Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Guarda, a dir molto siete in:

 
Citazioni nei Blog Amici: 137
 

Ultime visite al Blog

je_est_un_autrelisa.dagli_occhi_blucassetta2ImperfettaDonnaelyravwoodenshipEstelle_kQuartoProvvisorioAnonymus1dglprefazione09surfinia60famonagrossaOgniGiornoRingraziomonellaccio19
 

Ultimi commenti

Ciao!
Inviato da: je_est_un_autre
il 18/10/2024 alle 16:48
 
Esatto!! Ora riesco a vederlo di nuovo! Ciao ,,,
Inviato da: ImperfettaDonna
il 18/10/2024 alle 15:28
 
Se vuoi, sì. Ciao!
Inviato da: je_est_un_autre
il 18/10/2024 alle 07:59
 
Buona giornata, estelle.
Inviato da: je_est_un_autre
il 18/10/2024 alle 07:58
 
Ti rispondo a problema risolto. Ti rispondo? *_*
Inviato da: Estelle_k
il 17/10/2024 alle 19:52
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Poi uno si siede in plat...I Dialoghi Impossibili: ... »

Gli studenti di fisica (I)

Post n°228 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da je_est_un_autre

Prima di tutto, i Prof.
C'era Tappi, che insegnava Lettere. Aveva le dita gialle di nicotina, i capelli tinti di nero arricciati artificialmente e un enorme neo a lato del naso. Il tutto gli conferiva un'aria come da cicisbeo stropicciato.
Tappi non spiegava la lezione: si sedeva di tre quarti prendendo la luce dai finestroni, guardava fuori e parlava. Di cosa non potrei dire precisamente, perchè confondeva gli argomenti. Poteva cominciare con Manzoni per finire a parlare di una trattoria del Levante ligure, e aggiungeva: "Se capitate là, dite che vi manda Tappi"; oppure si metteva a parlare della superiorità delle materie umanistiche, aggiustandosi con una mano quel suo papillon a pois. Si può dire che di noi non si accorgesse mai, se non per il disturbo che inevitabilmente arrecavamo ai suoi monologhi con pretese assurde come quella di essere interrogati. In quei casi Tappi aveva come un sussulto, poi esitava, si tirava una narice e invariabilmente diceva con voce suadente:
"No, caro. Oggi vorrei sentire Sergio".
Sergio era l'adorato allievo del primo banco, una specie di secchione suo malgrado, simpatico ed altruista. Credo che Tappi ne fosse invaghito.
Io provai per un anno intero a farmi interrogare sull'ode "All'amica risanata" del Foscolo. Ero diventato molto ostinato e le donne dei romantici non avevano più segreti per me: i miei studi erano incentrati ormai solo su contessine che saltano su dagli egri talami e su nobildonne disarcionate. Forte dei miei pomeriggi studiosi arrivavo a scuola convinto che sarebbe stata la volta buona, e fingevo di non sentire la voce di qualcuno che ridacchiava alle mie spalle:
"Ehi, Lorenzo! All'amica risanata anche oggi? Hihi!"
Facevo spallucce, alzavo una mano e chiedevo:
"Prof. Tappi! Vorrei essere interrogato. Ho portato 'All'amica risanata' del Foscolo"
Tappi abbandonava a malincuore lo sguardo perso tra i tigli del giardino interno e mi guardava come si guarda uno straniero capitato lì per sbaglio, poi dolcemente sussurrava:
"No, caro. Oggi vorrei sentire Sergio".

Oh, contessina Fagnani Arese, quanto l'ho pensata in quei giorni e in quelle notti! Non me ne faccia una colpa, avrei parlato tanto volentieri di Lei a quegli incolti. Ma è che Tappi non ne voleva sapere. Tappi voleva parlare con Sergio.

Poi c'era Merlino, che insegnava Fisica ed era il grande rivale di Tappi. Le loro discussioni in corridoio non erano più quelle tra due insegnanti di un istituto tecnico di provincia, ma quelle tra due Filosofi dell'antichità che dibattono sulla superiorità della Scienza o della Poesia. Era stimatissimo da tutti a scuola ma credo che nessuno abbia mai compreso nulla delle sue complicatissime lezioni, sempre sciorinate con aria dolente, più adatte a studenti di Fisica Teorica che ad allievi dell'Itis destinati con ogni probabilità ad una modesta carriera in qualche laboratorio del comprensorio dell'industria ceramica. Era distaccato e intelligente, pieno di riserbo; eppure anche Merlino ogni tanto interrompeva le lezioni con considerazioni personali.
Si lasciava andare a ricordi della Basilicata, del suo mare, di giornate che non finiscono mai: parlava con dignità di "profondo Sud" e tutte le parole le centellinava con voce piana. Poi d'improvviso si fermava come qualcuno che ha detto qualcosa di sbagliato, lasciava trascorrere una piccola pausa piena di malinconia, si voltava verso la lavagna e riprendeva a parlare di approssimazioni gaussiane.
Adesso hanno costruito un Planetario, di fianco alla scuola, e l'hanno chiamato col suo nome. Credo lo meritasse.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963