Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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ho visto due miei amici perdere il loro compagno fedele e...
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Ti capisco bene, un piccolo spike lìho incontrato anche...
Inviato da: lalistadeidesideri79
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Il gettonato

Post n°573 pubblicato il 21 Marzo 2024 da je_est_un_autre

Ho trovato un'agenda, di ritorno dalla passeggiata al parco con Spike. Stava lì, proprio in mezzo alla strada, la copertina di pelle, l'aria vissuta. Mi sono guardato in giro, non c'era nessuno. Non mi piace farmi i fatti degli altri, però mi sembrava giusto guardarci dentro per rintracciare almeno un nome, un indirizzo, qualcosa. Non c'era niente. Sembrava piuttosto un taccuino in cui il padrone - mi sono fatto l'idea che fosse un uomo, non giovane - riportava frasi, citazioni famose: "Lentamente muore..." o "Un giorno senza sorriso è un giorno perso", cose così. Un po' poco per risalire a un proprietario: mezzo mondo internet scrive le stesse cose. Poi c'erano ritagli di giornale, riviste direi. Articoletti di cronaca. Ma su tutti un articolo su Padre Pio, con la foto del frate. Beh, visto che mi trovavo di fronte alla chiesa, mi son detto: sarà stato un qualche frequentatore ad averla persa, tanto vale portarla dentro. A me piacciono, le chiese, ma sono un po' prevenuto su quelle moderne, e questa è modernissima. Ci passo sempre davanti ma non ero mai entrato. Ho esitato un secondo, non so bene se ci si può entrare, in chiesa col cane. Nessuno in vista, Spike tranquillo, siamo entrati. Mi sono sorpreso: è bella, questa chiesa. Essenziale, tondeggiante, bianca, luminosa. E deserta. Un cartello sul fondo indicava una porta a vetri: Casa del parroco, c'era scritto. Anche lì, ho esitato. Mi sembrava troppo, fare irruzione nella casa del prete solo per consegnare Lentamente muore e una foto di Padre Pio, ma non so perchè, mi ha preso la curiosità, e sono passato oltre. Mi sono trovato in un corridoio bianco, coi neon e le porte, sembrava più un moderno complesso con uffici che la casa del parroco: ero sorpreso, io una casa del parroco me la immagino ancora permeata di un odore stantio da canonica, con la puzza di cavolo che c'è nei refettori. Qui, era tutta un'altra cosa. Poi, oltre un'altra porta a vetri, un ufficio vero, e dentro non c'era un prete, ma una signora bionda, in tailleur. La perpetua? mi son chiesto. Ma tu guarda le perpetue moderne, con computer e telefono, ho pensato.
"Venga" mi ha detto "desidera? Uh, che carino!", ma non diceva a me, diceva a Spike.
"Niente, ho trovato questa agenda, sa, ho pensato che poteva appartenere a qualcuno dei vostri clienti, cioè, nel senso, fedeli, ecco"
"C'è un nome?"
"No. In effetti no, però c'è una foto di Padre Pio, ho pensato che potevate conoscere il proprietario"
"Padre Pio?" ha detto lei con un mezzo sorriso.
"Beh, sì, eccolo qui" ho aperto l'agenda e le ho fatto vedere la foto.
"Uh, ma questo non significa niente. Padre Pio ce l'hanno tutti"
"Intende nell'agenda?"
"Nell'agenda, nel portafoglio, come salvaschermo, dipinto dietro al camion. C'è gente che ha Padre Pio dappertutto e qui non metterebbe piede neanche morta. E' un fatto: Padre Pio è molto gettonato."
"Gettonato?"
"Non solo gettonato. Il più gettonato di tutti"
"Capisco. E l'agenda?"
"La lasci al bar di fronte, ci passa di tutto, là dentro: è più sensato"

Sono andato via un po' scosso. Non lo so mica, io, se son pronto a una chiesa così, con  le perpetue bionde, connesse e col tailleur, e che non stanno tanto lì a raccontarsela e non esitano a definire Padre Pio "gettonato". 
Qui uno si gira un attimo e tac! se ne vanno via tutte le certezze.

Non ho dato retta alla perpetua. Ho lasciato l'agenda su un muretto di fianco alla strada dove l'ho trovata. Un basso pino odoroso le faceva ombra.

 
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Missili

Post n°572 pubblicato il 17 Marzo 2024 da je_est_un_autre

Il fatto di ballare pericolosamente ogni giorno sull'orlo della terza guerra mondiale, si riflette evidentemente anche sulla vita interiore, emotiva, onirica.
Io da tre giorni non faccio altro che canticchiarmi in testa una orribile canzonetta dell'anno del militare: il motivetto è noto a chi ha fatto un anno in caserma, e credo che il testo fosse più o meno sempre lo stesso, riadattato a seconda di dove si prestava l'orrido servizio.
Il nostro ad esempio faceva così:

Cara burbetta dimmi una cosa
(ma quale burbetta mai, noi carristi non eravamo nè burbette nè spine, ma missili. Evidentemente per ragioni di metrica si è lasciato burbetta anche lassù, dalle parti di Trieste. Chissà perchè, poi, missili? Mah. Missile! Ci urlavamo tra noi)
Cosa facevi tre mesi fa?
Andavi a spasso con la morosa e non pensavi a fare il soldà
(il soldà. C'è aria da primo novecento, da prima guerra mondiale, da battaglie sul Carso, in questo verso struggente)
Fare il soldato a Villa Opicina
(il riadattamento di cui sopra)
o mamma mia male si sta
(da lacrime, il fuggevole richiamo alla mamma)
male si sta per tanti motivi
(ma non sto a dirveli per mancanza di tempo, pare dire l'estensore della composizione)
nonni cattivi da sopportar
(mai visto uno, mi è andata bene)
Nonni cattivi, zaini pesanti, sempre più avanti bisogna andar, sempre più avanti sempre in colonna porca madosca la finirà
(non diceva proprio madosca, a dire il vero)
la finirà questa naja schifosa dalla morosa vogli tornar, dalla morosa o dall'amante
(avevamo una vita piena, pare dire l'autore: evidentemente non mi conosceva)
sotto le piante a fare l'amor!
(siamo dei temerari, nel letto è banale)

