Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Luglio 2022

 

Prima Ferrara, poi Napoli

Post n°519 pubblicato il 31 Luglio 2022 da je_est_un_autre

Per chiudere il resoconto delle vicissitudini che hanno contrassegnato la mia partecipazione al film di cui ho parlato qui (tutta una serie di provini per svariati personaggi, e poi spedito sul set a interpretarne uno ancora diverso, ed è solo un esempio) va annotata un'ultima cosa, piacevole e inaspettata: ebbene pensavo di avere chiuso il 30 giugno a Ferrara, e invece mi è arrivata un'ultima chiamata per una scena da girare a Napoli (massimo risultato, minimo sforzo: si trattava solo di fare una minipasseggiata all'interno di uno stabilimento, evidentemente serviva per l'equilibrio della scena, vai a sapere).
E quindi per fare questa camminatella a favor di cinepresa me ne sono rimasto un giorno e due notti a Napoli, città che avevo visto solo una volta nella tarda infanzia, e di cui conservavo solo pochi pallidi ricordi (uno su tutti: mio padre, settentrionale rigoroso, che smadonna guidando nel traffico straripante della città, nel frastuono impossibile dei clacson e delle voci, e poco altro).
E' stato un colpo di fortuna, poter scoprire almeno un pocolino questa città, e l'unicità dei suoi abitanti. Che sembra facciano apposta a volerti sorprendere.
Tanto per dire, a Napoli tutti mi volevano dare da mangiare. La prima sera mi sono preso una pizza in un locale vicino all'albergo e ad un certo punto è arrivato al mio tavolo un babà al rum che non avevo chiesto. Mittente: una famiglia nel tavolo a fianco, festeggiavano un compleanno. Ho parlato un po' con loro: "Bulògnn, Nàpule..."
Il giorno dopo, finite le riprese (durate assai poco, sapete com'è, una camminatiella dovevo fare...) sono andato in centro: cercavo la chiesa del Cristo velato e mi sono perso nei vicoli. Mentre passeggiavo, un signore che portava un cabaret su una spalla mi ha sorriso e, dopo un paio di metri, senza dir nulla si è fermato, ha alzato il burazzo (*) dal vassoio e mi ha allungato una rosetta appena sfornata. Così. Mi ha detto solo qualcosa come: me parév che stava a sentì o profumm.

Adoro quella gente. Ho scoperto una città meravigliosa.
(E poi, lì, nel centro, tra i vicoli stretti, giù, dove il sole non arriva, come si fa a non varcare certi portoni, attraversare quegli androni fatiscenti; come si fa a non farsi incantare da quelle scale, da quegli archi, da quelle ringhiere?).

E' deciso, ci devo tornare, e presto anche. Ringrazierò Alessandro Siani anche per questo.
(*) Burazzo=strofinaccio, asciugapiatti. Rimango pur sempre di Bulòggn.

 
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Non dir nulla

Post n°518 pubblicato il 24 Luglio 2022 da je_est_un_autre

Anche non volendo, mi viene sempre da pensare: cosa scrivo oggi, che è domenica e io scrivo quasi sempre qualcosa, di domenica?
Questo pensiero (assai stupido e banalotto, ne convengo), si porta dietro una preoccupazione del tipo "ma possibile che io non abbia niente da dire?", ed ecco, mi ha portato, questa considerazione, a dirmi (siccome anch'io come tutti, mi faccio delle domande sulle cose che viviamo): e se scrivessi una buona volta cosa penso della politica italiana in questo momento? (ed è solo un esempio, avrei potuto dire, cosa penso del clima, o della guerra) poi mi dico: ma chiccavolo se ne frega di cosa penso della crisi politica in atto (o d'altro)?
Ed ecco la risposta: nessuno.
Ma veramente nessuno, in fondo. E allora.
E allora.
E allora io dico questa cosa qua: forse bisogna un po' piantarla di dire cose.
Forse diciamo troppo.
Forse parliamo troppo.
Forse, anzi di sicuro, c'è troppo casino.
Dovremmo stare tutti un po' più zitti, magari. Lo sento, anche se non saprei spiegarlo meglio. Però perdonatemi, se lo dico.
Perchè nel silenzio delle volte troviamo delle cose importanti.
A me il teatro ad esempio (strano, no? visto che è il luogo delle parole, eppure) mi ha insegnato, tra diecimila altre cose, il valore del silenzio.
Giuro, pesa tantissimo.
E si impara, dal silenzio.

