordate in un corso accelerato la servitù verso gli Stati Uniti e la Nato, unita alla servitù ideologica e reale della maggiore opposizione interna alla Russia comunista. La nostra storia pesantemente condizionata da quelle presenze, quelle basi militari, quei servizi di spionaggio e controspionaggio, quei traffici, quelle ambasciate che fungevano da badanti. Ricorderete la battaglia persa sul piano economico con la progressiva colonizzazione dell’economia, la svendita del nostro patrimonio pubblico dal ’92 in poi. E prima, l’abdicazione del nostro ruolo di potenza tra computer, autonomia petrolifera ed energetica, scoperte e installazioni (do you remember Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Felice Ippolito, e tanti altri pionieri dell’ingegno italiano?), via via cedute, boicottate, plagiate, fino a perdere la nostra primazia.
E la nostra politica estera, poi, con la cessione della Zona B a Tito l’infoibatore degli italiani, onorato come nostro amico; il silenzio davanti alla cacciata e all’esproprio degli italiani in Libia, e quanti altri silenzi, inerzie, vocine spezzate… E in giro quanti anti-italiani nostrani, quante fecce tricolori…
E oggi? Un’Italia a rimorchio che ha ceduto pezzi di sovranità toccando l’intoccabile Costituzione, la più bella del mondo ma anche la più cedevole; che accetta direttive e ordini superiori, al più ricorrendo ai sotterfugi, alle piccole furberie di sopravvivenza. I nostri governanti più dignitosi, a partire da Bettino Craxi, massacrati e costretti all’esilio; la politica almeno ambigua di Moro e Andreotti ripudiata da quando siamo diventati falchi. In questi anni abbiamo cercato protettori e badanti, abbiamo barattato mille volte la nostra dignità e la nostra sovranità per quattro soldi o per il comodo personale di chi ci vendeva. E’ giusto ora svegliarsi e sbattere sul muso di un ministro francese questa ritrovata fierezza: ma perché non la sfoderiamo mai con l’Unione europea, le sue direttive e i suoi poteri, con la Nato e l’Alleato atlantico, con i grandi poteri economici e finanziari? E’ solo a causa del debito, o c’è altro? Inevitabile poi si affaccia il dubbio che Mattarella sia insorto contro chi vuol fare da badante all’Italia immelonita perché gli ruba il posto e il mestiere. Ci sono già io a far da badante, basto io, non vi fidate di me? Spunta il legittimo dubbio che Mattarella non stesse difendendo le scelte recenti dell’Italia e il futuro governo a guida Meloni, ma se stesso e il suo ruolo di garante presso i poteri esterni e sovrastanti. Garantisco io, sorveglio io, non c’è bisogno di altri tutori senza titolo per farlo.
Espresso questo grappolo di obiezioni e questo sciame di dubbi, torniamo però a dirci soddisfatti per le affermazioni di Draghi e Mattarella: ricordatevene al momento giusto e mettete a frutto la loro dichiarazione di fierezza italiana. Intanto ci congratuliamo con loro e ci godiamo un momento eccezionale di felice allineamento di tutti i pianeti. Ci illudiamo che Mattarella e Draghi siano stati davvero, almeno per un momento, presidenti di tutti gli italiani e premurosi delle sorti del nostro paese. Luna di miele in patria. Poi torna la realtà.

   MV

Il primo grande flop della Ferragni …

 

 

Elezioni, Chiara Ferragni scende in campo e invita i follower al voto - Il  Mattino.it

I giovani non son andati a votare in gran numero, dai 18 ai 35 anni hanno preferito dedicarsi ad altro, a loro più gradito e confacente. Per la prima volta, coloro che pendono dalle labbra sensuali della Chiara, e  per la prima volta, non l’hanno ascoltata per niente: era riuscita a trascinarli persino nei musei, a farsi comprare per 10 euro una bottiglietta d’acqua griffata da lei, li aveva convinti a seguire costumi scostumati, a fare tutto quello che lei faceva, ma a votare no. Si può spiegare col fatto che non si fidino più di lei, perchè fa un altro mestiere, perchè anche per lei comincia a valere il detto” a ciascuno il suo” perchè il voto o è sentito, oppure no, non è una chiamata alle armi, come qualcuno ha inteso. Tuttavia è chiaro che i giovani non sono poi soltanto esseri manipolati da algoritmi e influencer, ma non ascoltano nessuna influencer,  neanche la loro madrina, per un fatto di coscienza , la loro; e in questo caso non solo non hanno votato per.., ma proprio non l’hanno fatto . Sarà meglio che la Chiara lasci sponsorizzare la politica a qualcun altro, ammesso che si trovi, di questi tempi.

