S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Un boa senza piume né paillette
Post n°372 pubblicato il 28 Agosto 2008 da delilah79
Alle dodici già inizio a fremere sulla sedia dell’ufficio. All’una e mezzo smonto. Il Magister non ha bisogno di me. Ho il pomeriggio libero. Veloci sms di scambio con un amico. Si va a mare presto, però, alle due e un quarto passa a prendermi. Non può tardare, i tempi sono ristretti. O così, o nulla. Così. Strada del ritorno in celere prudenza. Ecco Lecce, casa. No, Lecce e basta. La strada di casa e l’accesso al condominio è temporaneamente bloccato (quel temporaneamente che vale a far saltare i miei piani, uno dei pochi pomeriggi di mare concessi). Jessica sta tentando (di nuovo) il suicidio. Pattuglie di vigili del fuoco a sbarrare la strada. Macchine ferme, incolonnate. Jessica è un trans. Abita al quarto piano da tre anni. Ha preso l’appartamento in centro lasciatole in eredità dalla nonna. Credo sia il suo unico bene. Mai nessun problema, nessuna lamentela da rivolgerle. Persino l’iniziale diffidenza dei condomini andava attenuandosi, almeno in alcuni. In altri no. In altri la diffidenza si palesa agli occhi e sulla pelle come schifo. Nell’ultimo anno, è cambiata ogni cosa. Un giorno Jessica ha buttato tutti i mobili giù dal balcone. Un altro ha incendiato casa, un altro ancora ha iniziato con il primo tentativo di suicidio. Siamo al secondo. Jessica ha un fratello, tossico. Lo mantiene. E’ uscito dalla comunità un mese fa. Il giorno dopo lo hanno trovato nel garage a farsi. Spesso mi capita di vederla, giù all’angolo, al negozio di cucina pronta. Alta, rossa, spalle larghe, mani da uomo, ma smaltate. “Li riconosci dal gozzo”, sentì dire una volta ad un tipo. Jessica il gozzo ce l’ha ed ha anche un seno, abbondante, sarà una quarta. Non so quanti anni abbia, forse pari ai suoi tatuaggi, non più pochi. La strada si riempie di curiosi. Ragazzi con il cellulare a riprendere la scena. C’è chi invoca il salto nel vuoto, c’è chi guarda con pena. Jessica traballa, sembra aver bevuto. Caos. Signore curiose ai balconi. Un vigile riesce a “farla ragionare”. Jessica rientra nel balcone. Il pericolo è scampato. C’è chi leva un penoso commento di rammarico per il mancato spettacolo. In breve tempo la strada torna ad essere libera. - Jessica, chissà, magari la prossima volta che ti vedo in negozio ad ordinare il risotto con i funghi del quale ripeti sempre essere ghiotta, mi fermo a dirti un paio di cose. Ti potrei domandare, ad esempio, se, gentilmente, il prossimo tentativo di suicidio potessi posticiparlo o anticiparlo in orari che non mi impediscano di andare a mare (…e che cazzo!). Oppure potrei provare a risollevarti l’animo facendoti pensare che c’è chi difende i tuoi diritti più dei miei: Luxuria va all’Isola dei Famosi, di che ti lamenti? O, forse, se un barlume di lucidità mi è rimasto, a differenziarmi dalle bestie che ti riprendevano, ti chiederei semplicemente, Jessica, come va? - |
Erba
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