E così, col sano richiamo all'amore fisico, si chiudeva quel motivetto che penso di avere cantato diecimila volte, e che nonostante la sua terribilità mi sento di rivalutare perchè contiene il meraviglioso messaggio universale:

Facciamo l'amore, non facciamo la guerra!

 
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Attitudini naturali

Post n°571 pubblicato il 22 Febbraio 2024 da je_est_un_autre

La mia assoluta perizia nelle robe pratiche oggi si è palesata in tutta la sua evidenza durante il corso antincendio.
Nella parte teorica in fondo non sono andato male: 9 risposte esatte su 10.
Ma è quando siamo passati a spegnere l'incendio (un incendio farlocchino, di un metro per un metro) che si è vista tutta la mia abilità. Eravamo una ventina e io ero uno dei primi. Ho cercato di scalare all'indietro, non visto, ma non c'è stato nulla da fare.
Quelli prima di me erano stati impeccabili, l'istruttore era entusiasta: "Ma avete fatto tutti i pompieri, prima?! Bravi!...Adesso venga, venga lei! Sì sì, lei lì dietro!". Ho smesso di cercare di mimetizzarmi alle spalle di un giovane corpulento e sono andato. L'emozione deve avermi un po' fregato nell'allacciatura del caschetto. Mi ha aiutato ad infilarlo l'esaminando prima di me: un uomo di buon cuore. Poi finalmente ho abbrancato l'estintore cercando di non guardare il pubblico, ho tolto la spoletta e ho cominciato a domare il fuoco. Per un po' devo dire che è stato l'estintore a guidare me, poi ce l'ho fatta e il fuocherello si è estinto, o forse si è suicidato per pietà. A quel punto mi sono levato, anzi strappato il caschetto di dosso, mi sono deterso il sudore e sono andato a dare la mano all'istruttore, che mi ha salutato dicendo "in bocca al lupo per tutto", non so perchè.
Questo episodio mi ha ricordato quando, a militare, mi fecero sparare col FAL e con la bomba a mano (una ridicola esercitazione da prima guerra mondiale, ma tant'è). Dovevamo correre col fucile nella sinistra e la bomba a mano a destra, poi coi denti strappare la spoletta e lanciare la bomba buttandoci a terra. Troppe cose in una volta. Ho cominciato a correre, ma quando mi sono trovato la spoletta tra i denti, il fucile mi si è messo in mezzo alle gambe e sono atterrato mentre la bomba viaggiava veloce verso il tenente che comandava l'esercitazione.
Ci crederete? quel bel tomo si mise a urlare: "CHE CAZZO FA, LANCIERE!!!?!". Rimase illeso, e intanto io pensavo: "Ma stai calmo, che cazzo urli, pensa che ti è andata bene".
Vabbè. Se dovete spegnere un incendio, o mandare qualcuno all'assalto, io ho un impegno.

 

 
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Duri allenamenti dello spirito: La telefonata alla Mother

Post n°570 pubblicato il 02 Febbraio 2024 da je_est_un_autre

IO: Pronto, mà. Senti, hai portato la macchina alla revisione? ti ho preso l'appuntamento.
LA MOTHER: Sì, ma ho pensato che voglio venderla, 'sta macchina.
IO: Ma come? Eravamo d'accordo che la tenevi. Hai fatto la revisione, hai anche pagato il bollo.
M: Sì, ma non voglio più guidare, sono vecchia.
IO: Mh. Vabbè, senti, quando vengo da te ne parliamo, ok?
M: Ma poi come faccio ad andare a fare la spesa?
IO: Appunto. Dicevi che volevi andarci a piedi. Ti avevo anche regalato un trolleyno apposta, con le ruote. Non l'hai neanche guardato, l'hai messo sopra l'armadio.
M: Non sarò mica vecchia, da usare quel zavaglio!
IO: Ecco. Infatti hai la macchina e la usi per andare a fare la spesa, adesso mi dici che la vuoi vendere...
M: Mi vergogno, è brutta, piena di buchi, con la vernice che salta via.
IO: E allora compriamone un'altra. Una macchinina usata, eh? Che costa poco. Che dici?
M: No. Sono vecchia.
IO: ...

Chissà se ci salto fuori.

 

 
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Una gita allo sportello

Post n°569 pubblicato il 21 Gennaio 2024 da je_est_un_autre

A volte i miei simili mi stupiscono. Tu pensi di averne viste tante poi arriva qualcuno che ne fa un'altra che non ti aspetti proprio.
Tipo ieri al bancomat ho visto questa coppia con un bambinetto, e cosa hanno fatto questi due? Hanno appoggiato il frugoletto (due, tre anni al massimo) sulla sbarra di ferro prospicente lo sportello, e hanno cominciato a scattargli delle fotografie, col papà tutto orgoglioso che urlava "Dai, fai l'operazione!" e il bambino presumibilmente inconsapevole che pigiava sui tastini. Poi hanno prelevato il bambino e se ne sono andati.
Insomma dicevo che ecco, non so voi, ma a me 'ste cose mi stupiscono.

 
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