Considerazioni personali sulla vittoria di Giorgia Meloni…

 

Che cosa è accaduto all’ Italia, perchè non ha ascoltatole paure e le minacce della Sinistra?Il nostro paese non vuole morire di accanimento terapeutico, e si è ribellato e liberato  da tutti gli obblighi a cui era stata costretto dal regime di sorveglianza. Forse la Meloni non ce la farà a salvare l’Italia dai poteri che le tengono la corda al collo, è un’impresa titanica, ma negli italiani è prevalso il desiderio di vivere di nuovo quella libertà, calpestata dalle oligarchie interne ed internazionali, dai loro media, insomma da un regime a senso unico. Hanno voluto cambiare, affidare il potere ad una che il potere non l’ha mai esercitato, nessun precedente da far dimenticare, coerenza nella sua opposizione di sempre, l’irruzione del nuovo e l’abolizione del conformismo. Che poi riesca a soddisfare le aspettative, a vincere la sfida sotto le pressioni, le minacce e le lusinghe dell’establishment, è cosa tutta da vedere- Questa l’intenzione di voto di chi ha votato la Meloni ,puerile, velleitaria finchè volete, ma sincera, positiva e più nobile di chi votava a sinistra, per rancore, paura e odio per la destra, o di chi , specie al sud ha fatto del voto uso personale e clientelare, nel passato peggiore .Al potere una ragazza coi suoi occhioni un pochino spaventati, hanno perso i tutors dell’Italia,le cupole, le curie, le consorterie. Ora in vigile attesa faranno il girotondo intorno alla Meloni, gioco e controllo;se la vedranno debole la massacreranno, se forte, faranno riemergere la loro grande falsità per fingersi amici. Intanto, anche se il governo non c’è ancora è ricominciata la guerra alle intenzioni da parte dei giornali e di quei potenti, che temono di essere sostituiti nei prossimi rinnovi di cariche. Insomma la sinistra dimostra sempre di più di essersi innamorata di quel profumo di soldi, che tanto aborriva quando era PC, che preferisce morire ricca piuttosto che tornare ad occuparsi dei poveracci, e ce ne sono in Italia, un numero che un tempo nessuno immaginava ,strozzati dalle speculazioni economiche, che la sinistra non vuole toccare.Se vuole tornare ad essere credibile la sinistra deve scegliere tra il popolo e la finanza, non con le parole, che tante ha detto, ma coi fatti, che nessuno ha visto.

Colla guerra in Ucraina l’America si proponeva ed è riuscita a soggiogare l’Europa.

Questa la mia opinione su questa guerra fin dall’inizio e visti i risultati sulla nostra economia mi convinco sempre di più. Dopo tanto cercare ho trovato voci americano che supportano la mia supposizione.

La guerra Ucraina non serve tanto a indebolire la Russia, aspetto secondario della partita, quanto a subordinare il maniera ferrea l’Europa agli Stati Uniti. A spiegare questo meccanismo occulto, che poi non è tanto difficile da cogliere, è il professor Michael Hudson, docente di economia all’Università del Missouri e ricercatore associato al Levy Economics Institute del Bard College (entusiasta di tale drammatico sviluppo).

Riporto brani di un suo intervento, ripubblicato da Yves Smith agli inizi di febbraio del 2022, prima cioè dell’inizio della guerra ucraina.

Satelliti in orbita USA

“La cortina di ferro degli anni ’40 e ’50 era apparentemente progettata per isolare l’Unione Sovietica dall’Europa occidentale, per tenere fuori l’ideologia comunista e la sua penetrazione militare. L’odierno regime di sanzioni ha obiettivi più interni, mira a impedire alla NATO americana e ad altri alleati occidentali di aprire più scambi e investimenti con Russia e Cina”.

“L’obiettivo non è tanto quello di isolare Russia e Cina, quanto di mantenere questi alleati saldamente all’interno dell’orbita economica dell’America. Gli alleati devono rinunciare ai vantaggi derivanti dall’importazione di gas russo e dei prodotti cinesi, per favorire l’acquisto del GNL statunitense a un prezzo molto più elevato e altri prodotti, oltre a un maggior numero di armi statunitensi”.