 
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Dice che vien caldo

Post n°517 pubblicato il 17 Luglio 2022 da je_est_un_autre

E' ben noto l'effetto ciliegia internettiano. Un pezzo tira l'altro. Prendete youtube, ad esempio. Dopo che hai ascoltato un brano dei Joy Division non ti viene voglia di cercare un pezzo dei New Order? Che anzi, te lo servono proprio lì nella colonnina di destra, comodo comodo. E poi, a quel punto non ti viene forse l'acquolina per un brano dei Clash? E dei PIL no? E via così. Le ore, ci passi.
Ma si sa, si cambia. Adesso l'effetto ciliegia ce l'ho coi siti meteo.
ilmeteo.it che non mi soddisfa mi fa deviare su meteoaeronautica, poi su meteo3B, ce n'è una miriade, di siti così: ma il fatto è che io volevo inseguire anche solo una piccola speranziella, e alla fine il miraggio, la fatamorgana, l'ho trovata su meteogiuliacci (meteogiuliacci! ma solo il nome) che è l'unico che prevede una goccia di pioggia (che bella parola, pioggia, vero?). "Abbiamo la data precisa!" urlava il titolo.
Sono corso a vedere e la data precisa è questa: attorno al 26-27 di luglio.
Che è meglio non aver fretta. Anche perchè alla fine dell'articolo, quasi scusandosi, meteogiuliacci avverte: però mancano dieci giorni, non è mica detto che ci si prenda.
Sigh.

 

 
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Quella volta che

Post n°516 pubblicato il 03 Luglio 2022 da je_est_un_autre

Io, una volta, ho fatto una scena con Maya Sansa, in un film. Vista la bellezza dell'attrice in questione, lo considero uno dei punti più alti della mia carriera.
Ve la ricordate, quella scena? No? Per forza: non l'ha vista nessuno, quella scena lì.
E dire che per recitare quel giorno ho patito anche un bel freddo: in pieno inverno, in un vecchio casolare senza riscaldamento. Ma chissenefrega: dovevo recitare una scena con Maya Sansa, io!
E la scena era questa: ero il capo di un manipolo di fascisti e insieme ai miei sgherri - dei brutti ceffi, ve l'assicuro - entravo in una casa di contadini (tra cui Maya Sansa, forse l'ho già detto che c'era Maya Sansa) e con maniere spicce portavo via l'anziana nonna, minacciando in bolognese stretto di non restituirla se il nipote (sospetto partigiano) non si fosse costituito. Maya Sansa nella scena mi guardava coi suoi occhioni imploranti e disperatissimi, ma io, duro, inflessibile, non mi lasciavo commuovere. (Maya, non credere, pensavo tra me, mi pagano per fare questo, ma sotto questa tetra divisa batte un cuore di burro).
Era una bella scena. Mi hanno fatto anche i complimenti. Molto credibile, mi dicevano. Ottimo dialetto, mi dicevano.
Ebbene, sono andato a vedere il film. Emozionante, commovente, Maya Sansa bellissima. Diosanto, pensavo mentre scorrevano le immagini, che emozione essere in un film così.
Poi, di punto in bianco, prima che io entri nella casa a portare via la vecchia, quella stessa vecchia muore per una mitragliata in mezzo all'aia. Così: RAT-TA-TA-TA! e muore. Fine del (mio) film. Ho fatto un salto sulla poltrona, lì al cinema. Mi sono girato all'indietro verso il proiezionista là lontano: che cavolo succede qui? Hai messo su prima il secondo tempo del film o cosa?
Macchè.
Niente, tagliata.
La scena. Tagliata. Roba da non credere.
Cioè, voi adesso penserete che io non l'abbia mai girata, quella scena, che mi stia inventando tutto. E invece l'ho fatta, credetemi.
C'era anche Maya Sansa, giuro.

 
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