Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Guarda, a dir molto siete in:

 
Citazioni nei Blog Amici: 135
 

Ultime visite al Blog

SoloDaisysurfinia60je_est_un_autrecassetta2bubriskaArianna1921OgniGiornoRingraziobisou_fatalelyravEstelle_kwoodenshipDott.Ficcagliamoon_IormaliberaDizzly
 

Ultimi commenti

già :)
Inviato da: elyrav
il 24/04/2024 alle 09:17
 
Effettivamente, per come si avvita il mio cervello in certi...
Inviato da: je_est_un_autre
il 24/04/2024 alle 08:57
 
Sì, a palazzo dei Diamanti era presente - tra gli altri -...
Inviato da: je_est_un_autre
il 24/04/2024 alle 08:54
 
L'ho vista anch'io quella mostra e l'ho...
Inviato da: Estelle_k
il 23/04/2024 alle 23:34
 
Siii, avevo già esagerato con il commento logorroico, lo...
Inviato da: bubriska
il 23/04/2024 alle 22:45
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« A vlìva dìr un quèl (*)I Dialoghi Impossibili: ... »

Ricordarsi di ricordare

Post n°333 pubblicato il 24 Giugno 2018 da je_est_un_autre

Io, ho passato molte estati della mia infanzia in un piccolo paesino sui monti Sibillini. C'era questa grande casa, di proprietà dei miei zii, affascinante e labirintica, su due piani, piena di angoli segreti e con un grande orto fuori, dove tutto era perfetto per i giochi miei e dei miei cugini.
Ogni cosa, allora, era un'avventura. Ricordo l'odore umido della legnaia, buia e minacciosa e che un po' ci terrorizzava, soprattutto dal giorno in cui ritrovammo, tra i ceppi, un enorme scorpione nero. E certi temporali improvvisi, al pomeriggio, che ci costringevano nella grande cucina in cui in fretta mio zio accendeva il camino. E le corse nel lungo corridoio, fino fuori, dove mio cugino, col naso a terra, sfogava una sua curiosa passione per gli insetti. Immagini, odori, sensazioni, ancora così vive.
E poi mi ricordo un giorno. Era un sabato. Sabato 2 agosto 1980.
Tutti riuniti a tavola per il pranzo. Il telegiornale che manda delle immagini, e pian piano l'allegro chiasso che sempre riempiva quella sala si affievolisce, e tutti si mettono a guardare. Immagini come di guerra. Cumuli di macerie, fumo, ambulanze, e qualcosa di familiare che mette paura agli adulti, volti atterriti, espressioni come di pietra.
Nessuno parla più. Qualcuno ha già capito. Ricordo mio padre che impallidisce, quando lo speaker dice "...a Bologna, forse l'esplosione di una caldaia..." e mio zio che comincia a bestemmiare "Caldaia un cazzo!", e io che a tredici anni capisco il giusto, ma sento che è una cosa enorme, terribile.
Lo è stata ancora di più di quanto potessi immaginare.
In quei giorni in cui noi dicevamo addio all'infanzia, ai giochi, ai sogni, una città violentata cominciava a capire che sarebbe cambiata per sempre.
Ci hanno davvero rubato un sogno.
Per questo, non  smetteremo di ricordarlo. Magari anche con un teatro semplice e povero, fatto da non professionisti.
Sì, perchè anche un piccolo spettacolo sulla strage può essere importante.
Per ridare al teatro un senso più profondo.

Devo ricordarmi di ricordarmelo, da qui al 2 agosto.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963