S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
Cazzaturificio: esperienze e profezie di sfiga
Sliding Doors
Funeral Party
La strana coppia
C'eravamo tanto amati
Sliding doors 2
Maledetto di un gatto
Ad Maiora
Similia similibus
Pari opportunità
Cazzaturificio 2
Convivenza
Non ho (più) l'età
Facciamo finta che
Scientology
Indovina chi viene a cena
I diari della motocicletta
Vogliosara ed io
Palese Macchie
Nella terra dei Cachi
Chiare fresche e dolci acque
Le metamorfosi
Orroroscopo 2009
Torna a casa Lassie
Angeli con le pistole
Lido Epitaffio
Paradise Lost
Quel che resta del giorno
Eldorado
Post fuori stagione
Come eravamo
Invettiva
Capovolgere prima dell'uso
La Creatura ed Io
La Creatura ed Io (reprise)
L'incontro
E' per te
Dentro la notizia
Indovina chi viene a cena
Necessaria_mente
Altro giro altra corsa
La sposa era bellissima
Mentre la mia bella dorme
Ogni promessa...
Il lungo addio
Pericolosa Creatura
Casa_1971
Natale in casa 1971
Pasqua con chi vuoi
Pasquetta mistica
Florence Nightingale
L'ultima cena
Pussycat
La casetta del Dr Moreau
Pinne, fucile ed occhiali
La finestra sul porcile
Il Natale ai tempi del colera
La cena dei cretini
A Sud di nessun Nord
Sans culottes
Hic sunt leones
Cantami o Diva
Pollice verde
Mestolo d'oro
Mestolo d'oro 2
Mestolo d'oro 3
Mestolo d'oro 4 La giusta regolarità
Mestolo d'oro 5 L'idraulico
Mestolo d'oro Dessert
Filo D'Oro
Mestolo d'oro La prova del cuoco
« Notizie dal Paradiso | Indovina chi viene a cena » |
Post n°236 pubblicato il 11 Marzo 2008 da erbavoglio_70
Coloro che hanno interagito con me per più di un paio d'ore sanno che non sono il genere di persona cui piace condividere la propria privacy. Questo costituì un ostacolo quando decisi di andare a vivere in un centro sociale, con grande sollievo dei miei. Sono disposta al dialogo, allo svolgimento di attività di gruppo e anche alle grandi ammucchiate, ma devo disporre di un bagno personale e di una postazione, inaccessibile a terzi, munita di pc, scrivania, cassetti, ripiani vari e finestra. Sono maniaca dell'ordine e considero un diritto inalienabile quello di disporre, assecondando le proprie fissazioni e i propri gusti, i portapenne, i posacenere, i fogli, le tartarughe di legno. Raramente allineo gli oggetti parallelamente ai lati del tavolo e l'alterazione, anche lieve, dell'angolazione da me scelta per ogni oggetto può essere causa del mio malumore. Probabilmente, se fossi stata figlia unica come ho sempre sognato, sarei meno ossessionata dall'ansia di solitudine, e se mia sorella fosse stata meno stronza sarei meno gelosa delle mie t-shirt. Ma inutile pormi ancora certe domande, devo accettare la mia condizione di secondogenita. Questa, agli occhi dei genitori, non costituisce né un miracolo né una novità, e rappresenta per quelli della sorella maggiore un elemento di disturbo che part-time può essere impiegato per trastullarsi o per esercitare la propria capacità persuasiva. Mia sorella si stancò definitivamente di me non appena un suo compagno di classe delle medie iniziò a sortire su di lei uno strano effetto, e approfittò di un fine settimana che io trascorsi da una cuginetta per lasciare la nostra stanza, portandosi dietro anche il radiolone. Non andò molto lontano: semplicemente occupò militarmente un ripostiglio munito di finestra, concedendomi il privilegio di dormire con il terzogenito (agli occhi dei genitori innanzitutto maschio - il cui concepimento resta avvolto dal mistero - agli occhi delle sorelle essenzialmente non femmina e irrimediabilmente piccolo). Iniziò il mio inferno: il poster dell'Uomo Ragno spodestò quello di Antonio Cabrini, le mie bambole furono adescate da orrendi mostri chiamati Masters of the Universe e le mie telefonate conobbero numerose interruzioni inopportune. La situazione promiscua di riflesso fece sviluppare la mia capacità di adattamento e le mie dettagliate analisi interiori. Insomma: mai avuta una stanza per me, fino al momento dell'indipendenza economica. Inutile dire che io non ho cercato casa, ma un bunker con intorno altre stanze, destinate a ospitare i miei familiari. La caratteristica principale del bunker è l'essere uno spazio angusto per placare l'amore verso l'horror vacui di cui sono, tra le altre cose, vittima, ma soprattutto per impedire ad altri di accedervi, o quanto meno di trovarsi a proprio agio. Alla faccia degli open space io ho finalmente un posto tutto mio, con aria, luce, libri, pc, fotografie, ritagli, quaderni, penne e moleskine. Quando a tarda sera posso rintanarmi faccio l'appello, perché ogni foglio che c'è non si trova qui per caso e deve sentirsi unico, e poi, per poche ore, gioco con i miei pensieri di oggi e di ieri. |
https://gold.libero.it/scarogne/trackback.php?msg=4270376
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Erba
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: whatweather
il 21/11/2024 alle 19:37
Inviato da: cassetta2
il 30/10/2023 alle 18:35
Inviato da: What weather today
il 12/04/2022 alle 14:11
Inviato da: Weather
il 12/04/2022 alle 14:10
Inviato da: Weather forecast
il 12/04/2022 alle 14:10
CERCA IN QUESTO BLOG
MENU
Guida Michelin
I riciclotteri
Lido Boscoverde
Vini e cucina
Pizzeria S. S.
