L'atrabilioso

Dunque, come accertato direttamente da una frequentatrice del blog di cui non farò il nome (viburnorosso), pare che in alcune scuole elementari della penisola intervenisse nientemeno che Piero Angela a fare lezione ai ragazzi. Delle improvvisate, così.
"Bambini attenti, mettete giù il righello: finiamo qui la lezione sul quadrato! Tutti in piedi! C'è qui il signor Piero Angela che oggi vi parlerà dei buchi neri nell'universo. Diciamo tutti insieme 'BUONGIOOORNO SIGNOR AAANGELA!'"
Ma ve lo immaginate? Fra una lezione sul triangolo isoscele e una sui mammiferi, tràc: Il Mondo di Quark che entra in classe. Roba da restarci secchi. Per forza poi da quelle scuole cittadine sarebbero usciti fior di bambini destinati ad un futuro nell'astrofisica, nella biologia marina, nella chimica molecolare. Ma poi soprattutto l'eccitazione per un personaggio famoso che viene lì a parlare a te, di persona dico.
E' difficile confrontare questo tipo di realtà con quella che vivevamo noi con Suor Letizia a tirar bacchettate sulle dita e con l'unico evento settimanale della proiezione di diapositive, di solito "Vita e Opere di San Domenico Savio".
Non che non ce la mettessero tutta, queste suore, a farci vivere una vita piena di emozioni e presaga dei pericoli che nel futuro ci attendevano. Ad esempio una consueta minaccia era quella di essere sbattuti nella "pompa", una specie di antro nero e ammuffito ad uso lavanderia che per mia fortuna solamente intravedevo (non senza un brivido sulla schiena) quando la porta restava per qualche ragione semiaperta mentre magari ci stavano portando nel salone a gustarci "Vita e Opere di San Giovanni Bosco". (Però alcuni miei compagni hanno passato lì dentro buona parte delle elementari, oggi si tratta per lo più di simpatici disadattati).
Un altro spauracchio erano le bacchettate di cui sopra: ora, immaginate: Suor Letizia non usava una bacchetta delle dimensioni di un ferro da calza, ma un pesante bastone di bambù della lunghezza di tre metri, perfettamente manovrabile dalla cattedra fino agli ultimi banchi (una volta la vidi addirittura sferrare una caraffa di vetro all'indirizzo di un alunno, e colpirlo alla testa. Costui è oggi un adulto che divide a metà il suo tempo tra le serate nelle balere del latino-americano e le sedute dall'analista).
Era insomma una vita densa di rischi, eccitante a suo modo, e non si può certo dire che non ci desse modo di pensare, come ad esempio quando ti ritrovavi appeso per un intero pomeriggio per il colletto, tu alto un metro, ad un attaccapanni alto due metri, sistemato là sopra da Suor Letizia in persona un momento prima della proiezione di "Vita e Opere di San Francesco di Paola".
Però vabbè, Piero Angela sarebbe stato davvero un'altra roba.