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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Panic
Post n°571 pubblicato il 27 Settembre 2009 da erbavoglio_70
Panic (hang the dj)
(Risvegli)
Una di quelle mattine in cui non riesci neppure a selezionare un cd. Eppure desideri ascoltare musica. E necessiti di inequivocaboli indicazioni del destino, dopo gli ultimi fallimenti in materia di decisioni, da quando ti sei ostinatamente messa in proprio. Non si può dire che non ti sia impegnata. Certo che lo hai fatto, separando i buoni e i cattivi, distinguendo i vantaggi e gli svantaggi, setacciando i ricordi, scremando le promesse, spruzzando una manciata di razionalità, romanticismo q.b. Ciò nonostante, regolarmente i tuoi propositi sono finiti come una torta senza lievito, vuoi perché avevi il discorso pronto e perfettamente decorato, ma lui non ti ha risposto (forse era sotto la doccia), vuoi perché il gran finale drammatico cui hai alacremente lavorato nei precedenti tre pomeriggi non è credibile se lui ti prende e tu lasci fare, vuoi perché il gusto di lasciarlo non glielo concedi all'ombra delle fasi lunari in cui lui sembra poter sopravvivere al tuo abbandono. Insomma, nonostante da mesi siate entrambi persuasi che “sia solo una questione di tempo”, continuate a cercarvi, a regalarvi coccole, parole, tenerezze, inseguimenti, estasi, alternandoli a colpi bassi, tentativi di fuga, esperimenti. Da esseri intelligenti quali siete avete scartato l'opzione “pausa di riflessione”. Sarebbe come ammettere di non aver meditato durante i mesi trascorsi insieme, neppure foste stati solo animali infoiati. E poi, gelosi come siete, non concedereste mai tanta libertà all'avversario: sapete fin troppo bene che statisticamente l'essere umano, sopratutto se uomo, lasciato libero, si accoppia. Non è un rischio da correre. Meglio affondare insieme, arrivare allo sfinimento reciproco, all'ottundimento dei sensi, ma non concedere il distacco emotivo necessario per ponderare. La razionalità è alla base della fine del sentimento amoroso. Comunque, non mi si può certo accusare di pervicacia: accetterei oggi anche un consiglio da mia madre. Sono una che valuta ogni proposta capace di sorprendermi, io.
Mentre aspetto il gorgoglio aromatizzato del caffè opto per la soluzione più semplice: selezione musicale direttamente dal mio telefonino penultima generazione, in ordine alfabetico, perché sono una tipa rigorosa e metodica (solo leggermente anacronistica).
Allora:
(Evidentemente Michael Franti non si riferiva a te. Ammettiamolo pure; non è questo il modo di iniziare una giornata. Sento un frappè di impulsi scorrermi nelle vene. Quasi quasi farei ancora sano sesso con te. Ma tu dovresti solo eseguire dettagliatamente i miei muti desideri e poi sparire.)
(Questa è bellissima, sospesa tra il comico e il tragico, quindi potremmo dire sinteticamente ironica. Ad ogni modo ti calza a pennello. Puoi provare serenamente ad allontanarti da me. Non andrai particolarmente lontano. Ma sì, lamentati pure, guardati intorno, maledici me e il giorno – o la notte – in cui mi hai incontrata. Scusa se non ti presto attenzione, ma a volte ti ripeti e io ho un bel po' di cose interessanti da fare. Ti amo anche io.)
(Sigh! Sarà un miserissimo giorno sospeso tra la noia e l'inquietudine, lo sento. Non si può decidere a tavolino di togliersi dalla testa una persona. O meglio, si può anche fare, ma non ci si sente un granché bene. Insomma, ascolta... Da essere dannatamente previdente quale sono, ho fatto anche testamento. Ti avevo detto “Ascolta questa canzone, un giorno voglio che tu pianga per me ascoltandola”. Che facciamo? Ammetti i tuoi sbagli e rimandiamo il momento? Rinneghi la tua natura e provi a mantenere fede a un impegno? Carina, bella, mi piace anche Ben. Ma sarà davvero poetico come suggeriscono le sue canzoni? Come si può far soffrire uno così?)
(Momento doccia. Perfetto. Questa è leggera. Ricordi come ero allegra a novembre? Quante volte ci siamo baciati ascoltando Jack? Eri un rospo, ricordalo. La colonna sonora dei tempi in cui i problemi sono gentiluomini rispettosi, aspettano fuori, s'accucciano e non si frappongono né al libero fluire dei lunghi discorsi né alle esigenze della pelle. O alle risate.)
('fanculo. Sei realmente capace di piombare in un momento felice, o almeno tranquillo, ma no, dico davvero, meraviglioso e fare una razzia nel mio cuoricino? Sei crudele, folle, insaziabile. Senza fiato, mi lasci inerme. Sono cambiata più di quanto potessi ritenere possibile, e lo ammetto mi piaccio di più, ma tu subito chiedi altro. Di più. Ancora. Abissi insondabili. A volte, però, non si fa più ritorno, ci si perde o ci si arrende.)
(Scivola, tutto scivola o scorre. Gli attimi e le mani scivolano piano e l'altro(ve) è sostenibile, insieme al sole cocente chiassoso volgare e all'ora di punta. Non importa, tutto passa. Mi piace il mare. Adoro ridere. Anche solo passeggiare, ascoltando dieci volte di fila questa canzone. E camminare a ritmo, sorridere, pensare a te, ma non solo. Allontanare la tristezza, credere che in fondo va bene così.)
Poi, saggiamente, ho spento. Munificamente – mi pare di capire - il telefonino mi indica di perseverare. Sentiamo che dice la radio.
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Erba
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