Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi del 17/10/2014

 

Gli studenti di fisica (II)

Post n°240 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da je_est_un_autre

All'epoca non lo sapevo con precisione (ma cominciavo a sospettarlo) comunque io di sicuro ho sbagliato scuola.
Scelsi fisica e io di fisica non ci ho mai capito nulla, tanto per dirne una. Se non me ne sono andato in fretta, oltre che per la mia straordinaria irresolutezza, deve essere stato perchè tutto sommato coi miei compagni mi trovavo benone, e nel lentissimo succedersi dei giorni adolescenti il domani coi suoi punti interrogativi era così lontano che ci si poteva tranquillamente astenere dal pensarci su.
Era una generazione fa e sembrano dieci. Eravamo ingenui, poco o nulla attenti al nostro aspetto, a volte anche dialettali, quasi totalmente ignari in quanto a  questioni quali sesso o affini (ma non posso dimenticare la sofferenza solitaria di certi interminabili pomeriggi spesi a sognare e immaginare, in un furore che non risparmiava nessuna, dalla desiderabilissima commessa del conad sotto casa in giù).
La mattina, la Mother mi preparava un uovo.
Arrivavo a scuola - in questo non sono cambiato - monosillabico e di pessimo umore, e non capivo come gli altri potessero essere già così ciarlieri. Quei dieci minuti prima dell'ingresso in aula, nel chiasso dell'atrio gremito, erano per me come l'inferno e così presi la decisione che sarei arrivato per sempre in ritardo. C'era una corriera miracolosamente vuota che partiva venti minuti dopo il gruppo di corriere che si muovevano verso Modena alle 7.20, cariche di studenti. Quando la scoprii mi venne spontaneo rivolgere un ideale ringraziamento a quelli dell'ATCM che avevano pensato a una corriera apposta per quelli come me (un paio di persone, tre al massimo): con anche i sedili morbidi e le tende pulite, leggere. Forse il ricordo mi tradisce, ma mi sembra che la radio mandasse soave musica classica a un volume ragionevole. Serve così poco per essere felici.
Entravo in classe con cinque, massimo dieci minuti di ritardo. A scuola andavo benino e non mi hanno mai fatto troppe storie. Il professore all'appello mi aveva segnato assente e così metteva una "R" sul mio nome, nel registro. Significava ritardo, o rientrato, non lo so. Comunque sia, ogni giorno una Erre.
Deve essere per quello che ancora oggi alcuni dei miei compagni di allora mi chiamano Erre.

 
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