“[…] L’America non ha più il potere monetario, l’eccedenza commerciale e il bilancio dei pagamenti che le ha permesso di stabilire in maniera apparentemente duratura le regole del commercio e degli investimenti mondiali nel 1944-45. La minaccia al dominio degli Stati Uniti è che la Cina, la Russia e il cuore dell’isola eurasiatica individuata da Mackinder [l’Heartland ndr] stanno offrendo opportunità commerciali e di investimento migliori di quelle offerte dagli Stati Uniti, che, oltretutto, avanzano richieste sempre più disperata di sacrifici ai Paesi NATO e agli altri alleati”.

A cosa serve la NATO?

“[…] Ciò che preoccupa i diplomatici americani è che la Germania, altre nazioni della NATO e altri paesi lungo la strada della Belt and Road abbiano consapevolezza dei vantaggi che si possono ottenere avviando scambi e investimenti pacifici”.

“Se non esiste un piano russo o cinese per invaderli o bombardarli, che bisogno c’è della NATO? E se non esiste una relazione intrinsecamente antagonista, perché tali Paesi devono sacrificare i propri interessi commerciali e finanziari affidandosi esclusivamente agli esportatori e agli investitori statunitensi?”.

[…] L’unico modo rimasto ai diplomatici statunitensi per bloccare gli acquisti europei è spingere la Russia a una risposta militare e poi affermare che vendicare questa risposta prevale su qualsiasi interesse economico puramente nazionale”.

.“Come ha spiegato il sottosegretario di Stato per gli affari politici, Victoria Nuland, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato il 27 gennaio: ‘Se la Russia invaderà l’Ucraina in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti’. Il problema è creare un incidente adeguatamente offensivo e rappresentare la Russia come l’aggressore”.

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l sottosegretario di Stato per gli affari politici, Victoria Nuland, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato il 27 gennaio: ‘Se la Russia invaderà l’Ucraina in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti’. Il problema è creare un incidente adeguatamente offensivo e rappresentare la Russia come l’aggressore”.

Benché brutale, Hudson ha il merito di dire esplicitamente ciò che nasconde tanta retorica e propaganda. Nulla da aggiungere.

 

Dopo il voto …

Da quando si era sparsa la voce che avrebbe vinto la destra, è partito il passaparola: è stata una brutta campagna elettorale senza cultura e un brutto domani sarà riservato al nuovo governo a maggioranza centro destra. Le oligarchie
europee provengono da partiti diversi ma sono ormai tutte dentro la consorteria che usa i tecnici per commissariare popoli e stati e si avvale dell’ideologia progressista come fornitrice di norme etico-politiche applicate anche ai temi sensibili della vita, della morte, della famiglia, delle differenze sessuali, della storia e delle identità. Ma quel che è peggio è che queste oligarchie europee non fanno mai nulla per motivare i popoli e i cittadini; non c’è una linea di difesa della civiltà europea e della sua tradizione e tantomeno un’aspettativa futura che dia fiducia e infonda energia. Si governa soltanto con la paura dei mostri: se non ci siamo noi, arrivano Putin o il fascismo. Non conta cosa pensiamo del Regno Unito e Monarchia, abbiamo ora assistito a un paese, a un popolo che si è stretto intorno alle tradizioni, ai riti e ai simboli della sua storia. L’Europa, invece, come la sua bandiera di stelle ha un vuoto al centro: non ha tradizioni, simboli, riti, civiltà intorno a cui chiamare il suo popolo. Ha solo spettri da fugare, interessi economici da difendere, sanzioni da infliggere all’interno e all’esterno, dipendenze coloniali da servire e sacrifici da imporre ai suoi cittadini; nazioni da distruggere e umiliare come la Grecia. Una consorteria malaticcia comanda in Europa e non si accorge di perdere terreno, consenso e credibilità e di perdere tutte le sue battaglie, a partire da quella energetica. Dalla brexit ai referendum presto bloccati perché si pronunciavano a sfavore della UE, agli orientamenti di voto che per due terzi, in Francia come in Italia e non solo in Polonia e in Ungheria, si esprimono in direzione opposta alle indicazioni della consorteria. Ora si orientano verso la destra nazionale, popolare, sociale e cattolica; ora verso la sinistra sociale e radicale come Melenchòn, ora verso i movimenti populisti e pauperisti come i 5 Stelle e i partiti anti-sistema, ma è in atto un vistoso e ormai consolidato divorzio della cittadinanza europea dalle consorterie che la dominano. Al di là di come poi si adatteranno i vincitori alle “direttive” europee, si può già dire che ogni consultazione di popolo si rivela una dichiarazione di sfiducia e di fallimento della consorteria europea. E a questa, come una dittatura, e infatti si può abbastanza condividere il pensiero di Lavrov, non mancano i mezzi per far sentire chi comanda, vedi il gioco dello spread che è già cominciato contro l’Italia, che se dovesse farci tanto male, il contagio sarebbe tale da trascinarsi appresso più di mezza Europa. Ma noi siamo talmente indebitati, che godremmo del privilegio dei grandi debitori delle banche, che non falliscono mai, ma hanno continui sostegni a differenza dei piccoli debitori destinati a morte certa per pochi Euro di mancato rientro.

