Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
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La stanza dell'infanzia

Post n°291 pubblicato il 21 Gennaio 2017 da je_est_un_autre

Immaginare, da adulti, di aprire la porta della stanza che ci ha visti bambini - rimasta magicamente intatta e inviolata durante tutto questo tempo - entrare lì dentro e respirare quell'aria ben nota che credevamo di avere dimenticato, poi guardare le pareti, il pavimento, gli oggetti. Camminare, esplorare, toccare, vivere la stanza. Lasciarsi andare.

Questo è un esercizio che faccio sempre fare, nei miei corsi, soprattutto ai principianti assoluti. Quest'anno, chissà perchè, l'esercizio è letteralmente "esploso", nel senso che ha rilasciato i suoi frutti migliori, con un contenuto emozionale finora mai raggiunto. Ciò si deve probabilmente al fatto che fino ad oggi ero io a non essere pronto, forse non  ne avevo compreso appieno le potenzialità. L'esercizio a livello teatrale è formidabile perchè suggerisce insegnamenti importantissimi all'allievo (obbliga all'introspezione e all'immaginazione e si improvvisa senza essere costretti a parlare) ma anche da seguire come "spettatori" diventa spesso molto interessante.
Ora, le serate nei corsi non sono sempre uguali: a volte si è più caciaroni, più pronti al riso (e spesso è un bene), a volte aleggia un certo spleen. L'esercizio in questione risente forse più di altri dell'atmosfera che si respira nella sala.
Ieri sera ad esempio un'aria piuttosto leggera ha fatto sedere un uomo di cinquant'anni alla piccola batteria che campeggiava al centro della stanza, e la performance silenziosa ma assolutamente viva è stata apprezzata da tutti. Un altro allievo, un ragazzo piccolo e piuttosto buffo, è entrato nella "cameretta" a gambe larghe e piedi ben piantati, con l'espressione di uno sceriffo che entra minaccioso in un saloon alla ricerca di un bandito. Ha guardato da un lato, poi dall'altro, ha preso da sotto un letto immaginario qualcosa che doveva essere uno scatolone, quindi lo ha ribaltato. Ha rovistato con estrema concentrazione nel mucchio di cose che vedeva solo lui e che adesso se ne stavano sul pavimento, alla fine riemergendo con aria trionfante tenendo tra pollice e indice qualcosa di minuscolo e invisibile: solo alla fine ci ha raccontato di avere ritrovato il duemilaecinquecentesimo pezzo di un puzzle mai completato.
L'altra sera è andata in tutt'altro modo. Una signora ha cominciato l'esercizio, e senza nemmeno guardarsi attorno si è seduta su quello che doveva essere il suo letto di bambina. Ha guardato avanti a sè per parecchi secondi in un silenzio "pieno", concentrata, esausta (quando mi sembra di riuscire a far capire quanto parla il silenzio, credo di aver fatto bene il mio lavoro) poi lentissimamente, sempre senza guardare, ha spostato una mano di lato toccando appena, con cura, quello che doveva essere il lenzuolo, o il bordo del letto. Un momento, poi un altro momento ancora, poi finalmente è arrivato: un pianto intimo, inarrestabile, liberatorio.
E momenti così emozionanti potrei raccontarne parecchi.
Questo esercizio, o questo gioco, è interessante anche perchè ci costringe, da subito, a pensare a come lo faremmo noi, che assistiamo o anche solo che lo spieghiamo per farlo fare agli altri.
Io, un giorno, vorrei farlo, perchè da allievo non  me l'ha fatto fare nessuno. Vorrei toccare le colonnine che erano il parapetto della finestra e dietro alle quali mi nascondevo per guardare fuori. Vorrei accarezzare la carta da parati della stanza, caricare a molla quella piccola astronave che faceva solo un piccolo giro su una pista stampata con immagini lunari, stringere quella pallina magica con cui devo avere giocato milioni di volte.
Avere il passato, tutto il passato sulle mie dita.

