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Date la colpa alla mia insonnia

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Storia di un altro tempo

Post n°437 pubblicato il 01 Novembre 2020 da je_est_un_autre

Un tempo in cui si poteva respirare insieme dentro la stessa stanza.

Lei aveva il suo studio in periferia. Io passavo a volte sotto la sua finestra. Facevo una piccola deviazione, guidando, e arrivavo lì. Non mi fermavo nemmeno.
Non aveva senso, eppure lo facevo. Non speravo di incrociarla. Era come un vizio assurdo, incomprensibile. Solo a volte mi fermavo da lei. Potevano passare mesi da una volta all'altra.
Lei mi odiava per questo. Mi apriva la porta, silenziosa. Un lieve rimprovero negli occhi grandi. Durava solo un attimo.
Diceva, il mio corpo è freddo, non provo niente, nessun desiderio. Nè con te nè con nessuno: se proprio vuoi, fai da solo. Io facevo da solo. Lei mi lasciava fare. Mi dava solo un bacio su un fianco. Un bacio leggero, ad occhi chiusi, di una sensualità inconsapevole.
Nel ricordo, quell'attimo si è ingigantito, e ha assunto i contorni del mito, inscalfibile.
Lei ne riderebbe se lo sapesse. Eppure quel gesto, ora, ora che tutto è cambiato e tutto è svanito da tanto tempo, non riesco a non pensare a quell'istante se non con un  senso di piena gratitudine.
E di rimpianto. Per quello che non abbiamo più.

 
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