Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Italia Anno Niente (Prima parte)

Post n°71 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da je_est_un_autre

Vai a Terni? Ah, nel Lazio, proprio vicino a L'Aquila! Occhio, c'è il terremoto, da quelle parti.
(Acume)
La vera vita è altrove.
(Rimbaud)
E dove vai stavolta? A Verbania? Oh, lo vedi? Finalmente ci vai davvero, nel Lazio! E non dirmi che non ho ragione!
(Acume)

Le frasi qua sopra sembrano non aver nulla a che fare con quanto segue, ma dovrebbero assumere un senso semmai dovessi davvero buttare giù la Seconda parte.
Che poi ieri sera ho visto Il Pianista e questo film ha avuto un effetto talmente dirompente su di me da farmi pensare di intitolare il post "Io odio i tedeschi", così, a prescindere - ma insomma sono cose che non si fanno.

Alla Polisportiva Sempreavanti Gastone mi aveva ricevuto nel suo studio, tra palloni, trofei e molti libri di storia.
"Che vuole mai, per quanto posso, mi piace sentirmi attivo. Non potrei per nessuna ragione, come fanno tanti della mia età, passare il mio tempo tra la partita a carte e le bocce. Non voglio irretirmi nella quotidianità"
Ci avevamo messo un po', a sciogliere il clima, e solo dopo una bella manciata di minuti aveva alzato lo sguardo da certe carte, puntandomi addosso da sopra le lenti i suoi occhi azzurrissimi.
"Noi della Brigata Partigiana Stella Rossa eravamo una formazione atipica, molto sostenuta dai contadini attorno al Montesole. Nei giorni della strage abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. Hanno ucciso il nostro comandante, e io stesso a Caprara ho rischiato la pelle a causa di una granata. Ancora oggi, quando faccio le lastre, mi telefonano allarmati i dottori. 'Ha il polmone pieno di schegge!' Lo so, rispondo io"
Aveva preso fuori da un cassetto una vecchia fotografia.
"Vede, questo sono io, pochi giorni dopo la Liberazione. Qui leggo l'Unità, ma lo dovevo fare di nascosto perchè ero ancora in caserma e il Maresciallo non sembrava molto contento delle mie letture. Una copia di questa fotografia gliel'ho spedita dopo il congedo. Comunque, il 25 aprile ero a Venezia, e ricordo precisamente il momento in cui a Piazza San Marco gli altoparlanti annunciarono 'La guerra è finita! La guerra è finita!' Oh, furono due giorni e due notti di festa, lei non può nemmeno immaginare! Per i tedeschi, lei mi perdonerà, continuo a non provare tanta simpatia. Negli anni dopo la guerra, quando d'estate andavo a Rimini e ne vedevo certi della mia età sulla spiaggia, mi veniva sempre voglia di chiedergli: 'Oh, démm bàin! Ma te, in quei giorni là, dov'eri?".
Prendeva giù certi libri, per puntualizzare meglio nomi e date.
"Lo sa qual è stato il momento più importante della mia vita? Quando - ero militare, subito dopo l'otto settembre - fummo tutti messi davanti ad una scelta: entrare nelle fila della Repubblica Sociale oppure la deportazione in Germania, oppure ancora, opzione non espressa, disertare per cominciare la Resistenza. Quando seppi che il 90% dei miei coetanei aveva rifiutato di entrare nella RSI, capii di far parte di una generazione irripetibile"
Ad un certo punto aveva sospirato.
"Alla mia età non esiste il futuro, non si hanno aspettative. Al massimo, ecco, spero solo di avere vita a campare da poter vedere la fine di Berlusconi, alle prossime elezioni. Non è un grande obiettivo, ma questi anni sono quelli che sono"

Era l'inizio del decennio. Gastone se n'è andato pochi mesi prima del 2006, senza fare in tempo a vedere la fine (temporanea) di Berlusconi. Noi, nel frattempo, sempre lì stiamo.
Ma in fondo aveva ragione lui, non si tratta di un grande obiettivo. Non per chi ne aveva centrati ben altri. Questo Paese, che le sue glorie le spazza via dalle spalle quasi fossero fastidiosa forfora, dimentica e ripudia in fretta anche le generazioni irripetibili. Eh, sì. Questi sono davvero gli anni che sono.

(Questa parte di Gastone doveva essere molto più breve, ma mi son fatto prendere. Per adesso mi fermo qui).

 
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Commenti al Post:
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 28/01/10 alle 01:53 via WEB
Ti spedisco l'autografo di Acume. Ma senti: tu "L'uomo che verrà" l'hai già visto?
(Rispondi)
 
 
mia_euridice
mia_euridice il 28/01/10 alle 07:31 via WEB
No, stellina, non l'ho visto. Ho letto recensioni interessanti e visto qualche trailer online. Prova a cercarlo. Nelle sale, da queste parti, ci sono trecento "Avatar" e nessun "L'uomo che verrà". Guarda caso...
(Rispondi)
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 28/01/10 alle 10:00 via WEB
Sì, avevo letto anch'io che era uscito in poche sale, però ieri sera a "Hollywood Party" dicevano che il primo riscontro di pubblico è stato buono e ne verrano stampate altre copie da mandare nelle sale. La prossima settimana schiverò tutti gli Avatar e non me lo perderò!
(Rispondi)
 
 
 
 
mia_euridice
mia_euridice il 28/01/10 alle 13:22 via WEB
Spero sempre che film del genere abbiano maggiore distribuzione. Ma difficile competere con i mila-miliardi e i record americani. Vogliamo creare un cinema che proietti solo i film meno distribuiti al mondo?
(Rispondi) (Vedi gli altri 6 commenti )
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 28/01/10 alle 21:16 via WEB
Mi sa che c'è stato un tempo in cui quei cinema lì c'erano davvero. Han chiuso, mi sa.
Però se hai qualche soldo da parte potremmo provarci. Io, adesso guardo. Ma mi sa di no.
(Rispondi)
 
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 28/01/10 alle 22:24 via WEB
Partecipo anch'io. Dove lo facciamo?
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/01/10 alle 08:55 via WEB
Per non fare torto a nessuno lo farei a metà strada tra voi due. Tipo a San Giovanni in Persiceto, per dire.
(Rispondi)
 
 
 
 
esperiMente
esperiMente il 29/01/10 alle 10:41 via WEB
Equo. E autosolidale.
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/01/10 alle 10:43 via WEB
Il mio parere, che peraltro condivido, è che abbiamo fatto la scelta giusta.
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/01/10 alle 11:03 via WEB
(Questa era troppo bella, e infatti non è mia. E' di Bergonzoni)
(Rispondi)
 
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