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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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NON COGITO, ERGO?

Post n°192 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da delilah79

 

 

Domenica 20 gennaio 2008

ore 19.28

 

Il silenzio dei pensieri, della prudenza, del non sapere. Il rispetto della vita e delle scelte altrui. L’incapacità mia, umana, di far pendere la bilancia da una parte per determinare il giusto o l’ingiusto, senza sfumature intermedie (isole necessarie d’ossigeno).

Sono una donna incinta. Oggi, 20 gennaio, supero la soglia dei novanta giorni.

Sono una donna incinta che non si oppone all’aborto, pur non rivendicandone un uso scellerato.

Ritengo, (banalmente?), che non si possa generalizzare, né incutere il timore di parole macchiate di sangue per destare tanto pesanti, quanto inutili sensi di colpa.

Non tollero discorsi opportunistici e lava-coscienza di politici e giornalisti che quella stessa coscienza l’hanno zittita quando c’era da opporsi a stragi d’innocenti, dettate dalle pseudo ragioni del grande capo americano.

Rispetto le ideologie etiche e religiose in favore della vita e (essendo libera il prossimo giovedì pomeriggio) invito, Sapientemente, Ratzinger  a tenere un discorso a casa mia a me, Micia e Marcos mentre gli preparo un tè. Tuttavia, se Micia dovesse ribellarsi alla sua venuta, Sua Santità non se ne voglia se domenica prossima non sarò a leccare il suo Beato lato B in Piazza San Pietro: devo iniziare le pulizie pre-pasquali!

Mi spieghino, comunque, lor signori, come si può paragonare una moratoria sulla pena di morte ad una sull’aborto. E dicano che fine ha fatto il libero arbitrio e le sue libere conseguenze, in merito a temi che dovrebbero essere svincolati da legiferazioni moraleggianti.

Dov’è il diritto all’autodeterminazione responsabile (o irresponsabile) che non può farsi oggetto di giudizi politico-legislativi e che dovrebbe maturare come risultato di scelte del singolo?

Sono a metà tra l’essere madre ed il non esserlo ancora.

In mezzo, tutti i volti di donne troppo piccole, troppo “precarie”, troppo abusate, troppo sole e di uomini troppo impotenti che hanno scelto e sceglieranno la strada dell’aborto per reale impossibilità di offrire un futuro dignitoso a chi ha cercato di fare capolino quaggiù.

Oppure gli sguardi di donne troppo stupide, viziate e viziose, irresponsabili ed immature; e di uomini degni compagni di ugual bassezza che hanno sprecato l’opportunità di dare spazio ad un’esistenza.

Realtà umane, percorsi singoli. Giri individuali di questo valzer che chiamiamo vita.

Mi chiariscano gli alti prelati dov’è il giusto. Ma lo facciano con le palpebre abbassate, sì che io non intraveda gli occhi dei bambini mai nati frutto della loro c a s t i t à.

E i politici, con appresso i loro affezionati portaborse di finta cultura, prima di salire sul pulpito della strumentalizzazione etica del corpo, del sesso, delle decisioni personali, lavorino per la costruzione di valide fondamenta affinché dei futuri genitori, non entrino nel panico all’idea di una nuova creatura!

Caro mio, stai crescendo ed io comincio ad ingrassare.

Sei fortunato, sai? Avrai nonni e parenti rompipalle, ma che non ti faranno mai mancare nulla. Io e tuo padre, fortunatamente, non abbiamo per ora un mutuo da pagare e i nostri lavori, per quanto incerti come quelli dei più, ci consentono di ben sperare.

Se non avessi avuto NULLA di tutto ciò e per una notte di sbronza e gambe aperte per puro desiderio di divertimento non prudente (perché non sempre il cervello è desto) “ci fossi rimasta”; se tu non stessi venendo su bene; se fossi stata violentata… se… se… se, se, seee… credo che avrei abortito; non pensando, per questo, di aver preso la decisione più comoda e/o vigliacca.

 

 
 
 
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