Un uomo solo. Seduto a un tavolaccio, illuminato da una fioca candela.
E' nervoso, febbricitante. Atrabilioso.
Scrive e legge su certe carte che poi appallottola e butta via.
Voci nell'aria riempiono la stanza, fantasmi antichi che lui ha creato.
La stessa scena, per due anni. Per due anni la stessa giornata.
Bòn. Non ho nient'altro per le mani.
Ovvero? direte voi.
Ovvero, in uno dei quattro corsi che faccio (per gli altri tre ho già stabilito testo e ruoli) l'unica immagine che ho è quella sopra. E' Molière, condannato, censurato, scontroso, in guerra con la società del suo tempo, coi preti, con la Corte, con tutti. Bello, eh? Però è un po' pochino, diciamo.
Che poi non volevo partire da questo, volevo anzi inventare una scena in cui fare incontrare i giganti che adoro: Tartufo, Don Giovanni, Alceste.
Ma per ora ho solo Molière nella testa, e lo vedo in questo studio che odora di muffa, scrivere e gettare, scrivere e gettare, ossessivo, febbrile.
Ragazzi del Lunedì Verde, ve lo giuro, prima o poi ne vengo a capo, ve lo prometto.
Scusate lo sfogo. Divento matto.
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 06/06/2024 alle 18:20
Inviato da: ImperfettaDonna
il 04/06/2024 alle 15:35
Inviato da: je_est_un_autre
il 16/05/2024 alle 16:52
Inviato da: Dizzly
il 16/05/2024 alle 14:28
Inviato da: je_est_un_autre
il 07/05/2024 alle 15:40