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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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I nostri lettori ci scrivono
Post n°391 pubblicato il 29 Settembre 2008 da erbavoglio_70
L’ALTRA FACCIA DELLE MEDAGLIA Perché sia chiaro che io non esagero, perché la smettiate di chiedere di incontrarla, perché non si è prima single e poi vecchie zitelle per caso. Ringraziamo coralmente Blus per essersi immolato. La Genesi All’inizio era la luce e Blus scorrazzava nel giardino dell’Eden della propria esistenza. Poi arrivò la Serpe. L’inizio (della fine) Non disponendo di costosi brillocchi, per tacere di monumentali matterelli, e non intendendo assolutamente dare asilo ad alcuna delle inquietanti creature che popolano lo zoo di casa_1971, mi sono sempre guardato dal chiedere un appuntamento a Sara. Ma si sa, la Serpe dalla lingua biforcuta dispone di armi di persuasione di massa, perciò, dopo numerosi messaggi e altrettante telefonate a carico del destinatario, cedo, lo confesso, alla tentazione di uscire con la blogger. L’appuntamento è fissato presso una nota pizzeria della zona. Al mio arrivo, scruto preoccupato le facce degli avventori: tutte poco rassicuranti. Mi guardo attorno alla ricerca di qualcosa di familiare che mi aiuti a riconoscere la mia compagna di convivio, ma nessuno attira la mia attenzione. In un angolo noto una ragazza, seduta da sola con la forchetta in mano. No, non può essere lei. È il primo appuntamento, non può essersi già seduta, non può avere già la f orchetta in mano. Non può. Invece sì, è lei. Mi guarda e mi sorride o, meglio, fa una smorfia che benevolmente interpreto come un sorriso, non so se dettata dalla delusione scaturita dal mio aspetto o da una incipiente paresi della bocca. “Piacere, Blus”, “Molto lieta, Sara”. I nomi sono di fantasia, ma come inizio può andare. Sara esordisce dicendomi che non può trattenersi oltre le 22 perché ha una zia moribonda e lei vuole assistere ai suoi ultimi rantoli in questo mondo. Capisco subito che è una cazzata, ma, memore del racconto di una sua uscita con vogliosara, per la quale si munì di una lanciarazzi opportunamente nascosta nella borsetta, abbozzo e tiro un sospiro di sollievo. Arriva il cameriere che, per ragioni che solo di lì a pochi istanti mi saranno chiare, mi lancia uno sguardo di commiserazione. Io prendo una classica margherita, Sara, invece, ordina un piatto di salmone del Chinhook accompagnato da un’abbondante porzione di caviale del Volga. La serata, trascorsa discorrendo di varie amenità, si conclude con una fumata. Io una merit che mi porta i benefici di una canna, lei un Toscanello di contrabbando che mette la parola fine all’annosa questione del buco dell’ozono, rendendo inefficace ogni possibile soluzione. Il giorno dopo, la zia di Sara, miracolosamente sopravvissuta alla notte, è stata avvistata mentre si dedicava alla sua attività preferita: il parapendio. La fine (dell’inizio) Arriva il giorno del secondo appuntamento. Sara mi dice che ha voglia di mangiare schifezze e, tanto per rimanere in tema, tira fuori un cd appiccicoso. Una specie di sostanza limacciosa, infatti, lo avvolge quasi per proteggere gli ascoltatori dal pericolo della sua audizione. Incoscientemente, lo inserisco nel lettore, il quale, ovvio, si rifiuta di funzionare. Come dargli torto, del resto. Lo estraggo e Sara lo pulisce amabilmente passandolo sulla sua maglia. Con un processo di osmosi inversa, una parte cospicua di materia collosa rimane sulle vesti della blogger ed il lettore cd, colto a compassione, decide di cooperare. Sono gli Articolo 31 e lei conosce a memoria tutte le canzoni. Rimango sorpreso dalle sue incredibili qualità canore: non imbrocca una nota che sia una, riuscendo a stonare anche le pause tra un brano e l’altro. Credetemi, non è facile. Neanche l’auto sembra apprezzare, tant’è che si accendono spie di cui non conoscevo neanche l’esistenza. Preso dal panico, accelero e mi dirigo verso il pub più vicino. Sara è accontentata, si mangia di schifo. Ma il boccone più amaro da mandar giù sono i suoi racconti. Mi parla di tutti i frequentatori del blog con cui è uscita. Sono molti e tutti, a suo dire, bellissimi. Certamente il modo migliore per mettere a proprio agio un uomo appena conosciuto. Uno, in particolare, sembra sia il clone di Richard Gere. Non lo conosco ma mi sta già sulle palle. Riesce a trovare le parole per tessere finanche le lodi di vogliosara. Non reggo all’emozione e, persa ogni fantasia, approfitto di una sua visitina alla toilette per pagare il conto. Nel viaggio di ritorno, Sara ripropone il suo repertorio canoro, solo ad un volume molto più alto, rinvigorita dal litro di Paulaner che si è ingollata di un fiato. Dirigo spedito verso il mare deciso ad inabissarmi ma, fortunatamente, per Sara si fatto è tardi e mi chiede di riaccompagnarla. Il cd è ancora nel lettore, cementato per sempre. La pietra miliare della nostra amicizia. |
Erba
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