Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Settembre 2019

 

Quando le cose belle durano troppo poco

Post n°380 pubblicato il 29 Settembre 2019 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Mi hanno detto che così conciato somiglio ad Aldo Maccione. Cioè, me l'hanno detto dopo, guardando una foto scattata sul set. L'ho preso come un grande complimento: mi piace, Aldo Maccione. Non so se l'avete presente, con quella sua tipica figura da italiano simpatico, fanfarone, un po' sfrontato e un po' goffo - non a caso amatissimo in Francia.
Io invece, appena uscito dalle sapienti mani degli addetti al trucco e parrucco, mi sono guardato e non ho potuto non pensare a mio padre, che era un italiano timido e gentile.
La scena non era niente di che, come dicevo: semplicemente un episodio della giovinezza del protagonista, che marginalmente incontra questo ingegnere che sono poi io, e con uno scambio di battute che, credo, dovrebbe risultare leggero e divertente. Sulla lingua e gli accenti mi ero fatto fin troppi problemi: nessuno sul set capiva veramente la differenza tra emiliano e romagnolo, come parlavo io gli andava benissimo, e l'assistente al dialetto (esiste, giuro: ama presentarsi come la "dialect coach") non  ha avuto nulla da ridire - e comunque aveva il suo daffare col protagonista, che di emiliano non ha nulla, ma è bravissimo e farà molto bene.
Per concludere posso dire che le cose belle durano troppo poco; che il regista si fa ben volere, è giovane e sempre sorridente, non ho percepito nessuna tensione e non è affatto scontato; che l'alberghetto in cui mi hanno riportato la sera dopo le riprese, a Roma, era perfetto, malinconico il giusto; e che forse, forse, è un peccato che abbiamo smesso quasi del tutto di usare la giacca e la cravatta.

 
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Self-tape (il sequel)

Post n°379 pubblicato il 22 Settembre 2019 da je_est_un_autre

Beh, alla fine mi hanno preso. (Ne parlavo qualche post fa, si tratta di quel provino casalingo in cui discutevo animatamente con frigor, finestra e sedia). E' la prima volta dopo un provino fatto col self-tape, e quindi funziona, evviva.
Certo, non è niente di che, un piccolo ruolo in un film, una scena in cui interpreto l'ingegnere capo di una casa motoristica delle nostre parti, pare. Però ci tengo a farla perchè il regista è uno in gamba. E' vero, è quasi più lo sbattimento che il gusto, come si dice qui, però il cinema secondo me non si rifiuta. Anche se stai via da casa tre giorni per un scena che durerà, mah? trenta secondi? Anche se si gira a Latina, neanche Roma (con rispetto), che un motodromo in Romagna non si trovava, figuriamoci. Anche (soprattutto) se sei pagato poco:
"Lorè, nun me poi chiede de ppiù, me stai qua treggiorni, a sai la spesa che dovemo fà, er viaggio, l'arbergo? O voi sapè chi ce guadagna a 'stoggiro? O voi sapè chi cce guadagna?"
"Chi ci guadagna?"
"TRENITALIA, ce guadagna! Trenitalia, e l'arbergatore, Lorè!"
Insomma secondo me vale la pena. In questi giorni mi sto preparando, soprattutto con gli accenti. Siccome questo ingegnere capo è romagnolo, mi sono fatto una scorpacciata di Giacobazzi, e soprattutto Cevoli. Per fortuna che Cevoli mi piace (Tullio Carmignanis, se passi di qui, perdonami). Sulla zeta ovviamente non ho problemi; sono gli accenti la cosa problematica, e certe aperture vocaliche che noi emiliani proprio non abbiamo.
E qui fate una scoperta. Gli emiliani sono emiliani, e i romagnoli sono romagnoli. Due cose diverse. Due mondi diversi. Che a volte ci confondete, e non è bello. Sempre con rispetto.
Bòn, vado a parlare col frigor, così, per stare in allenamento.
A' suivre.


