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Date la colpa alla mia insonnia

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Ferragosto

Post n°100 pubblicato il 15 Agosto 2010 da je_est_un_autre

1. Spiagge

Cammino sulla sabbia, i piedi nudi sulla passerella di cemento arroventata. 
Sudo, naturalmente. Nel senso, non è una novità. Riesco a sudare anche in spiaggia, anche subito dopo il bagno in mare, anche dopo la doccia. Se si potesse verificare in qualche modo, credo che verrebbe fuori che sudo anche durante la doccia.
Mi guardo in giro e mi pare di essere l'unico sudatore tra tutti i bagnanti: mi verrebbe voglia di andarli a vedere da vicino, scovarne uno sudato come me rintanato sotto l'ombrellone e gridare "ah-aaahh!", ma no, hanno l'aria di sembrare tutti così asciutti e a loro agio: "è un agosto così fresco, non trova?". Certo, certo, come no.
Cerco sollievo al bar della spiaggia, che ha una bella veranda ombreggiata.
Mi siedo ad un tavolino col piccolo libro che ho appena cominciato ma che già promette di essere la lettura più dolorosa che possiate immaginare: Everyman di Philip Roth.
Alzo lo sguardo verso il mare e penso che so scegliermi le vacanze, e le letture che le accompagnano.

2. (Ultime) spiagge

No, è che sono ancora intriso della penultima lettura, il libro che Lorenzo Pavolini dedica al nonno, il gerarca fascista ucciso e impiccato per i piedi a piazzale Loreto assieme a Mussolini, la Petacci e gli altri. Pavolini sa che la materia è davvero intrattabile (da molti punti di vista) ma la sua ricerca la fa onestamente: la dimensione intima-familiare fa affiorare a tratti un comprensibile pudore.
Il tema chiave è: come mai un intellettuale, uno scrittore, arriva ad essere un gerarca di primo piano del ventennio fascista e poi l'uomo di maggior spicco nei giorni nerissimi di Salò? (e l'intellettuale moderno, il nipote, si chiede: e io? Che cosa ho, io, di mio nonno?).
Alcuni libri sono molto personali per chi scrive, a volte certi libri diventano molto personali anche per chi legge. A me questo libro ha fatto sovvenire certi ricordi o cose che mi sono state raccontate, e sembrava che parlasse a me.
Ci sono: mio padre bambino che vede arrivare i partigiani e urla "ci sono i ribelli!" - mio nonno, non so se per fortuna o cosa, se la cavò; c'è mia nonna sfollata ad Arezzo che sputa contro il treno che porta i soldati americani; c'è un mio amico, anni fa, che con un tono tra il divertito e il perfido mi dice "inutile che te la fai coi rossi, lo sai  bene che mio nonno e tuo nonno sono stati i più grandi fascisti del paese" come se il fascismo fosse una malattia ereditaria; ci sono io da piccolo e un nonno gigantesco coi baffetti sottili, silenzioso e sorridente; c'è mio padre che dice: era soprattutto un uomo buono; poi c'è ancora mio nonno che porta gli ordini alle zone di frontiera in sella a una moto, in Abissinia; e mia nonna che racconta di chiodi conficcati sotto le unghie, e di arti congelati, e si prende la testa tra le mani.
E ci sono ancora io, oggi, a chiedermi cosa avrei fatto e cosa sarei stato.

3. Spiagge

Abbasso la testa per ricominciare la lettura di Philip Roth quando il barista che si aggira tra i tavoli mi dice:
"Ehi, ma quello è Everyman! L'ho finito giusto ieri! Un grande libro"
Preso alla sprovvista replico senza fantasia:
"Sì. Anche se non è proprio una lettura balneare..."
E lui:
"Non è importante la lettura balneare. La cosa importante è Philip Roth. La cosa importante è la buona letteratura"

Ha ragione, quel barista. La cosa importante, è la buona letteratura.

 

 
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