Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi del 01/05/2020

 

Ad occhi chiusi (breve racconto su quando baciarsi era normale)

Post n°411 pubblicato il 01 Maggio 2020 da je_est_un_autre

Aveva così tanto desiderato di baciarle la bocca, che quando finalmente successe si avventò sulle labbra di lei in modo scomposto.
Proprio in quell’attimo, come in un lampo, gli sovvenne il ricordo di quell’altra ragazza di tanti anni prima, che all’inizio della loro relazione si era detta contrariata perché “…quando mi baci irrigidisci troppo le labbra”. (All’epoca lui si considerava un baciatore di normale levatura e quelle parole lo avevano lasciato stupito, e costernato assai. Cercò di porre rimedio alla cosa facendo una serie di tentativi e allenamenti davanti allo specchio, arricciando le labbra, massaggiandole coi polpastrelli e facendole vibrare tra loro come fanno i bambini, il tutto per raggiungere il grado di morbidezza da lei gradito. Da quel momento, ogni volta che la baciava, era così concentrato sulle proprie labbra piuttosto che su quelle della fidanzata, da far diventare il bacio una pratica quasi onanistica. Stanco di baciarsi da solo, lasciò che il rapporto si esaurisse da sé).
Ora, più maturo, sapeva che l’eccitazione di un primo bacio improvviso poteva giustificare senz’altro quella foga concitata: pure, abituato da sempre a spiarsi, non poteva smettere di pensare che forse stava esagerando. E’ pur vero che quella lieve imperfezione nei denti di lei e che lui trovava profondamente erotica motivava ampiamente quell’ardore, ma il sospetto di essere giudicato goffo lo terrorizzava.
Decise di socchiudere un occhio per vedere se fosse possibile intuire sul volto di lei qualche forma di disappunto.
Niente da fare, troppo vicini, impossibile capire qualcosa.
In effetti, riflettè, non è un caso che la gente baci a occhi chiusi. Ci si concentra meglio e in più - come era ormai chiaro - gli occhi aperti non servono, in quella situazione, assolutamente a niente.
Allora prese l’iniziativa e si staccò da lei all’improvviso, sorprendendola in un’espressione in cui una placida soddisfazione non era del tutto cancellata da un ovvio sbigottimento.


 

 
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