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Date la colpa alla mia insonnia

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I GIGANTI NON MUOIONO MAI (una lettura del Misantropo)

Post n°22 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da je_est_un_autre

 

Se una mattina alzi gli occhi al cielo e il sole, il sole, è doppio

- due Soli, vicini, uno all’altro -

ecco, puoi impazzire. Ma puoi anche conviverci.

Il giorno in cui finì il mondo, io e il Signore mio amico dipingevamo strisce di luce bianca nelle piazze della città. Ci inseguivamo e ci sfidavamo. Eravamo come giovani principi, amati e rispettati.

La mia flemma/ Il suo rigore!

La mia tolleranza/ La sua intransigenza!

La mia mitezza/ La sua disciplina!

E quando uno dei due cadeva, si rialzava sempre. Sempre?

Gli urlavo nella faccia la verità e lui, vinto, era costretto ad ascoltarmi.

“Célimène! Célimène! Célimène!”

Ma il giorno in cui finì il mondo riusciva ancora a divertirmi con le sue invenzioni:

se il re Enrico mi dicesse/io ti do tutta Parigi/tu mi dai la tua ragazza?/ se il re Enrico mi dicesse/io ti do tutta Parigi/tu mi dai la tua ragazza? se il re Enrico…

...la tua ragazza è la mia ragazza è la tua ragazza è la mia ragazza è la tua ragazza…

La mia ragazza rideva come nessuno sapeva fare, e il pomeriggio del giorno in cui finì il mondo ci nascondevamo e ci rincorrevamo e ballavamo nelle feste più pazze… Ma rimasti soli, spenti i clamori, io annegavo nel suo sguardo trasparente. Mi spingevo fino al ciglio del dirupo, e ancora, e ancora, e ancora.

Signora, io sono vostro.

E il suo cuore, fino a quel giorno proprietà del Signore mio amico, pareva riscaldarsi.

Il giorno in cui finì il mondo, era quasi sera. Nel salone delle feste i pugnali scintillavano pronti a colpire. Nell’aria, una danza di morte che io non comprendevo.

L’amante del Signore mio amico crollava.

Il Signore mio amico sceglieva il deserto.

Fu in quel momento che la mia signora mise la sua piccola mano nella mia. E in quell’istante, mentre il palazzo crollava, mentre fuori la città esplodeva, i fiumi straripavano, le dighe cadevano, i mari ribollivano, le montagne si spezzavano - ecco, io, io vivevo un istante di pura felicità!

Adesso ci sono due Soli che si inseguono nel cosmo silenzioso, e io sono con loro, perché i giganti, i giganti non muoiono mai.

 

 
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