Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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« Lasciami qui/2Pillole per non far mori... »

Lasciami qui/3

Post n°285 pubblicato il 06 Novembre 2016 da je_est_un_autre

“Sei un cacasotto”
”Oh, senti, Gaddi. Dacci un taglio, ok? Mi conosco, te l’avevo detto che era un’idea del cavolo”
”Bella figura mi hai fatto fare. Mentre tu te la davi a gambe lei mi ha chiamato tre volte: sai l’imbarazzo? Non sapevo cosa dire, ho inventato due stupidaggini del tipo che hai una macchina vecchia che è un miracolo se sta ancora tutta insieme e che ultimamente avevi una pessima cera. Secondo me ha pensato che eri morto”
”Così magari la prossima volta te li farai davvero, i casi tuoi”
”Non ci sarà nessuna prossima volta. Dovesse capitarmi nuovamente di incontrare una lettrice, su fb, ci vado io a cena con lei all’Ultima Spiaggia. Quando ho compiuto vent’anni mi hanno regalato ‘Lo Zen o l’arte della manutenzione della motocicletta’ quindi gli argomenti non mi mancheranno: è giunta l’ora che quei due anni di lettura diano dei frutti”

Nella nostra città, quando arriva novembre è uno schifo. Ricordo che da giovane dicevo di amare il freddo, anche la pioggia. Sarà anche stato vero. Certo adesso non mi sembra nemmeno più di essere la stessa persona. A furia di incassare la testa fra le spalle per il freddo potrei anche sparire del tutto, sotto questo portico umido di vapori di nebbia e urina.
Ho l’abitudine di camminare ogni sabato pomeriggio fino alla libreria, nel centro della città. Tengo gli occhi dritti davanti a me. Del resto non c’è molto da vedere: coppie stizzite che passeggiano, i soliti questuanti, l’uomo deforme che ostenta le sue mostruosità.

Così, cammino e basta. Guardo per terra, conto le righe, indovino distanze.
Conosco a memoria questo tratto di pavimentazione. So che sono quasi arrivato.
Qui, il lastricato finisce.
Poi, circa tre metri di asfalto.
A sinistra, una colonna con la base usurata.
Ecco l’ultimo tratto di strada.
Ci sono, alzo la testa, e.
E.
C’è.
Lei.
Sono passati due mesi da quella sera, e c’è voluto meno di un secondo per incassare un KO cento volte più potente di quello dell’Ultima Spiaggia.

Come un uomo con due cervelli che sviluppa contemporaneamente due ragionamenti, io penso:

- che è decisamente più meravigliosa di quanto abbia potuto intuire all’Ultima Spiaggia

- che è più alta di quanto immaginassi

- che i suoi occhi virano impercettibilmente al verde

- che deve avere cambiato qualcosa ai capelli in questi due mesi

- che sorride con una fila di denti così perfetti da muovere al pianto

- che vorrei non pensare tutte queste cose per quanto mi fanno sentire idiota

ma intanto penso anche che:

- si tiene abbracciata a uno

- che si sorridono, che lei sorride a lui, che sembra felice, che lo è

- che lui neanche lo vedo, non riesco nemmeno a guardarlo, ma che se mi sento devastato, da un secondo all’altro, lo devo a lui

- che li sto quasi incrociando, e che il mio passo si è rallentato

- che si impara a odiare in un momento, anche non volendolo

- che i secondi non durano niente

- che è già tutto finito
Reprimo un desiderio feroce di voltarmi indietro. Sono fermo. Mi sento addosso la mia stessa faccia. Non ho bisogno di uno specchio per sapere i miei occhi.
Li chiudo. Deglutisco. Li riapro.

Guardo in su, verso l’arcata del portico a sinistra, che da questa parte è così alto.

Il cielo è bianco, lattiginoso, muto, distante.

Sono sbriciolato. Non riesco a pensare a niente.

Solo un rimpianto struggente, antico come una pietra.
Provo una pena per me che non riesco a dire.

E il cielo è lì. Altissimo.

Il nostro corpo, è una prigione.

