S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Outing
Post n°510 pubblicato il 10 Maggio 2009 da sara_1971
- tempo di lettura compatibile con le esigenze di Alfredo - facilità di comprensione adeguata alle capacità di Vogliosara Care Donnole e Uominilli la vostra regina delle paturnie vi scrive da una cicatrice con lo stesso identico umore che aveva Sylvia Plath quando decise di tentare il suicidio per la prima volta. Son passati ormai quasi due anni da quando Saruccia vostra, che – ricordiamolo -unisce la grazia di Gatto Silvestro all’acume di riflessivo di Gasparri, ha creato siffatto blog. Due anni durante i quali tante cose sono cambiate a fronte di altre rimaste sempre uguali. Tra queste ultime possiamo sicuramente annoverare lo sfondo e la grafica di questo ritrovo conviviale, rimaste inalterate nel tempo e ormai accattivanti quanto il design di un pullman dell’Est degli anni ’50. Dar vita ad un blog è sempre un atto creativo, quando addirittura non viene prescritto (un po’ come Andreotti, per intenderci) dall’analista di turno: permette una socializzazione diversa perché filtrata dall’anonimato, stimola l’espressività, e alla lunga crea addirittura un senso di affinità e di amicizia con l’utenza. Noi individui primitivi che conosciamo solo l’uso del fuoco e della lavastoviglie siamo tuttavia bene al corrente dei rischi ferali che si celano in rete. L’internet addiction può addirittura peggiorare, nonostante sia difficile da immaginare, un già poco soave carattere (il mio, il vostro) ed inoltre il rischio di infatuarsi di una proiezione virtuale dell’altro è sempre dietro l’angolo (però voi più che innamorarvi, fornicate, e per questo non smetterò mai di invidiarvi). Il blog, inoltre, può anche rivelarsi lo strumento più adatto per procacciarsi un amante instancabile e sfasciare un matrimonio, ma queste sono fortune non facili a verificarsi. A tanti infatti (un nome a caso: Sara_1971) è capitato solo di infrigidirsi sempre più ad ogni uscita e alcuni purtroppo non hanno ricevuto nessun prezioso benefit eccetto alcune telefonate porno alle 2 di notte, ma forse è meglio lasciar perdere questo argomento, perché se il vizio di raccattare nullità non me lo sono tolto finora probabilmente non me lo toglierò più. (Ultimamente ho trovato una azalea riversa in un cassonetto e me la sono trascinata in Dipartimento: come vedete sto migliorando perché almeno Lei – l’azalea – oltre ad essere di poche pretese per quel che riguarda il mantenimento, non ruba, non ha l’epatite e non combina danni, a differenza di altri raccattati). Comunque. Dicevamo(Un attimo che prendo le mie gocce e continuo, anche queste me le ha prescritte l’analista e gli splendidi risultati sono sotto gli occhi di tutti). Dunque. In questi due anni ho capito che il blog, oltre ad essere un atto creativo, è anche uno strumento finemente psicoanalitico, ed infatti quando per caso mi viene fuori una parola che è utile all’anima, lo capisco subito dal male che mi fa, perciò l’anonima forma letteraria con cui cerco di dar voce ai miei miasmi diventa il rifugio a cui tornare quando fuori infuria la buriana. (Certo, tutto molto poetico e dannatamente letterario, come no… ad ogni modo aspettiamo che mi sospendano gli psicofarmaci e poi ne riparliamo eh). In ogni caso la faccio breve (che lo so che voi più di 15 righe di post proprio non reggete): a seguito di una raccolta firme, con il parroco in prima fila e bocca di rosa poco lontano, avrei finalmente deciso di fare outing pubblicando una mia foto. Mi sembra giusto. E’ il minimo che io possa fare per voi, esasperati lettori che ogni giorno vi spiaggiate su questi lidi, dimostrando infinito sprezzo della vostra dignità. Lo so, è una notiziona che v’inturgidirà tutti o, nel peggiore dei casi, vi terrà impegnati a spettegolare come comari sulla pubblica piazza (vezzo a cui siamo tutti molto affezionati, tra l’altro) per parecchi dei vostri inutili giorni. Sono stata a lungo indecisa se farmi ritrarre a torso nudo mentre falcio il grano per la mietitura insieme a Jay o quando inciabattata come una profuga appena scesa dal gommone mi ritiro in preghiera nel mio luogo di culto preferito (il cesso). Però, visto che, come ben sapete, sono sempre schiava del mio lato bipolare inquietante e sinistro, ho optato per un impietoso primo piano. D’altronde quando la pretesa lascia il posto alla decenza vuol dire che si è alfine diventati grandi. E quando si diventa grandi notoriamente si sceglie di metterci la faccia. Scorrendo con il cursore potrete quindi apprezzare Sara in tutta la sua sfavillante estrosità, piercing compresi. Perdonatemi, perché l’immagine risale ad un giorno in cui mi sono svegliata con un’afta sul labbro e un herpes all’occhio. Lo so che dal di fuori sembro meglio. Ma voi, mi raccomando, non fidatevi.
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Erba
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