 
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Commenti al Post:
lisalibera
lisalibera il 21/01/17 alle 22:56 via WEB
Chissà perché piangeva la donna seduta sul letto..
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 22/01/17 alle 08:42 via WEB
Ragioni molto private che poi ha spiegato, ho preferito non metterle, qui. Ciao, Lise.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
tullio carmignanis il 22/01/17 alle 12:20 via WEB
Dovessi sottopormi io a questo esercizio, sarei in grossa difficoltà...per motivi di passatempi giovanili e dunque di decenza. Eh eh. Scherzi a parte, l'unica cosa che mi viene in mente della mia vecchia stanza sono i volti di coloro con i quali la condividevo. Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus...eccetera. Sono ancora lì attaccati alla porta, non li ho portati dove vivo ora. Sarebbe come togliere un muro portante dalla tua vita seppure trascorsa: crollerebbe tutto.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 22/01/17 alle 18:03 via WEB
Veramente hai (avevi) i campioni del '64 alle pareti? Plaudo! ...e al tempo stesso mi vergogno dei poster che avevo io: uno di Topolino e l'altro di un pony. Tant'è. Carmignanis, quando si iscriverà a un mio corso? Lo sa che quest'anno ne faccio uno a Crevalcore?
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
tullio carmignanis il 22/01/17 alle 19:19 via WEB
Dai! Voglio arrivare a fare un monologo al Verdi. Poi mi menano e mi trasportano al Barberini, almeno la strada è poca :D
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 22/01/17 alle 19:44 via WEB
Eh, il Verdi, magari. Pensa che non abbiamo ancora trovato il posto dove fare il saggio. Stiamo sondando diversi teatri in varie province, da Ravarino a Cento. (Comunque nel frattempo trovo un monologo che faccia al caso tuo).
(Rispondi)
 
pippi_lu
pippi_lu il 24/01/17 alle 09:17 via WEB
La signora sul letto aveva 6 mesi, quello del puzzle almeno 8 anni (2500 pezzi!). Il signore della batteria preadolescente? Anche io vorrei il passato sulle dita perchè sulle spalle pesa :)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 24/01/17 alle 09:52 via WEB
Giusta osservazione: mi hai fatto capire perchè me lo sono messo sulle dita.
(Rispondi)
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 24/01/17 alle 10:06 via WEB
jea, lo devi fare e poi raccontarlo. hai colto e goduto le emozioni di altri, è tempo che tu provi: peso o rimpianto oppure dolcezza o perdono, chissà cosa cela la stanza dei ricordi
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 24/01/17 alle 13:22 via WEB
Grazie, 01. Però non lo posso fare, chessò, a casa da solo. Sarebbe un bluff. E' un esercizio teatrale, deve essere fatto davanti a delle persone, o magari durante le prove di uno spettacolo teatrale, con uno scopo preciso ecc. Altrimenti ne esce qualcosa di diverso, non ho dubbi su questo.
(Rispondi)
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 26/01/17 alle 09:06 via WEB
che strano che tu ti sia veduto solo nel fare l'esercizio. ancora più strano è che io stessa ti abbia immaginato solo nell'esecuzione. boh... ciao jea, 01
(Rispondi)
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 26/01/17 alle 09:13 via WEB
Si vede che nel tuo commento lo avevi suggerito,insomma era un po' implicito, che avrei dovuto farlo da solo. L'alternativa al momento sarebbe farlo davanti agli allievi, e non è sano: già di mio tendo a "fare troppo", e invece dovrei far lavorare (quasi) solo loro. Ciao, 01.
(Rispondi)
 
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 24/01/17 alle 17:00 via WEB
io non ho mai avuto una camera tutta mia, sempre in condivisione...chissà che ne verrebbe fuori...leggerti è sempre emozionale...Maestro:)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 24/01/17 alle 19:15 via WEB
Addirittura emozionale!
(Rispondi)
 
neimieipassi
neimieipassi il 24/01/17 alle 18:07 via WEB
Bello :) mi sa che lo faccio anch'io
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 24/01/17 alle 19:16 via WEB
Bene! Poi mi dici come viene, nmp?
(Rispondi)
 
