L'atrabilioso

 SMS delle 17.55: “Dobbiamo riformare i FAMIGLIA CRISTIANA”.
Proprio così, in maiuscolo.
Non me l’aspettavo, ma mi sembra una buona notizia. Vedremo come reagirà il mondo della musica ultraindipendente - se ne esiste ancora uno. Nel frattempo meglio darsi da fare, nel senso di rispolverare tutto l’armamentario: dagli abiti, ai ferri del mestiere.
All’epoca - si era alla fine degli anni ’80, inizio ’90 - eravamo rimasti tutti folgorati dalla scena industrial, e da gruppi come Einsturzende Neubauten, SPK, Test Dept. eccetera.
 
Il nostro quartier generale era nello studio sotto la casa di Gianni, e lì ci trovavamo, rigorosamente nerovestiti, per ascoltare i dischi di qualche improbabile gruppo noise magari del Benelux (naturalmente annunciato da Rockerilla come “imperdibile”) o l’EP di una dark-band romana (“i Joy Division italiani!”, sì certo, come no). Il nostro look doveva risultare indigeribile ai più, ma specialmente al padre di Gianni, proprietario della sala, che ogni tanto capitava da quelle parti. Ci teneva a mettere in guardia il figlio:
“Gianni, cum’ela che tè e tot i to amig a si saimpar ftì ed negher? Sìv tot di fasesta? Stè ateinti che ander in gir as ciàpa al bot dai comunesta!” (Gianni, come mai tu e tutti i tuoi amici siete sempre vesiti di nero? Siete tutti fascisti? State attenti che ad andare in giro si prendono poi le botte dai comunisti!”).

Di questi rischi non ci curavamo, perché altro occupava le nostre menti: era venuto il tempo di formare una band. Per prima cosa scegliemmo il nome. Avendo ascoltato una quantità di gruppi che avevano la parola “death” nel nome, e che sovrabbondavano di immagini religiose vagamente blasfeme, Famiglia Cristiana ci parve giustissimo.
La line-up era così composta: Gianni, l’unico vero talentuoso, voce, tastiera e percussioni. Coeli al basso, scelto proprio per la sua totale mancanza di orecchio musicale, e poi perché era l’unico ad avere i soldi necessari a comprare quel basso che nessuno possedeva; Tonno, il tossico, all’ocarina (ma alle prove non veniva mai), e io al trapano, ai martelli e specialmente all’incudine. L’incudine l’andammo a comprare io e Gianni da un robivecchi. Era una di quelle incudini a un corno solo, quindi per fortuna meno pesante di quelle complete: 80 kg. Io e Gianni, all’epoca invero piuttosto gracilini, impiegammo un intero pomeriggio per prenderla giù dalla macchina e portarla nello studio.
Delle jam session torrenziali e fragorosissime che facemmo all’epoca, esiste ancora un demotape che ebbe qualche successo nelle frange più all’avanguardia tra gli operai della Lamborghini.


Sono tornati insieme i Police, si parla sempre di una possibile reunion dei Genesis, ma è adesso che dovete cominciare a tremare.