 
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Appunti di Santa Fè

Post n°378 pubblicato il 15 Settembre 2019 da je_est_un_autre

Santa Fè in provincia di Bologna, intendo.

Ieri sera, con considerevole anticipo rispetto al solito, The Body mi ha fatto il quadro astrologico per il 2020. Su queste cose, si sa, lui è molto preparato. Si è anche aggiornato: così come una volta non usciva mai senza "Astra" sotto il braccio, ora arriva armato di smartfòn ben puntato sui siti specializzati.
E' così che l'ho visto entrare ieri sera a Chinatown, determinato e brandente il suo cellulare. Mi ha visto e mi ha puntato all'istante.
"Lorenzo, ho una cosa per te. Il tuo quadro astrologico per l'anno prossimo"
"Ah. Beh, grazie. Ma non è un po' prestino?"
"Grandi cose. Grandi cose per te, Lorenzo. Di che segno sei?"
"Sagittario. Ma se mi chiedi di che segno sono come fai a sap..."
"Ascendente?"
"Eeeehhh...credo Sagittario"
Qui Body da serissimo è diventato minaccioso.
"A che ora sei nato?" ha sibilato.
Io ho deglutito. "Direi le sette e mezza, forse le otto". La risposta lo ha accontentato, e ha cominciato a parlare col cellulare, fissando il vuoto.
"Segni-Fuoco-Duemila-Venti!" ha scandito. "Sentirai che roba".
"Sì, ma io stavo guardando la part..."
"Ecco qua. C'è una piccola introduzione di due minuti, ma è importante. Ascolta. ASCOLTA!"
"Diosanto. Ok, ascolto"
L'introduzione era una gran palla, ho capito solo che Saturno entrava non so dove.
Poi però è arrivato il momento del Sagittario, e lì la musica è cambiata. Bisogna onestamente dire che era difficile non esaltarsi. Vincite al gioco come se piovesse, salute come quella di un ragazzo di vent'anni, amori pirotecnici, contratti miliardari qualunque lavoro facciate.
Alla fine Body ha chiuso il cellulare. "Sentito?"
"Accidenti. Sono colpito"
"Te lo dicevo io. Adesso vado. Fammi sapere quando farai qualcosa qui in giro che vengo a vederti, ok?"
"Certo. E saranno grandi successi"
"E' inevitabile"
"Lo dicono le stelle"
"Che non  mentono. Senti, hai una sigaretta?"
L'ho guardato uscire dal bar e ho pensato che questa scena si ripete più o meno uguale da almeno vent'anni, compresi gli straordinari trionfi del Sagittario - anche se di solito il tutto accade verso dicembre.
Però l'entusiasmo di Body, e questo anticipo sui tempi, mi fanno ben sperare, per una volta.
State accorti Sagittari. E' il nostro momento.

 
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Cambiare aria

Post n°377 pubblicato il 01 Settembre 2019 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Non è facile per nessuno, cambiare casa, cambiare abitudini. Figuriamoci per un cane, animale di per sè molto abitudinario. Figuriamoci per Spike, il più abitudinario tra tutti i cani. "Mister abitudinario" direbbe Snoopy.
Però si sta ambientando. Ad esempio ha fatto meno storie di me quando è stato il momento di utilizzare l'ascensore più claustrofobico del mondo. E non gli sembra vero di poter fare certe corse per casa, che ieri ormai s'azzoppa in seguito a una curva troppo stretta.
Certo, il problema è il fuori di casa.
Per la passeggiata del mattino, non sa che darebbe per riavere indietro il tranquillo, silenzioso giardinetto di via del Piombo, lui che odia i palloni e i bambini.
Perchè in effetti, di che cosa è piena la lunetta Gamberini, alle otto di mattina della domenica? Di palloni e di bambini.
Alle otto di mattina della domenica.
Spike non si capacita. Dategli torto, se ci riuscite.

 
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