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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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La Corazzata Potionky
Post n°335 pubblicato il 03 Luglio 2008 da delilah79
Antefatto Strano a dirsi, ma anche la mater amabilis gode di una discreta vita sociale. Costei, si sollazza trascorrendo lunghi pomeriggi con amiche della sua stessa taratura economico-culturale-linguistico-sociale. Costoro hanno innumerevoli figlie con altrettante innumerevoli nipoti, femmine. Inutile sottolineare come, dal primo gemito, la sottoscritta abbia assunto il ruolo di pecora nera al pascolo in questo perfetto praticello inglese. Ogni benedetto anno, queste figliole nipoti, esibiscono la loro mai esistita innocenza nel saggio di danza di fine anno. Le nonne, che altro non vogliono se non mostrare lo specchietto d’allodole delle loro pupille, si premurano toste di spedire l’invito alle “comari”, compagne di un intero anno di taglia e cuci. Fatto Anche a questo giro, arriva immancabile la reverenda madre con la busta timbrata Politeama Greco. All’interno il nome della prescelta le cui doti si è deciso di andare a vedere. Cominciano i sudori freddi. Mi permetto di usare il mio gravidume come valida giustificazione per presentare istanza di assenza ben motivata. La Presidentessa Madre non cede. Grazia negata. Giorno 29 giugno. Mesta come stessi portando la croce e non avessi nemmeno la fortuna di essere Gesù Cristo, bensì uno dei due ladroni, metto piede nel teatro. Canicola misto scirocco fa sì che i respiri siano otturati sul nascere. Niente aria condizionata; ai ballerini fa male. Davanti ai miei occhi un’orda di Unni assiepata all’entrata. Madri, zie, nonne, cugini… affini d’ogni genere e collegamento con le Star e solo poi, padri (con i quali condivido l’amarezza per un triste destino che ci ha sottratto alla finale degli europei ) tutti addobbati come tardivi abeti natalizi, con improbabili mise e accessori coordinati – scopro che il dorato quest’anno va per la maggiore e, al buio, ha un ottimo effetto catarifrangente – . Paziente, in attesa di oltrepassare il varco che mi condurrà al mio inferno serale, vivo il contatto mistico con i sudori di chi mi circonda. Credo sia stata la prima delle varie volte in cui, durante la serata, ho chiesto al Signore di farmi partorire in quell’istante o chiamarmi a sé! Si entra. Dopo un’attesa si soli trentacinque minuti, necessari a molti di coloro che mi passano di fronte per toccarmi gratuitamente la panza perché, dicevano, porta bene, inizia lo spettacolo. Se mi si chiedesse cosa ho visto, sarei realmente imbarazzata nella risposta. Nell’arco di due ore si è offerta ai miei occhi (provati) una macedonia (la chiamano middle) di Grease, 7 spose per 7 fratelli, Il Gobbo di Notre Dame (che sia maledetto Cocciante che, da quando l’ha proposto, ha fatto sì che io ogni anno mi ritrovi quella simpaticona di Esmeralda tra i piedi senza riuscire ad assestarle un calcio definitivo!). Classico, moderno, hip-hop e, perché no, un assaggio di danza del ventre che - come non essere d’accordo - fa molto sofferenza di Quasimodo. Pulcini, primo corso, corso avanzato in una passione (la mia) che vedeva ciascun protagonista assegnatario di cinque minuti di gloria, per rallegrare il suo ego e per giustificare mesi e mesi di andirivieni dalla palestra dei suoi genitori (più esborsi non indifferenti di eurI). Il che, moltiplicato per tutte le rampanti etoile ha comportato ben tre ore di sterminio di ovaie (sempre le mie). Solito momento topico la bimba di due anni che inciampa e cade o che dimentica il passo. Ora, alla prima occasione pensi “che tenera”, alla seconda “che carina”, alla terza “questa è rincoglionita”. Per quanto riguarda gli altri, sembrava il convegno del controtempo. Anarchia totale! Ce ne fosse stato uno che avesse azzeccato, anche per caso, non dico una nota, ma una pausa. Fine primo atto. Intervallo allietato dalle freddure di due pseudo conduttori di qualche radio locale, dalla interminabile elencazione di sponsor e ringraziamenti e dalla presenza sul palco, in stampelle (due ore per fargli salire un gradino) dell’assessore alla cultura. Dal palchetto in alto a sinistra, continue grida FORZA JESSICAAA! e, immancabile, il poroppoppo da stadio prima, dopo e durante la pantomima. Consapevole di dover espiare in silenzio la mia colpa, (inconsapevole da sempre di quale sia). Attendo la fine dell’intero spettacolo per sussurrare alla Madre: “Scusa, chi era LA nipote per cui siamo venute?” e lei: “Ma come, non l’hai notata? Si chiama Silvia. Ha cominciato a studiare danza tre anni fa sulla scia di Amici della De Filippi. In casa sua pensano sia un giovane talento. Era quella alta, nelle file dietro, ha 23anni.”. Capisco che non c’è speranza. Mi trascino dolente a casa. Considerazione finale E’ meglio per te che ti piaccia la scherma. Trentasettesima settimana. Sarebbe ora ti preparassi ad uscire, non credi? E già pregusto la prima sbronza. Annotazione al margine. Ci sono cose che non hanno prezzo Far sì che Sara sia in minoranza, non ha prezzo. Per tutto il resto, c’è Mastercard (quella del marito di Erba! Sempre sia lodata!)
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Erba
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