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Date la colpa alla mia insonnia

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Quando le cose belle durano troppo poco

Post n°380 pubblicato il 29 Settembre 2019 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Mi hanno detto che così conciato somiglio ad Aldo Maccione. Cioè, me l'hanno detto dopo, guardando una foto scattata sul set. L'ho preso come un grande complimento: mi piace, Aldo Maccione. Non so se l'avete presente, con quella sua tipica figura da italiano simpatico, fanfarone, un po' sfrontato e un po' goffo - non a caso amatissimo in Francia.
Io invece, appena uscito dalle sapienti mani degli addetti al trucco e parrucco, mi sono guardato e non ho potuto non pensare a mio padre, che era un italiano timido e gentile.
La scena non era niente di che, come dicevo: semplicemente un episodio della giovinezza del protagonista, che marginalmente incontra questo ingegnere che sono poi io, e con uno scambio di battute che, credo, dovrebbe risultare leggero e divertente. Sulla lingua e gli accenti mi ero fatto fin troppi problemi: nessuno sul set capiva veramente la differenza tra emiliano e romagnolo, come parlavo io gli andava benissimo, e l'assistente al dialetto (esiste, giuro: ama presentarsi come la "dialect coach") non  ha avuto nulla da ridire - e comunque aveva il suo daffare col protagonista, che di emiliano non ha nulla, ma è bravissimo e farà molto bene.
Per concludere posso dire che le cose belle durano troppo poco; che il regista si fa ben volere, è giovane e sempre sorridente, non ho percepito nessuna tensione e non è affatto scontato; che l'alberghetto in cui mi hanno riportato la sera dopo le riprese, a Roma, era perfetto, malinconico il giusto; e che forse, forse, è un peccato che abbiamo smesso quasi del tutto di usare la giacca e la cravatta.

 
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