bandiera europa

La ciliegina sulla torta…

Se anche Letta si è risentito da voler chiarimenti, un motivo ci sarà. Stamattina,in un ‘intervista , dall’alto della sua importanza e della poca intelligenza ha cancellato , con poche parole ,quasi metà della campagna elettorale italiana. Spiegando chiaramente quale sia il senso che l’Europa ,di cui ci vantiamo tanto, dia alle parole indipendenza, libertà, democrazia e come gli stati membri siano trattati allo stesso modo, facendo ampio distinguo tra la gens europea, ha messo la ciliegina sulla torta della nostra campagna elettorale. Un plauso a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.

Ursula von der Leyen

Andiamo a votare, ma continueremo a contare un emerito fico secco.

I governi vogliono tecnici efficienti, non esseri umani, perchè gli esseri umani diventano un pericolo sia per i governi, come per le organizzazioni religiose. Questo perchè sia lo Stato,e allo stesso modo le religioni hanno interesse a controllare l’educazione dei cittadini. E il mondo ha già sperimentato questo con l’epidemia di Covid  prima, ed ora con la guerra in Ucraina, dove non si tollerano dissidenze di pensiero e ragionamenti logici sulle conseguenze spaventose e insostenibili a cui vengono costretti i cittadini dei paesi atlantisti. Tutto questo per una guerra che non si è voluta fermare perchè programmata o per incapacità delle diplomazie internazionali, tutte volte soltanto a fare gli interessi dei loro paesi. Se si osservano i vantaggi miliardari, che sta avendo la Norvegia, patria del banchiere Stoltemberg, capo della Nato , viene spontaneo chiederselo. Che ci faccia  poi un banchiere in quel posto, dove vedrei meglio un generale, dovrebbero spiegarmelo-

orwell

Questo oggi in divenire…

Le vittime di disturbi mentali quelle veramente senza speranza vanno ricercate tra coloro che paiono essere le più normali. Molti di loro sono normali perchè essi si sono così bene adattati al loro modo di esistere, poichè la loro voce umana è stata silenziata talmente presto nelle loro vite che essi non si struggono o soffrono o sviluppano sintomi come i nevrotici. Essi sono normali ma non nel vero senso della parola; essi sono normali solo in relazione ad una società profondamente anormale. Il loro perfetto adattarsi ad una società anormale è la misura della loro mancanza di lucidità mentale-Questi milioni di persone anormalmente normali vivono senza agitarsi in una società dove, se fossero persone completamente sane di mente, dovrebbero essere rieducate.
Questo mondo ipotizzato da Aldus Huxley tanti annni fa nel suo romanzo”il Mondo nuovo “mi pare di averlo davanti agli occhi in questi giorni pre elettorali e sentire risuonare la sua voce dentro il mondo di oggi. Basta citare qualche frase, non servono i commenti.

“I metodi che si usano oggi per vendere il candidato politico, come se fosse un deodorante, danno all’elettorato questa garanzia: egli non sentirà mai dire la verità, su niente”

“Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri”

“Il candidato deve essere bello, in qualche modo, o virile o paterno. Deve saper intrattenere il pubblico senza annoiarlo”

“I discorsi del candidato-attore devono essere brevi e scattanti. I grandi problemi del momento debbono essere liquidati in cinque minuti al massimo”

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Il marketing dei partiti

Devianti o popolo alla riscossa ?