 

(Fine)

 

 

 
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Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 07/11/16 alle 00:58 via WEB
un finale pertinente ....mi piace
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 08:24 via WEB
Grazie, MP. E' un finale un po' obbligato, anche. Non so, a me non sarebbe dispiaciuto fargli provare qualche gioia.
(Rispondi)
 
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 07/11/16 alle 09:52 via WEB
tristissimo Maestro, ma in fondo se l'è cercato forse...
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 09:55 via WEB
Mi è uscito proprio un finale novembrino e triste. Sarà stata la pioggia di ieri. Ciao, OLS.
(Rispondi)
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 07/11/16 alle 10:30 via WEB
mi piacque tanto lo zen, di più lila. finale del tipo giusto per il pezzo e decisamente belle le immagini del collo incassato tra le spalle per il freddo e del cielo altissimo. grazie, 01
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 10:47 via WEB
Grazie invece a te, 01. (Sono suonato: non so cosa vuol dire "di più lila").
(Rispondi)
 
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 07/11/16 alle 13:27 via WEB
solo il titolo di un libro.
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 13:50 via WEB
Non lo conosco.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
tullio carmignanis il 07/11/16 alle 11:22 via WEB
Il nostro corpo, sì. Ma la mente sa anticiparlo ed essere una prigione in un senso più perverso (e occulto, s'intende). Complimenti...e Salah quel che Salah (prendiamola in ridere).
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 12:54 via WEB
Sa, Carmignanis? ieri sera pensavo: anche quando non ci mandiamo l'sms durante la partita è come se ci comunicassimo qualcosa, tipo: che tristezza, 'sto Bologna, meglio tacere.
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
tullio carmignanis il 07/11/16 alle 15:26 via WEB
Già, cosa scrivere dopo le iniziali occasioni mancate e il primo gol? Ti dirò, ho spento la TV e fatto partire su YouTube un "album" di Marco Paolini. Se proprio devo immalinconirmi, meglio farlo per qualcosa di "alto".
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 16:10 via WEB
Io ero alla bocciofìla, non potevo far partire niente. Però al terzo gol subito ho abbandonato la nave. Fanculo, meritiamo poi ben di più.
(Rispondi)
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 07/11/16 alle 12:05 via WEB
Questo finale non mi convince... Come se avessi nascosto qualcosa della storia che non volevi far emergere. Scusami, ma sono solo mie sensazioni. Posso sbagliarmi, non sono perfetta nell'esprimermi ma scrivo sempre quello che penso :)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 07/11/16 alle 12:52 via WEB
Ma figurati, anzi, trovo molto interessante il tuo commento. Come scrivevo all'inizio di questo triplo post, quello che leggi è in buona parte indirizzato dai paletti messi al'inizio dall'insegnante di scrittura creativa. Ma non vuole essere un alibi, se lo trovi poco convincente è colpa mia. Ci rifletterò su.
(Rispondi)
 
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 11/11/16 alle 16:23 via WEB
https://www.youtube.com/watch?v=2SH0pVVBmN0
(Rispondi)
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 11/11/16 alle 16:38 via WEB
Emmegreis, se sei quella della foto sappi che sono pronto per l'analisi.
(Rispondi)
 
 
 
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 13/11/16 alle 09:14 via WEB
Non sono proprio quella, ma gli occhi e gli occhiali son così :)
(Rispondi)
 
