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« ConsapevolezzaChe tempi, signora mia! »

Con quelle corna

Post n°513 pubblicato il 13 Giugno 2022 da je_est_un_autre

Ho avuto un fine settimana abbastanza allucinante. Venerdì pomeriggio, ovvero pochissime ore prima del debutto dell'ultimo dei miei saggi di teatro, mi ha telefonato uno degli allievi (uno dei protagonisti, assai presente nello spettacolo) comunicandomi che aveva la febbre e che non poteva partecipare al saggio.
Un brivido mi ha attraversato la schiena. Era troppo tardi per rimandare, e tardi anche per organizzare un piano B. Ho dovuto così far ricorso al piano C, ovvero: "Cazzo, tocca a me".
Che altro avrei potuto fare? Mi sono messo in testa la parrucca con tanto di corna, ho preso in mano il copione (pretendere di impararlo in tre ore sarebbe stato troppo, n'est-ce pas?) e sono andato in scena insieme ai miei ragazzi (che son poi quasi tutti miei coetanei).
Pur dispiacendomi di non poter vedere "da fuori" la mia creaturina, e anche di non poter dare al titolare del ruolo la possibilità e il piacere di esibirsi, devo confessare che in parte me la sono, ebbene sì, anche goduta.
L'amore viscerale che provo per Molière ha giocato un ruolo determinante, e un personaggio farsesco, tragico e comico insieme come Arnolfo (il protagonista de La scuola delle mogli), con quella sua fissazione per le corna, era un piatto troppo succulento per me per non esserne coinvolto.
E ancora una volta (in quest'occasione "da dentro") ho vissuto sulla mia pelle la potenza del genio francese, capace ogni volta di stupire facendoci ridere (e tanto) dei nostri difetti e delle nostre ossessioni.
Il piacere del teatro allo stato più puro.

"L'amore rende agile l'anima più pesante"
(Orazio, ne La scuola delle mogli, atto III, scena IV)

 
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