Oggi ho accarezzato il mio gatto.
L'ho incrociato giù. Stava sdraiato su un vassoio pieno di conchiglie aguzze, in veranda. Mi chiedo sempre come faccia a sentirsi comodo lì sopra, eppure sembra starci benissimo. Quando mi ha visto mi ha detto "miao". Ho capito che voleva salire da me.
E' entrato in casa guardingo, facendo vibrare un po' la coda. Ha dato un'occhiata in giro, coi suoi tempi. Mi sono messo sul divano a leggere e ad aspettarlo.
Così mi ha raggiunto ed è salito sul tavolino di fronte a me, pieno di carte e di libri. Ha messo le zampe sul copione di "Nel bel mezzo di un gelido inverno", ha guardato un rebus sulla Settimana Enigmistica, ha passeggiato sulla copertina di un giallo ("Il commissario Zen") e su "Pastorale Americana" di Roth. Non ha degnato di uno sguardo "Il corpo poetico" di Jacques Lecoq e finalmente si è sdraiato su tutta quella confusione di fogli, morbido, silenzioso, sempre con quella invidiabile noncuranza con cui dimostra di sapersi rilassare a meraviglia anche in un letto pieno di spigoli.
Gli ho accarezzato la testa con un dito. Tra gli occhi. Distendeva e arricciava le zampe, con gli artigliucci che graffiavano appena i fogli del copione. Faceva le fusa piano come fa lui. Poi ad un certo punto si è dimenticato di fare quella pastina, le fusa si sono fatte quasi inavvertibili, e si è messo a dormire.
L'ho guardato ed ero contento di averlo lì.
Oggi ho accarezzato il mio gatto.
Inviato da: je_est_un_autre
il 18/10/2024 alle 16:48
Inviato da: ImperfettaDonna
il 18/10/2024 alle 15:28
Inviato da: je_est_un_autre
il 18/10/2024 alle 07:59
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il 18/10/2024 alle 07:58
Inviato da: Estelle_k
il 17/10/2024 alle 19:52