moon_I
moon_I il 10/11/16 alle 10:15 via WEB
...diciamo che il titolo non faceva presagire nulla di diverso da quello che poi è il finale, il linea con il tipo di personaggio...peccato ci fossero dei paletti perché sarebbe stato interessante vederlo evadere da quella prigione :)...mi piace quel cielo Altissimo, che sembra irraggiungibile come quella donna nella testa di lui...complimenti :)...buona giornata...
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 10/11/16 alle 10:56 via WEB
Giusta osservazione, moon: il titolo già faceva pensar male. E ancora non lo sapevo che sarebbe dovuta finire così. Grazie, moon!...
(Rispondi)
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 10/11/16 alle 23:25 via WEB
Per sapere quanto ci hai messo di tuo bisognerebbe conoscere quali erano, questi paletti. Qualche curiosità, comunque: che effetto ti ha fatto scriverlo? Ti sei depresso da solo o hai mantenuto il distacco dal tuo personaggio? Per scrivere il racconto hai dovuto creargli nella tua mente tutta una vita, anche se questa non compare nello scritto? Infine: c'è in questo, ma anche nel racconto più leggero della Moglie, una specie di sensazione di ineluttabilità, l'idea che non si possa (non si debba?) combattere l'infelicità. Riconosci questo mood come roba tua?
P.S. Ti avevo avvertito che ti avrei psicoanalizzato :-)
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 11/11/16 alle 08:02 via WEB
Ma che bello, meninas! Adesso rispondo punto per punto, almeno ci provo.
- Mi ha fatto un ottimo effetto, mi ha fatto tornare voglia di scrivere (sono pigro e qualche pungolo mi fa bene).
- All'inizio mi divertivo (mi è piaciuto immaginare un tipo ciarliero e superficiale come Gaddi) poi alla fine concentrarmi sulla sconfitta del protagonista mi ha intristito ma non avevo molta scelta.
- Era parte del compito, immaginare la parte della vita che non leggiamo qui, ma io non l'ho fatto: non sono riuscito a visualizzarlo in casa sua (per dire), e a dirla tutta mi sembrava che non servisse a granchè.
- La domanda sull'ineluttabilità dell'infelicità è il nocciolo della tua analisi ed è anche la cosa più interessante che dici. A dire il vero non so risponderti, mi sorprende questa constatazione. Mi fai sentire leopardiano (si fa sempre per dire). Sì, forse è quello che penso.
...ecco, adesso temo molto il tuo responso.
(Rispondi)
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 11/11/16 alle 23:32 via WEB
No, nessun responso. Come diceva Quelo, la risposta devi cercarla dentro di te. Epperò è sbajata! In realtà ti chiedevo perché, quelle poche volte che mi sono cimentata con lo scrivere racconti, è stato come farmi passare sopra un TIR. Cioè è stata una full immersion abbastanza devastante (anche in senso buono, ma comunque devastante). Immaginare di più di quello che scrivevo mi veniva naturale; ma forse sarebbe più giusto dire che ho scritto meno di quello che ho immaginato. Ecco, forse è questo il punto. Immaginare la vita di un personaggio non può essere un obbligo dato per compito, però la parte "visibile" del personaggio può anche essere la punta dell'iceberg della tua immaginazione; se questo è funzionale alla creazione, ovviamente, evidentemente per te non lo era.
Anche l'ultima cosa si riferiva un po' a un processo che è capitato a me. Partire pensando di creare un certo tipo di atmosfera e ritrovarsi poi con un mood abbastanza diverso, un po' come se la narrazione vivesse di vita propria, vagamente fuori controllo. Forse per te che fai l'attore certe sensazioni sono più familiari. Comunque è uno strumento di autoanalisi fantastico, perché nel seguire la piega delle emozioni del racconto (e per chi l'ha scritto sono molto più evidenti che per il lettore, sic), si ritrova una forma estremamente vera e nitida del sé, ti guardi dentro in un modo molto più leggibile di quanto non capiti con i sogni. E nel riconoscere la propria natura più profonda, fatta anche di qualche sfaccettatura e di un insieme di sentimenti e di modi di essere, si finisce per guardarla con indulgenza e simpatia. Almeno, così è successo a me. Per questo una volta ho detto che scrivere di fantasia è qualcosa che tutti dovrebbero provare nella vita, indipendentemente dalle capacità.
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 12/11/16 alle 09:10 via WEB
Guarda, questa cosa è tanto più vera se penso a quanto diverso si è rivelato l'unico altro racconto "fratello" dei miei compagni di corso che ho avuto la possibilità di leggere. Il mio, malinconico e con questa ostentata aria di sconfitta. L'altro, cinico e beffardo. E i paletti erano gli stessi! Comunque per me scrivere di fantasia è complicato, anche se è senz'altro un'ottima palestra. Dovrei mettermici di più.
(Rispondi)
 
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