 
 
neimieipassi
neimieipassi il 29/01/17 alle 10:56 via WEB
Commovente, è venuto :) e sono tornate alla mente tante di quelle cose sepolte negli angoli più nascosti della mia memoria...
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/01/17 alle 11:05 via WEB
Davvero? Ne sono felice, nmp! Ed è proprio come dici: abbiamo la sensazione di dimenticare, poi invece i ricordi ci sono ancora, sono solo andati a nascondersi da qualche parte. E quando riaffiorano, colpiscono.
(Rispondi)
 
donadam68
donadam68 il 27/01/17 alle 08:13 via WEB
Avere il passato, tutto il passato sulle mie dita. ...per poi continuare a scrivere del futuro , camminando pian piano verso il domani nel silenzio di noi
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 27/01/17 alle 11:12 via WEB
E' preoccupante, ma a volte preferisco il passato.
(Rispondi)
 
moon_I
moon_I il 27/01/17 alle 10:16 via WEB
...la signora sul letto è davvero commovente...in questo post aleggia un certo spleen...ciao :)...
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 27/01/17 alle 11:13 via WEB
Ciao, moon! E' vero, c'è dello spleen in giro.
(Rispondi)
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 29/01/17 alle 11:21 via WEB
Esercizio di memoria difficile a farsi, troppo coinvolgente...credo che prima dovrei essere in pace con me stessa per poter affrontare tutto questo...però è molto interessante...non credendo negli psicologi, sento che l'esperimento proposto da te è genuino e forse davvero efficace. Comunque bello, però farlo davanti ad altri, non so...immagino che non sarei all'altezza :)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/01/17 alle 13:23 via WEB
Ma non si deve "essere all'altezza". Lo si deve fare, e basta. Non c'è mai qualcuno che giudica, nei miei corsi, si deve lavorare tranquilli. Quando ti iscrivi?
(Rispondi)
 
 
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 30/01/17 alle 13:31 via WEB
Per essere all'altezza intendo dire che sarei troppo intimidita dal mettere a nudo una parte di me...comunque, se il tuo modo di fare corrisponde al tuo modo di scrivere, forse riusciresti a farmi fare quello che per ora per me è impensabile. Sono aperte le iscrizioni d'estate?
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 30/01/17 alle 14:49 via WEB
I corsi sono fermi, d'estate, ma forse (incrociando le dita) riesco ad organizzare un piccolo stage. Ti tengo un posto.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 31/01/17 alle 15:33 via WEB
Ok!
(Rispondi)
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 05/02/17 alle 14:25 via WEB
Che bel post! Fa pensare, a come si farebbe questo "esercizio". Lì per lì non mi è venuto in mente nulla, ho un cattivo rapporto (o forse nessun rapporto) con la mia infanzia; come se fossi passata direttamente all'adolescenza. E lì fossi rimasta, peraltro. Pensandoci meglio però so cosa farei, entrando nella mia stanza. Prenderei un 45 giri e lo metterei sul vecchio giradischi condiviso con mio fratello (come la stanza, del resto). Mi inginocchierei per spostare con cura la testina sulla traccia di inizio e ascolterei una canzone di Celentano magari ballandoci su. Per inciso oggi Celentano mi fa cagare, e non avevo suoi 45 giri, quindi che cazzo di ricordo è? Boh.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 05/02/17 alle 17:10 via WEB
Ma quanta materia psicanalitica salta fuori facendo questo esercizio, o anche solo pensando di farlo?
(Rispondi)
 
sblog
sblog il 13/09/19 alle 10:56 via WEB
Bello. Il mio problema sarebbe quello di capire in quale periodo entro in quella stanza. Una cosa sarebbe entrarci e trovarla intatta come era nella fase dei miei 10 anni, altro sarebbe l'ingresso 10 anni dopo. Poi non la troverei più. Da dopo il militare non ebbi più la sensazione di essere nella mia camera. Bello, comunque. :)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 13/09/19 alle 11:29 via WEB
Il militare è stato uno spartiacque, per molti, è vero. Io quando tornai ero di sicuro più disincantato, più adulto, più cinico (ho fatto un militare abbastanza di merda). La stanza, tornando, l'ho ritrovata. Diversa. Ma è che ero diverso io. (Grazie).
(Rispondi)
 
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