Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Mattine di ordinaria follia

Post n°579 pubblicato il 06 Settembre 2024 da je_est_un_autre

Immaginate una corriera. La 576. La state aspettando da venti minuti alla fermata di San Giovanni, finalmente arriva e si ferma davanti a voi.
("Si ferma" è un eufemismo, perchè quasi inchioda). Ed è lì che il vostro sesto senso vi avverte, ancora prima di salire, che forse qualcosa non va. Eh, ne sa qualcosa, questo sesto senso.
Sì, perchè il conducente ha una guida nervosa, frenate e accelerate non da corriera di linea. (State anche pensando: ma perchè non ho fatto un giretto in più per San Giovanni, che è sempre così carina? Prendevo la corriera delle 10.20, che differenza fa? Maledetta fretta).
Sul rettilineo per Sant'Agata, prima del distributore del metano, la conferma alle vostre sensazioni: davanti a noi, un camion col rimorchio pieno di balle di fieno, non esattamente un mezzuccio leggero, procede lento (o forse solo normale) e costringe la corriera a rallentare. Può, l'Ayrton Senna delle corriere, resistere a tale affronto? Naturalmente no: mentre io sono lì che penso: non sarà così pazzo da pensare di sorpassarlo? il Niki Lauda del trasporto pubblico  ha già messo la freccia e schiacciato l'acceleratore. Fermo immagine: lui, alla guida di una corriera, che si sente così fiero di effettuare un sorpasso incredibile: se gli riesce, pensa a come si deve sentire figo, una volta a casa.
Solo che.
Solo che, dal distributore del metano, una vettura ignara esce e si mette in corsia, proprio contro di noi.
Qui dovete immaginare cinque secondi da incubo: inchiodata della corriera che sbanda e arriva a un millimetro dal camion, il camion che dà una strombazzata col clacson che si sente ancora l'eco, la macchina che sterza verso il fosso e non so come la scampa.
Sono qui a raccontarlo, nessuno si è fatto male.
Però subito ti viene da pensare: ma dove li prendono, gli autisti della linea 576: alla casa di cura? Al bar degli alcolisti? (Scherzo naturalmente, in maggioranza saranno tutti bravissimi e coscienziosi, per carità: ma sapete com'è).
P.s.: Dopo avergli urlato DI TUTTO dal mio posto, quando sono sceso ho fatto la foto al muso della corriera, col codice autobus e gliel'ho anche detto e spiegato, da giù: adesso vado a casa e scrivo alla tua azienda, ciaociao. Lui, non contento, me ne diceva, da su, le ho sentite.
Poveretto. E' che secondo me lo sa, che come pilota fa cagare.

 

 
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Cuore frantumato

Post n°578 pubblicato il 09 Luglio 2024 da je_est_un_autre

Spike, il nostro cane amatissimo, il cane più buono del mondo, non c'è più.
Gli ultimi giorni sono stati uno strazio, ma non è stato facile prendere quella decisione, non parendoci vero che un cane che ci sembrava immortale potesse morire davvero.
Ora, sono davvero a pezzi. Ci vorrà del tempo. La casa, vuota, fa paura.
Ma nonostante tutto questo, un augurio ve lo faccio lo stesso: l'augurio è quello di incrociare almeno una volta uno Spike nella vita. Il vostro Spike.
Te la rende bella, la vita, sapete? Una magia, che non lo sai come fa, ma è così che succede.
Tanto che quando se ne andrà, sarete straziati, sì, ma anche grati.
E capirete che ne è valsa la pena.

