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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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A suo modo luminosa
Post n°759 pubblicato il 10 Ottobre 2011 da sara_1971
Prove di volo e prove di abbandono. Come ogni vita contiene una promessa che anela a diventare più palpabile, così ognuno di noi finisce per essere come può e come riesce. Abbiamo tutti la tendenza a vederci come un compimento, una sorta di compendio di ciò che abbiamo ottenuto, quasi fosse soltanto questo ciò che costituisce la nostra esistenza. Come se l’intenzione cambiasse a seconda del risultato. Le cose, invece, succedono per incastro. E ogni persona si compone vieppiù delle perdite e dei rifiuti, dei desideri insoddisfatti, delle possibilità che non abbiamo messo in atto, delle paure che ci hanno penalizzato. Tutta quella materia incerta, sfumata, che avremmo anche scelto, ma siamo ben lontani dall’aver ottenuto (Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta che la propria esistenza fosse da buttare). La tua vita l’ho conosciuta tardi e me l’hai presentata zeppa di errori. Un poco invidiabile carnet di sconfitte e delusioni, vergogne e disamori. Non mi sei mai apparso vinto, però segnato sì. Mi sono sempre chiesta quale sia stato quel preciso punto, quel preciso momento, in cui tu sia riuscito a dare a tutte queste cose rotte, sbeccate e rovinate il giusto ordine, l’utile ripiego. In ogni amicizia le abitudini,col tempo, si confondono con i diritti. La nostra li ha confusi sin da subito. Non ci siamo risparmiati nulla: gli sproloqui e le battute insulse, le lune storte, le paturnie e i malumori. Siamo stati l’uno per l’altro la retta secante le splendide e miserabili piccolezze della vita. E abbiamo messo tutto in un unico calderone: le offese e i tradimenti, l’ira e l’affetto, la pazienza e la permalosità. Adesso, che tu non ci sei più, mi fa paura quanto poco rimarrà di te, di quanto poco resterà traccia in quegli inutili gesti che tengono assieme la vita, in tutto quel nulla che prenderà il tuo posto e assumerà la tua forma. Vedi, io lo sento, qualche volta. In quei momenti, rari, in cui tacciono le cazzate che ci raccontiamo, allora percepisco il rumore di fondo della vita, il fruscio remoto, quella nota indistinguibile e profonda che, di solito coperta dallo strepito delle parole e delle emozioni, non smette di rimandarmi l’eco dell’incorrotta bellezza di una amicizia a suo modo luminosa.
Ciao amico mio, ci vediamo dall’altra parte. |
Erba
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