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L’affermazione più infelice nel primo scorcio di campagna elettorale l’ha pronunciata Enrico Letta, che pure è così prudente e misurato: “Io lo penso e lo dico: viva le devianze”, ha esultato in un tweet il leader dei dem per polemizzare con Giorgia Meloni che invece proponeva di fronteggiare le devianze che ulcerano il nostro paese, e in particolare i più giovani. Si può essere o meno d’accordo sui rimedi proposti dalla leader della destra, si può preferire un approccio più indulgente e comprensivo verso le devianze, almeno alcune, e si può distinguere tra devianze vere e presunte. Ma è davvero una semplificazione dissennata inneggiare alle devianze, senza specificare quali.
Un segno di nervosismo nella migliore delle ipotesi, di perdita di lucidità e di rispetto della vita reale e della gente comune.
Ma di cosa stiamo parlando, quando diciamo “devianze”? Intendiamoci innanzitutto sulle parole. La devianza, lo dicono i dizionari, è un atto o un comportamento individuale o di gruppo che viola le norme pubbliche e sociali. Ci possono essere devianze gravi, punibili a norma di legge, e altre meno gravi, che sono oggetto di disapprovazione nel giudizio pubblico. Le prime sconfinano nei reati e nei delitti, le seconde confinano con le difformità e le stravaganze. Naturalmente le devianze gravi sono criminali: la mafia, il terrorismo, lo stupro e la pedofilia, per citare le più efferate forme di delinquenza. Ma devianze sono pure la prostituzione e lo sfruttamento del sesso, il gioco d’azzardo, l’uso e lo spaccio di stupefacenti, l’alcolismo, la violenza, il bullismo, le bande e il vasto terreno delle devianze minorili.
Più controverso è parlare di devianza a proposito di comportamenti che sconfinano nella patologia, come l’obesità da bulimia e l’anoressia, a cui ha accennato Giorgia Meloni. Ancora più controverso sarebbe parlare di devianza a proposito di comportamenti sessuali e scelte transessuali, come invece si faceva correntemente fino a pochi anni fa.
Ma Letta, senza fare distinzioni, e tralasciando il significato corrente di devianza, si è lanciato in uno sperticato elogio di ogni devianza, anzi della devianza in sé, a prescindere. Anche l’attenuante, che si trattava di una reazione a quel che aveva detto la Meloni, diventa invece un’aggravante, perché da un verso regala all’avversario la difesa della società e della gente comune dai comportamenti violenti e antisociali, distruttivi e autodistruttivi. Con lo spaventoso aumento della delinquenza, attestato anche sul piano delle statistiche, è davvero un segno di insensibilità e di scarsa intelligenza precipitarsi a difendere genericamente “le devianze”. E dall’altro è un autogol perché la Meloni invocava come antidoto alle devianze non il manganello e la galera ma lo sport e l’educazione, che mi sembrano rimedi civili, salutari, benefici per tutti. Si può magari discutere sulla loro piena efficacia per fronteggiare il largo e tormentoso campo delle devianze, ma non si possono ridurre quei rimedi – come ha fatto la vasta stampa che affianca i Dem – a un ritorno al fascismo, alla società retriva e reazionaria e ai metodi autoritari del passato. Non capire la funzione sociale, pedagogica e culturale, oltre che terapeutica, dell’attività sportiva, significa squalificare la funzione e la missione dello sport e fare un gratuito sfregio a chi pratica lo sport. Peraltro “mens sana in corpore sano” non è uno slogan fascista e nemmeno degli oratori cattolici di una volta; ma è più antico, risale a Giovenale, alla prima civiltà del diritto, la società romana e al mondo greco che la precede e che sposò, non solo a Olimpia, le attività sportive. Anche Platone era convinto della necessità di imprimere un’educazione sportiva ai giovani, non solo per prevenire le devianze ma per formare lo spirito di cittadinanza.
Peraltro, nella sua accezione generale e generica, devianza potrebbe intendersi anche il razzismo, l’omofobia, il sessismo: Letta difende pure quelle devianze?
Per salvare Letta dalla sua infelice uscita, c’è chi ha tradotto le devianze con diversità: Letta, dicono, intendeva difendere le diversità – etniche, sessuali, omosessuali, e via dicendo. Ma se si accetta la traduzione automatica di devianza con diversità, il discorso assume pieghe paradossali. Anche chi si oppone al Politically correct, al conformismo e alle “normalizzazioni” coatte dei linguaggi e dei comportamenti, della storia e della cultura, reclama il diritto alla differenza, alla divergenza e alla diversità: anche lui sarebbe per Letta un deviato da proteggere? Non direi proprio, a giudicare dal forte impianto correttivo e illibertario di quel canone progressista a cui i Dem sono devotamente abbarbicati.
Mi rendo conto che le scorciatoie demagogiche, le semplificazioni brutali, siano una tentazione molto forte nella politica, soprattutto nei giorni concitati delle campagne elettorali: per essere più diretti ed efficaci degli avversari si arrivano a sposare a rovescio le tesi degli antagonisti con risultati a volte assurdi e dannosi, anche per la propria parte. Meno male che nelle campagne elettorali volano parole a raffica, senza alcun riscontro reale e alcuna conseguenza effettiva; come accade pure con le promesse e le buone intenzioni. Perché se dovessimo prendere sul serio affermazioni sconsiderate come questa, e se dovessimo davvero stabilire un nesso tra il dire e il fare, dovremmo seriamente preoccuparci e concludere: la sinistra elogia e incentiva le devianze, e dunque tocca alla destra proteggere la “normalità” della gente comune. Per fortuna i leader politici sono inconcludenti, inefficaci e alla fine incapaci pure di nuocere, almeno si spera…

