Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Marzo 2020

 

Cambiamenti

Post n°399 pubblicato il 12 Marzo 2020 da je_est_un_autre

Nelle due sole rotte consentite (casa-coop e casa-bisognidispike) sono talmente tanto attento a quelli che incrocio che quasi mi fanno male agli occhi.
Circospetto, li guardo cercando prudentemente di non farmi notare. Mi chiedo se sto cominciando a rubricare gli altri come potenziali nemici. Incrociandoli, a volte, trattengo il respiro, con quella vocetta dentro che dice, non si sa mai. Altre volte noto che sono loro a scartare di mezzo metro: trovo la cosa poco elegante, ma non glielo farei notare. Io preferisco rotte oblique, un po' furbette. Me le preparo svariati metri prima, calcolando velocità e angolazioni. La Cosa tira fuori un lato maniacale di me che non sapevo di avere così sviluppato.
Bei tempi, quando mi limitavo a non calpestare le righe.

 
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Cosa c'è dentro a una bolla di noia

Post n°398 pubblicato il 08 Marzo 2020 da je_est_un_autre

Dentro la bolla di noia che la Cosa ci sta inevitabilmente costruendo attorno, noto che a seconda delle giornate io cambio spesso d'umore. Ieri l'umore era del tipo "Minchia, mi saltano tutti i lavori, come faccio?". Oggi invece il virus mi ha reso più sentimentale, penso meno ai problemi legati al portafoglio e di più alle persone.
Sì, penso alle persone. A quelle lontane. Molte, conosciute proprio qui dentro.
Amici e amiche che stanno altrove, nel Veneto, in Lombardia, in Liguria o magari in Sicilia o chissà dove. Che magari non vedo mai eppure per qualche ragione, affinità, pensieri condivisi, cose vissute, ho sempre sentito vicine.
Ci penso anche in tempi normali, ma molto più occasionalmente.
Non so, mi mancano, e ci penso più di sempre.
Forse è una cosa buona. Una delle poche.

 
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E adesso tocca a noi

Post n°397 pubblicato il 01 Marzo 2020 da je_est_un_autre

Quel giorno lì, ero a Rouen. (Io non ci passo quasi mai, per Rouen, anzi proprio mai. Cosa ci facevo, lì, quel giorno? Non lo so. Con chi ero? Non mi ricordo. E' pazzesco, a volte mi ricordo dettagli insignificanti lontanissimi nel tempo, poi interi periodi della mia vita se li inghiotte un buco nero nella mia memoria). Comunque quel giorno lì ero a Rouen, al museo. (Che poi anche questa: sì, mi piacciono i musei, ma non è che sia un frequentatore così indefesso delle collezioni d'arte, mah, si vede che quel giorno mi andava di vedere il museo di Rouen, magari fuori pioveva, chi si ricorda?).
Insomma adesso ci arrivo: sono lì nel museo di Rouen e a un certo punto, girato l'angolo, in una sala, grande tutta la parete, il quadro, quel quadro, il mio sgomento, un tuffo al cuore, un'epifania: dicevo, grande tutta la parete, il quadro che era poi la copertina di uno dei dischi capitali della mia vita, Only theatre of pain dei Christian Death. Il dipinto, ferocissimo e sanguinolento, era Andromaca, di un tal George Rochegrosse che non avevo mai sentito nemmeno nominare.
Sono rimasto lì ipnotizzato per un po'. Mille volte più potente di quella copertina che tante volte mi ero rigirato nelle mani, il quadro mi buttava addossso tutta la violenza e la brutalità di quella scena di guerra e vendetta. Ci ho messo un po', a riprendermi.
Comunque sia. Il disco in questione è un concentrato di punk nerissimo e malato, e credetemi se vi dico che invecchia benissimo. Tant'è che dopo trent'anni che lo ascolto ancora non mi ha stancato.
Quando, lavorando su "Waltzinblack - una ballata punk", ho avuto la possibilità di parlare di quel disco, sono stato felicissimo.
Ed è solo una delle ragioni che mi fa amare Waltzinblack.
Bene, era poi questo che volevo dirvi: adesso dovevamo rifarlo. Eravamo già pronti a rimetterlo in piedi.
E invece niente. Avete già capito. Quella roba lì ha vinto anche con noi.
Ma è solo per ora. Waltzinblack tornerà. Ve lo giuriamo.
Del resto, non credo che il weekend del Primo maggio abbiate altri programmi, no?
O pensavate di andare a Rouen?

 
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