Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Post n°19 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da je_est_un_autre

C'era una volta una piazzetta colorata poco lontana dal centro di una grande città.
Era un luogo aperto e fresco, ed era piacevole stare lì. C'era la musica, gli alberi, e un po' di gente che andava e veniva. Quelli che ci venivano, lo facevano soprattutto per ascoltare le parole di una signora che al centro di quella piazza aveva messo il suo piccolo palchetto, e da lì parlava e parlava. Ci sapeva fare, le sue erano parole vive: raccontava storie, parodie, episodi della sua vita e sapeva come far ridere il suo pubblico fino alle lacrime. Gli affezionati rispondevano divertiti alle sue sollecitazioni, e quando qualcuno stonava, la signora sapeva sempre come replicare, senza offendere nessuno. Ma un giorno plumbeo, in cui la signora stava parlando ad un pubblico più tetro del solito, un uomo avanzò tra la folla e salì sul palco, e con un gesto della mano ottenne il silenzio. Non aveva bisogno di presentarsi, perchè tutti sapevano. Era il Giudice Ultimo, l'Inappellabile.
Con voce tonante intimò "Vergogna! Siete qui a ridere e a ballare, e non  vedete più in là del vostro naso! Non vedete oltre i muri di questa piazza, e fuori si consumano tragedie inenarrabili! E lei, signora" e qui fece una pausa "Avrebbe dovuto usare il suo eloquio per migliorare il mondo, non per sollazzare questi stolti. Siete tutti responsabili!". E così come era arrivato, se ne andò.
La signora balbettò qualcosa, ma il senso di colpa serrava la sua gola, e quella di tutti. Avevano ballato sulle ossa dei bambini morti in guerra, e non l'avevano mai saputo. Nessuno osava alzare gli occhi verso gli altri, il livore ed il sospetto si diffusero in un istante. Il fiato gelido di quell'uomo aveva corrotto tutti. Si spegnevano le musiche, si smorzavano le risate, nessuno parlava più. Si sentiva solo il ronzio di una radio, monocorde ed incomprensibile. La sera la piazzetta era deserta, solo un pezzo di carta scritta a mano mulinava nell'aria.
Fuori città, in una grande casa protetta da un alto cancello, una finestra era fiocamente illuminata. Su un tavolaccio c'era una grande mappa. Un uomo con un grosso pennarello nero in mano tracciava una croce in un punto preciso di quella mappa. Alla luce della candela, forse sorrideva.

La chiusura di un blog non è la morte.
Ma viene lo stesso, un po' di malinconia.

 
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