MV

 

Gli spropositi di alcuni leader, di cui nessuno parla.

Lizz Tuss a sinistra, Hillary Clinto a destra. Ambedue hanno evocato l'opzione apocalisse

Lizz Tuss a sinistra, Hillary Clinton a destra. Ambedue hanno evocato l’opzione apocalisse

Liz Truss, accreditata come prossimo premier britannico al posto dell’uscente Boris Johnson, ha dichiarato che “sarebbe pronta a usare le armi nucleari anche se ciò significa l’annientamento globale”.

Tale la follia che alberga nella Politica dell’Occidente, e ciò spiega anche la connivente indifferenza riguardo al bombardamento della centrale atomica di Zaporozhye da parte dell’esercito ucraino (di cui gli ucraini incolpano i russi, nonostante la palese falsità, perché la centrale è sotto il controllo russo ed è da escludere che possano spararsi addosso). Di pochi giorni fa la notizia che quattro missili hanno colpito il centro di stoccaggio degli isotopi radioattivi, anche se per fortuna non si registrano danni significativi (ma è da notare che si continua ad alzare l’asticella degli obiettivi).

L’attacco, il più grave da quando gli ucraini hanno iniziato a far piovere missili sulla centrale, avviene nel giorno in cui il Direttore generale dell’agenzia atomica dell’Onu, Rafael Mariano Grossi, si è incontrato con il direttore generale di Rosatom, l’agenzia per l’energia atomica russa, Alexei Likhachev, a Istanbul, che si conferma crocevia diplomatica cruciale per la guerra ucraina. L’incontro serviva a mettere a punto gli ultimi particolari della missione dell’Aiea a Zaporozhye, che ha lo scopo di mettere in sicurezza la centrale e l’attacco appare intimidatorio, almeno questo è sicuramente l’effetto che avrà sugli ispettori incaricati della missione.

Al di là della notizia proveniente dall’Ucraina, resta la criminale sciocchezza della ministra degli Esteri britannica, caratteristica che le sta valendo la fulgida carriera (la scarsa intelligenza è una dote molto apprezzata da coloro, che così possono governare a piacimento la Politica). Colpisce anche che la sua dichiarazione apocalittica non sia stata condannata da nessun politico d’Occidente, né sia stata oggetto di critiche mediatiche significative, come se ormai la guerra nucleare fosse stata sdoganata e rientrasse nell’orizzonte delle possibilità…Inutile commentare. Val la pena registrare il dato, nella speranza che qualcuno dia una calmata alla Lady, la quale sta promettendo ai Tory (che la stanno elevando sugli scudi) di rinnovare i fasti della Thatcher, senza averne minimamente la statura. Quando la Politica era una cosa seria, e non un circo equestre consegnato alle folli esibizioni muscolari della Nato, la prudenza su certi temi era d’obbligo. Tant’è.