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Il tempo in cui si vive

Post n°290 pubblicato il 05 Gennaio 2017 da je_est_un_autre

Ho visto la mostra di Dalì.
La cosa che salta agli occhi, nella mostra di Dalì, è che non  ci sono quadri di Dalì.
(Non so bene quando sia iniziata questa moda di allestire mostre d'arte senza le opere d'arte, ma mi sembra che stia prendendo largamente piede. Del resto bisogna pur dirlo che si tratta di una gran trovata: la massima resa col minimo sforzo. Niente più complicati e costosi spostamenti di quadri e sculture fragilissime e ingombranti: si chiama piuttosto un bravo light designer o un grafico o  un ingegnere del suono o un tecnico che ne sa di video o magari tutti insieme e il gioco è fatto. A volte i risultati sono interessanti, altre volte si esce da lì con la vaga sensazione di essere stati truffati).
Ecco, con la mostra di Dalì io sono rimasto, diciamo così, piuttosto perplesso. Sì, qualche giochino interessante c'è (come ad esempio la rosa che nel video perde i petali se soffi in un'elicuccia: solo che l'elicuccia andrebbe regolata diversamente, bisogna soffiare fortissimo altrimenti la rosa non prende vita, c'è gente che ha soffiato pomeriggi interi là dentro senza che un solo petalo si muovesse) ma la sensazione è quella di una piccola Disneyland messa su un po' frettolosamente, e da lì (chiedo scusa) si esce senza saperne di più su Dalì.
Certo, un grandissimo inventore di immagini (adesso le chiamiamo "icone") evocative e provocatorie. Ad esempio gli orologi molli. Ecco, quelli mi piacciono, quelli davvero mi fanno pensare. Lì vedo l'artista, quello a cui puoi guardare perchè legge la realtà con un passo diverso, più lungo e sapiente. Con una sola immagine, poi ripetuta in maniere diverse centinaia di volte e su supporti diversissimi (e infatti alla mostra senza quadri era pieno), è come se avesse scritto un trattato di mille pagine.
Sull'elasticità del tempo, sulle ore che non sempre sono uguali (le ore bambine e le ore dell'uomo maturo sono diversissime) dovrò tornarci , una volta o l'altra.

Nel frattempo il calendario mollle ancora non è stato inventato, e ci dobbiamo accontentare dei soliti rigidi almanacchi, che mi ricordano però di augurare buon anno a tutti quelli che hanno ancora la bontà di passare di qui.

 
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