Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Aprile 2020

 

Si sta come ad aprile

Post n°410 pubblicato il 26 Aprile 2020 da je_est_un_autre

Si sta come ad aprile in una perenne sala d'attesa.
Col treno che potrebbe passare tra una settimana, ma non c'è niente di sicuro. Ormai di questa sala conosci ogni angolo. L'hai misurata per il lungo, per il largo, da sdraiato, da in piedi; dal balcone hai gettato spesso un'occhiata fuori: la coppia che ogni giorno gioca a racchettoni in cortile, la signora che prende il sole, la famiglia giovane in cucina, il camion della coop. Sai tutto, i movimenti, i rumori, le abitudini, gli sguardi che fin da qui sembrano stanchi. Immagini loro che guardano te. Ti imbarazzi.
Ti giri e dal balcone guardi dentro. Ti concentri sullo spigolo tra le pareti , tracci una linea fino all'angolo opposto. Guardi a terra. Entri in cucina. Apri il frigo, non ti ricordi perchè lo hai fatto, lo richiudi.
Ti senti stanco. Torni al divano, prendi in mano un giornale, lo riponi. Guardi dritto e smetti di pensare. O almeno ci provi.
Il treno è di là da venire.

 
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BAR da casa

Post n°409 pubblicato il 24 Aprile 2020 da je_est_un_autre

Beh, intanto noi ci passiamo il tempo così...
B.A.R. (da casa...)

 

 
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Tre due uno

Post n°408 pubblicato il 21 Aprile 2020 da je_est_un_autre

Io, l'ultima volta che ho contato i giorni, è stato a mlitare.
Lì avevamo cominciato presto. Ricordo che la prima sera, nella caserma di Lecce, in quello stanzone enorme, gremito, maleodorante e afoso, spensero la luce e io sentii una voce dall'accento forse lombardo, dall'altra parte della camerata, che diceva: vorrei svegliarmi tra un anno.
"Vorrei svegliarmi tra un anno" è una bella frase, dolente e poetica. Mi è rimasta molto impressa.
Ho provato, nella notte di qui, a dire "Vorrei svegliarmi il 4 maggio". Non è la stessa cosa. Non funziona.
Forse perchè un pocolino lo sappiamo, che è lì che cominciano i casini?

 

 
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Una lettera

Post n°407 pubblicato il 12 Aprile 2020 da je_est_un_autre

Caro Michele, mi chiedi come sto.
Oggi non particolarmente bene, devo ammetterlo e so che con te posso parlar franco.
E poi lo sai bene come succede, c'è questo su e giù di umore, non ti dico nulla di nuovo, è una cosa che stiamo vivendo tutti, e oggi è nera. Il fatto che sia Pasqua non migliora le cose, anzi. Il 3 maggio mi sembra lontanissimo, è lontanissimo.
E qui, nella penombra di un pomeriggio che diventa lunghissimo, sento una cosa: mi manca tutto, mi mancano tutti.
Specialmente la mia casa, i miei affetti più stretti. Oggi li ho visti su skype e mi è venuto un gran magone.
Mi mancano cose che sembrano nulla. Ad esempio un bar aperto. Mi manca prendermi un'ubriacatura da far spavento (qui sto tranquillo e mi limito, lei non la prenderebbe bene).
Mi manca andare alla bocciofìla (sì, proprio quelle dove si muore come mosche, col covid) a vedere il Bologna.
Mi manca il non avere sensi di colpa se mi viene una battuta umoristica. Ma del resto, mi manca anche la vena umoristica.
Tutto è arido, rinsecchito.
Mi chiedi che faccio. Sto molto su internet, cazzeggio. Leggo ma faccio più fatica del solito, e mi distraggo facilmente. Guardo robe in streaming tipo cose dei musei, la vita di Raffaello, il mistero di Caravaggio, cose così. Un po' di bellezza, almeno questo.
Non vedo l'ora di fare un giro in macchina. Con quella cosa della frattura non guido una macchina dai primi di gennaio, e ne ho una gran voglia. Andare anche un po' forte, con la musica alta e il finestrino giù. Mi manca guardare le ragazze con gli shorts. Andare al ristorante. Mi manca tutto.
Mi manca andare su un palco, ad esempio le commedie come l'ultimo dell'anno, lì è stato formidabile. Mi mancano anche i ragazzi dei corsi, e sai bene quanto c'è da sudare, a gestire i laboratori. Ma anche i progetti che avevamo insieme, quella web serie che quei cazzoni dell'università farebbero bene a finanziarti perchè è una cannonata.
A pensarci adesso, capisco che avevo una vita piena pur non facendo mai un cazzo e non lo sapevo. Ecco qua.
Altre tre settimane, caro Michele.
Io non so tu, ma penso che comincio a  capire l'impazzimento.
Un abbraccio.
L.

 
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Passatempi

Post n°406 pubblicato il 10 Aprile 2020 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Dopo un mese pieno di questa vita varia e movimentata, ho pensato che era tempo di un hobby rilassante e mi sono dato al birdwatching.
Certo sarebbe stato meglio cimentarsi in questa nobile arte lungo i fossi e le oasi situate attorno a Nonantola, ma ci si deve accontentare della finestra che dà sulla Coop di fronte a casa.
Il senso è scoprire qual è l'uccello che emette un trillo simile alla suoneria di whatsapp. Sono orientato a pensare a un merlo. Del resto è l'unico uccello che mi pare di aver riconosciuto da qui, sui pennacchi dei pini che mi separano dal supermercato. Guardo e guardo, ma trovo solo dei merli. Eppure versi ne sento tanti, e molto differenti, anche se tra tutti, inesorabile, spicca l'uccello whatsapp.
Ho pensato che forse il mio cannocchiale autocostruito non è il massimo. Non scova l'ombra d'una cinciallegra, nè la piuma d'un ciuffolotto, nè la coda d'un cardellino. Macchè, niente.
Solo merli.

Magari il birdwatching ha anche la sua parte di bello, ma così è un zinzello ripetitivo.

 
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