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L'Armando

Post n°335 pubblicato il 14 Luglio 2018 da je_est_un_autre

L'Armando è un bidello. Un bidello dell'università. Non è che esiste veramente, è una figura di fantasia, l'Armando. Se la cosa andrà in porto, diventerà uno dei personaggi di una serie ambientata nell'ateneo bolognese. Per ora meglio non correre troppo, una cosa per volta: domani si apriranno le auguste (?) porte dell'Alma Mater per le prove e quindi lunedì ci sarà il primo ciak per la puntata pilota, e poi se son rose.
Io farò l'Armando.
Ho pensato a come farlo, a una figura cui ispirarmi. E lì mi è tornato in mente il bidello dal buco in testa. Lo chiamavamo così per via di una stupefacente rientranza situata proprio in mezzo alla sua fronte, dentro la quale potevi sistemare comodamente una pallina da ping-pong. Sembrava sempre incredibilmente stanco, e la stanchezza si rifletteva anche nella bussata alla porta che lo annunciava, una bussata sfinita, quasi morente. Entrava per comunicare qualcosa al professore ma non raggiungeva la cattedra, faceva appena un passo entro la soglia ed esalava il messaggio al docente a volume bassissimo. Nessuna espressione accompagnava queste comunicazioni, al massimo poteva muovere appena un sopracciglio come a dire: io l'ho detto, poi fate voi. A quel punto il docente fingeva di aver capito e congedava il bidello dal buco in testa con un saluto.
E lì, accadeva qualcosa di strano: c'erano come due secondi di apnea, di sospensione, un tempo lunghissimo in cui il bidello rimaneva completamente immobile al punto che ti veniva da sospettare che fosse morto ma al tempo stesso troppo stanco per cadere fino a terra. Poi, dopo un breve sussulto che faceva appena vibrare il camice sporco di gesso, tornava sui suoi passi e si chiudeva la porta alle spalle lentamente, lentissimamente.
Negli anni ho visto parecchi bidelli, ma tutti avevano questa stanchezza congenita. Il bidello dal buco in testa però li batteva tutti.
Mi è tornato in mente, e domani ai registi glielo propongo un po' così.
Che del resto, andare a lavorare di domenica mi fa già sentire un po' stanchino.

 
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