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Fazzoletti

Post n°529 pubblicato il 30 Ottobre 2022 da je_est_un_autre

Ragionando con un amico su cose di teatro e di cinema siamo arrivati non so come all'argomento "quanto piangi al cinema?" ed è stato quasi un sollievo trovare un altro che piange tanto quanto me, non credevo esistesse. Cioè, per farvi capire io sono uno (forse l'unico) che si commuoveva a vedere quella vecchia pubblicità della Barilla dove c'era un papà che partiva per lavoro, e all'arrivo si ritrovava il fusillo in tasca messo lì dalla figlioletta. Lacrime.
A causa di questa smodata attitudine al pianto nelle sale cinematografiche ho vissuto anche momenti di un certo imbarazzo. Una volta alcuni amici, dopo la visione di "Arrivederci ragazzi" di Louis Malle, mi minacciarono seriamente di lasciarmi lì fuori dal cinema, se non la smettevo di frignare.
Comunque quel tipo di imbarazzo lì, anche questo amico confessa di averlo vissuto più volte, aggiungendo:"sarà un segno di senilità?". Personalmente non credo, sono sempre stato così. Forse la realtà è che sono sempre stato vecchio: solo per dirne una, uso i fazzoletti di stoffa. (Ricordo che anni fa preparavo uno spettacolo con una ragazza più giovane di me, e nel mezzo di una prova, quando mi vide estrarre dalla tasca il fazzoletto mi disse, sgomenta: "Ma...ma tu...tu usi i fazzoletti di stoffa! Sembri MIO NONNO!". Ai suoi occhi per via di quel piccolo pezzo di tessuto ero invecchiato di cinquant'anni).
Ma io ne rivendico con orgoglio l'utilizzo: che poi sai quant'è più bello ed elegante, al cinema, asciugarsi le lacrime col fazzoletto di stoffa?

 

 
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