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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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« La Sciura (?) SaraSe mi lasci non vale »

La traviata

Post n°699 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da animanuda.io

My way.

Sei chiusa da mezz'ora nel tuo camerino, in preda ad un tremore incoercibile.
Sola.
Non hai voluto nessuno intorno. Troveresti patetico riversare le tue nevrosi su qualcuno che ti ascolta soltanto per pietà, o per dovere, e non potendo assolutamente comprendere il tuo malessere, tutt'al più potrebbe provare invidia e disprezzo per come gestisci l'occasione che ti è caduta addosso.
Chiudi gli occhi. Visualizzi una bottiglia di grappa e il gabinetto. Non riesci a decidere presso quale dei due cercare un po' di sollievo alla tua pena.
Per fortuna, o disdetta, chissà, l'esitazione ha sempre gonfiato tra le ipotesi uno spazio di tempo angusto in cui il raziocinio riesce ad infiltrarsi, e a convincerti ad accantonare entrambe le opzioni.
Il liquore ti brucerebbe la gola al pari del vomito, e non è neanche il caso di rischiare una macchia puzzolente sul costume di scena.
Respiri con la pancia e fai alcuni esercizi. Sai che la tecnica è solo una minima parte del lavoro che hai accettato di fare. La cosa più importante è che tu riesca a lasciarti andare completamente, a cavare fuori dalle viscere l'intensità e i brividi che sei perfettamente in grado di suscitare a modo tuo, quando vuoi. Quando puoi.
Soltanto i vili non accettano le sfide. Solo i codardi non si mettono alla prova.
E tu sai che leggendoti nel fondo dell'anima, scostando la schiuma della paura, lo trovi sempre, quel coraggio un po' folle che ti distingue e ti sostiene fino al trionfo nelle  tue imprese disperate.

E' il momento.
Ti sembra di toccarlo, il gelo del silenzio terribile che precede l'apertura del sipario.
Senti arrivarti addosso l'odore dell'ondata severa e implacabile di sguardi fissi che ti travolgerà senza nemmeno degnarti di uno sguardo attento.
Loro ti detestano. Ti odiano perché non sei Lei.
Loro vengono qui per la Divina, per applaudire le peripezie e i virtuosismi con cui la Sua voce li accompagna, quando è in vera forma, al culmine dell'emozione. Altrimenti, appena più sotto.
Tu non sei che un tappabuchi, uno stratagemma per tenere in piedi la baracca quando Lei è impegnata, e per questo loro non avranno pietà di te, neppure oggi.
A quella folla là fuori non interessa nulla dei tuoi tremori e delle tue paure. Anzi, al contrario, li annusa, li respira eccitandosi. Si sta preparando a gridare il laido godimento di cui la sorte ha deciso tu sia la prezzolata coprotagonista.
Magari, lo fai pure gratis.
Queste sono le stesse persone che sputano sull'uomo alla gogna pur sapendo di non essere migliori di lui, anzi, proprio per quello, per l'impossibilità di sputarsi in faccia da sole.
Se esiti, se fallisci, sarai la rappresentazione del loro fallimento, e riceverai ancora fischi, insulti e verdura marcia.

Ma Lei ha scelto te, fra tante altre. Ti ha prestato la scena di cui è incontrastata signora e padrona. La Divina ha fiuto, crede nel tuo valore e in passato ha dimostrato di avere ragione.
Hai in mano una splendida arma, che, se usata con indecisione, può farti molto male.
Quindi, ora che tocca a te, alza la testa, fai un respiro profondo, e spara.

 

 
 
 
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