 
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Altri Cittì

Post n°577 pubblicato il 30 Giugno 2024 da je_est_un_autre

Che poi mi vien da pensare che l'insegnante, nei corsi di teatro, è una specie di CT. Tipo che sceglie un modulo e prova di metterlo in atto. Come selezionatore ha vita facile: quelli sono, e quelli devi mettere in campo. Quanto ai selezionati, ogni tanto viene a mancare qualcuno: solitamente non è per via di un menisco rotto, ma perchè col CT non si prende, oppure perchè ha poche battute:
"Cos'è, volevi fare il centravanti? guarda che non è il tuo ruolo" ripete l'allenatore, sfinito; "e poi tu funzioni benissimo anche in quella parte di palco, anzi sei fon-da-men-ta-le, e tra l'altro lì si sta anche comodi, vedi? le luci sono più soffuse, non offendono gli occhi".
Ma niente, il giocatore ormai ha deciso e se ne va.
A quel punto il CT teatrale deve rimescolare le carte, disegna alla lavagnetta i nuovi schemi - che non lo hanno fatto dormire per settimane - guarda i suoi giocatori che hanno l'aria sempre più smarrita, ed è lì che comincia a meditare la fuga in Australia.
Ma non c'è tempo, perchè finalmente arriva la partita.
Il Mister naturalmente è nervosissimo, più dei giocatori che invece mostrano improvvisamente una straripante e incomprensibile euforia (a teatro non esiste l'antidoping). Il CT sta per sedersi in panchina ma per la tensione non si siede quasi mai (io sono sicuro che il quarto uomo mi odierebbe - meno male che a teatro non si viene espulsi).
Ed ecco che viene dato il fischio d'inizio, ovvero il 'Chi è di scena' dato personalmente dal CT che ostenta sicurezza a piene mani (sudate) e via che si va.
E lì, di solito, avviene il miracolo. Ma questo, chi segue i corsi di teatro, lo sa benissimo e non ci torno sopra.
Insomma anche per quest'anno, niente Australia.
Ma io sono modesto. Pinarella andrà benissimo.

 

 
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Trent'anni, un istante.

Post n°576 pubblicato il 28 Aprile 2024 da je_est_un_autre

Domani, saranno trent'anni che mio padre non c'è più.
A pensarci oggi, che ho vissuto di più senza la sua presenza, che con lui, mi sembra assurdo, inaudito, quasi come se qualcuno mi stesse giocando un qualche tiro, scombinandomi la memoria, dilatando e restringendo i tempi della mia vita.
In sostanza, questi trent'anni sono stati - mi sono sembrati - un niente, un soffio, un istante, il suono di un risucchio sordo in una stanza vuota. Mentre prima, quel tempo perduto dell'infanzia e della giovinezza, così pieno, dilatato, è sembrato abbracciare secoli, epoche.
Non so perchè la vivo così.
Si deve a mio padre, questo? Mi sembrerebbe così strano: non era il tipo di genitore ingombrante, anzi: discreto e rispettoso in tutto, non avrebbe mai voluto riempire uno spazio non suo. Eppure la sua morte deve pur aver rappresentato, per me, uno spartiacque importante, se è vero, come è vero, che nulla, dopo, è stato più come prima, e ho deciso di rimescolare tutte le carte. Per sentire meno un'assenza? Forse. Ma lo penso solo ora, ed è difficile pensare che sia così.
Certo una cosa colpisce, una cosa l'ho imparata, con mia grande sorpresa: quanto si continua a parlare, con chi non c'è più. Non si tratta di consolazione, ma di necessità. Per capire che cosa si è stati e cosa si è, le voci scomparse, tornano. E ci parlano.

 
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Escher

Post n°575 pubblicato il 22 Aprile 2024 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Sono andato a Ferrara, al palazzo dei Diamanti, a vedere la mostra di Escher.
Non ero convintissimo, prima di vederla. A dirla tutta, mi ero aggregato più per la compagnia, che per un sincero interesse personale. Mi ero fatto da solo - sbagliando - l'idea di un artista un po' narciso, più intento a mostrare quanto è bravo nel creare illusioni, piuttosto che a mettere anima nelle opere. Ora, in effetti qualcosa di questo c'è, ma solo in parte. Alla fine ho trovato in Escher una strana figura di giocherellone un po' serioso (nel senso di rigoroso, meticoloso) e assai geniale. In alcuni momenti sembra quasi un matematico prestato all'arte.
Ma la vera sorpresa è stata l'installazione, davvero assai curata, e infarcita di giochini interattivi (tipo quello in foto) che attraevano più gli adulti dei bambini, me di sicuro. Non so quanto tempo ho passato nella magic room, una stanza in cui, nelle pareti riflettenti, venivano proiettate in caleidoscopio continuo svariati lavori del maestro, in perenne movimento. Passato il primo momento con effetto mal di mare, dopo un po' diventa una droga.
E poi, vai a Ferrara a vedere Escher, e non ti vuoi fare la foto con la sfera riflettente? Voilà.

Insomma, consigliatissima!
Fino a luglio 2024.

 
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