Striscia la scarogna
Vuoi il mio posto
Programma elettorale
Controdecalogo
Cara ti amo
Mi vendo
The M.M. 1
The M.M. 2
Moratoria dello zigote
Gioventù bruciata
Silvia e Debbi
68
Venghino siori venghino
La grandezza di una nazione
Il segreto per diventare ricchi
Dai diamanti non nasce niente...
Illecito Sollecito
L'Intervista
Intervista col vampiro
In nome del Padre
L'intervista (3)
Il Gattopardo
Dell'Incognita e della Radice
Alla cortese pazienza dei lettori
Così fan tutti
Inviato speciale
La casualità dell'impasto
L'Arpia e il peloso
L'Undicesimo comandamento II parte
L'undicesimo comandamento
Mai dire mai - seconda parte
Mai dire mai
Arrivederci a presto
Un tranquillo weekend di paura
ma li mortacci mia
Superciuk
Casa dolce casa
Certe notti
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio
Niente di nuovo sul fronte Sud
L'Allerta
La Sciura (?) Sara
(Gela le ossa.)
Stupidamente perché non ci sono molti motivi per esserlo... mi ricorda un racconto, forse di Pirandello (le Novelle per un anno sono tante, non posso ricordarle tutte...), dove il protagonista, un vecchio, vede intorno a se una inspiegabile agitazione, piccoli e grandi intorno a lui si muovono con una frenesia inspiegabile lasciando a lui solo occhiate distratte, il racconto si chiude con il vecchio che guarda fuori dalla finestra e si accorge che... è entrata la primavera.
L'acqua di cottura era troppa, le patate si sono ridotte quasi a puré, ne è venuta fuori una poltiglia piccante al sapore di tonno, erano giorni che non mangiavo una porcheria di questo livello... il senso di felicità è notevolmente scemato.
Per commentarlo adeguatamente occorrerebbero giornate di digitazione: convivenza / ordine / la collocazione nella famiglia di origine / rapporto coi fratelli / meglio un fratello, una sorella o nessuno dei due? / ospitalità.
Accenno solo al rapporto che avevo, piccolissimo (meno di 5 anni) con mio fratello e mia sorella, entrambi più grandi di me.
Mia sorella, primogenita, si è resa conto ben presto che il mondo era destinato ai maschi, non si è arresa al suo destino di essere inferiore, ma, questo solo da bambina, si è adattata evolutivamente. Vivevamo allora in una casa che mio padre aveva comprato nei quartieri spagnoli di Napoli, non mi risulta che la casa sia stata pagata con i proventi di una rapina, ma ricordando il tenore di vita della mia famiglia, non mi stupirei. La casa ha un ampio (4m. x 3,5m) inresso/soggiorno/salotto/tinello, una cucina piccolina, e una comoda camera da letto che può ospitare, se opportunamente stipate, 5 persone, nella fattispecie madre, padre e tre figli. La privacy era improponibile, manco sapevamo cosa fosse, mi sono sempre chiesto dove trovassero i miei genitori la riservatezza necessaria per vivere una vita di coppia, con tre figli sempre fra le palle. Però da qualche parte la trovavano, giacché in quella casa fu concepito un 4° figlio... il concepimento fu provvidenziale perché ci costrinse a cambiare casa, in quella, a meno di disporci a strati, proprio non ci saremmo entrati.
Ritornando a mia sorella, quello che ricordo è il rapporto che aveva con le bambole... avevamo per giocare un ampio (4m x 4) stanzone in un sottoscala dove ci riunivamo noi tre fratelli e due fratelli di una amica di mia madre. Il gioco che facevamo, ideato da mia sorella e dal suo amichetto coetaneo, era di inscenare un processo alle bambole con accusa e difesa; l'avvocato difensore non era molto bravo, giacché il processo si concludeva puntualmente con un verdetto di condanna. Il crimine commesso dall'imputata doveva essere efferato giacché la pena era la decapitazione che veniva eseguita con la sciabola di mio padre.
Da grande ho indagato chiedendo a mia sorella cosa la avesse indotto a ideare quel gioco, non mi è sembrato di individuare motivi freudiano, se non un odio profondo per il ruolo al quale gli adulti avrebbero voluto condannarla.