S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
Cazzaturificio: esperienze e profezie di sfiga
Sliding Doors
Funeral Party
La strana coppia
C'eravamo tanto amati
Sliding doors 2
Maledetto di un gatto
Ad Maiora
Similia similibus
Pari opportunità
Cazzaturificio 2
Convivenza
Non ho (più) l'età
Facciamo finta che
Scientology
Indovina chi viene a cena
I diari della motocicletta
Vogliosara ed io
Palese Macchie
Nella terra dei Cachi
Chiare fresche e dolci acque
Le metamorfosi
Orroroscopo 2009
Torna a casa Lassie
Angeli con le pistole
Lido Epitaffio
Paradise Lost
Quel che resta del giorno
Eldorado
Post fuori stagione
Come eravamo
Invettiva
Capovolgere prima dell'uso
La Creatura ed Io
La Creatura ed Io (reprise)
L'incontro
E' per te
Dentro la notizia
Indovina chi viene a cena
Necessaria_mente
Altro giro altra corsa
La sposa era bellissima
Mentre la mia bella dorme
Ogni promessa...
Il lungo addio
Pericolosa Creatura
Casa_1971
Natale in casa 1971
Pasqua con chi vuoi
Pasquetta mistica
Florence Nightingale
L'ultima cena
Pussycat
La casetta del Dr Moreau
Pinne, fucile ed occhiali
La finestra sul porcile
Il Natale ai tempi del colera
La cena dei cretini
A Sud di nessun Nord
Sans culottes
Hic sunt leones
Cantami o Diva
Pollice verde
Mestolo d'oro
Mestolo d'oro 2
Mestolo d'oro 3
Mestolo d'oro 4 La giusta regolarità
Mestolo d'oro 5 L'idraulico
Mestolo d'oro Dessert
Filo D'Oro
Mestolo d'oro La prova del cuoco
« Cottolengo | Home sweet home » |
Post n°258 pubblicato il 03 Aprile 2008 da delilah79
Rosa 56 anni, impiegata, sposata da 31 con Antonello. Un figlio, Marco, 24 anni. Quando sono arrivata in questa casa (due anni fa) è stata la prima e unica vicina a darmi un sincero e non pettegolo benvenuto. Si è seduta senza disagio tra scatoloni ed imballaggi chiedendomi di farle un “caffé di conoscenza”. Il caffé di conoscenza, mi ha spiegato, è il primo tra due estranei, quello che rompe il ghiaccio, che crea un contatto, salvo, poi, non ripetersi più. Con Rosa è stato amore a prima vista! Dopo il caffé mi fa, ridendo, “Credono tutti che io sia depressa. Qualcuno prima o poi verrà a dirtelo, così anticipo i tempi! Forse è vero; o forse ho solo deciso di non correre come gli altri per poi non arrivare mai! Andiamo a mare domani?”. Il giorno dopo, non so come, né perché, ero a mare con lei, “la sconosciuta depressa” come, scherzando, si definiva. Sabato sera trovo Rosa sui gradini all’entrata della chiesetta, vicino casa. Tutta rannicchiata su se stessa. Era da un po’ che non ci incontravamo. Mi avvicino, la vedo in lacrime. La faccio entrare in casa. E’sobria, ma lo sguardo è assente. Mi si siede davanti e fissandomi inizia: “Ci sono momenti (mattine, sere, notti) in cui ti senti terribilmente solo e fuori dal mondo. Sono momenti che arrivano d’improvviso, dopo un brutto pensiero, un messaggio sbagliato. Ti prendono senza annunciarsi; colpiscono tra stomaco e cuore. Tra un semaforo rosso ed un parcheggiatore abusivo che ti indica il posto per la tua auto, mentre tu ti stai chiedendo quale sia quello della tua vita ed il tuo in questa realtà. I conti non tornano mai per chi ha voglia di dare e qualche volta (solo qualche volta) di ricevere! Ci sono momenti in cui hai bisogno di un abbraccio ed il cellulare spento di tuo figlio non basta a sapere che c’è. Momenti in cui ti chiedi troppo e, in verità, non dovresti chiederti nulla! Nessuno mai che riconosca all’altro il giusto mezzo come beneficio del dubbio… Capita che non si riesca a spezzare la corda senza capire che il prezzo da pagare è maggiore! Non so se sono capace. Non so se voglio esserne capace. A volte è più dignitosa l’incapacità.”. Poi si alza, mi bacia sulla fronte e va via. La seguo con lo sguardo finché non appuro che rientra a casa. Fino a due giorni fa è stato un via vai da casa sua alla mia con mille doni. Un suo reggiseno, un cacciavite, una mezza pizza. Non mangia. Dice che si nutre d’affetto. Ieri, rientrando, c’era Antonello ad aspettarmi. Occhi rossi. Non so cos’abbia fatto Rosa, ma so che è stato abbastanza serio da allarmare il marito. “Diceva di avere dieci anni”, mi racconta. Ora Rosa è nel reparto psichiatria. Non può ricevere visite. Quello che penso è che sia l’unica ad essere arrivata, senza corsa; e che da lì, dal suo mondo senza traguardi, se la stia ridendo, prendendosi gioco di noi poveri stolti! Ventiquattresima settimana. Sesto mese. Cresci. Qualunque sia il tuo sesso, ti chiamerai Andrea. |
https://gold.libero.it/scarogne/trackback.php?msg=4421862
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Erba
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: cassetta2
il 30/10/2023 alle 18:35
Inviato da: What weather today
il 12/04/2022 alle 14:11
Inviato da: Weather
il 12/04/2022 alle 14:10
Inviato da: Weather forecast
il 12/04/2022 alle 14:10
Inviato da: panglos
il 15/03/2021 alle 09:54
CERCA IN QUESTO BLOG
MENU
Guida Michelin
I riciclotteri
Lido Boscoverde
Vini e cucina
Pizzeria S. S.
Striscia la scarogna
Vuoi il mio posto
Programma elettorale
Controdecalogo
Cara ti amo
Mi vendo
The M.M. 1
The M.M. 2
Moratoria dello zigote
Gioventù bruciata
Silvia e Debbi
68
Venghino siori venghino
La grandezza di una nazione
Il segreto per diventare ricchi
Dai diamanti non nasce niente...
Illecito Sollecito
L'Intervista
Intervista col vampiro
In nome del Padre
L'intervista (3)
Il Gattopardo
Dell'Incognita e della Radice
Alla cortese pazienza dei lettori
Così fan tutti
Inviato speciale
La casualità dell'impasto
L'Arpia e il peloso
L'Undicesimo comandamento II parte
L'undicesimo comandamento
Mai dire mai - seconda parte
Mai dire mai
Arrivederci a presto
Un tranquillo weekend di paura
ma li mortacci mia
Superciuk
Casa dolce casa
Certe notti
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio
Niente di nuovo sul fronte Sud
L'Allerta
La Sciura (?) Sara
Non credo proprio che lei si stia prendendo gioco di voi poveri stolti.
Accidenti a te!
Smetterò di amarti quando i colori di un pittore cieco dipingeranno il rumore di un petalo che cade
Non potei fare a meno di aggiungere
Riprenderò ad amarti quando smetterai di scrivere cazzate
Nulla a che vedere con noi, naturalmente, se Sara non si ingelosisce, ti amo ancora; da che hai messo la tua foto, poi, ti sogno anche...
E' che sono molto disincantato sull'argomento e sono rimasto spiazzato. Ho commesso l'errore di leggere prima i commenti, mi aspettavo qualcosa di leggero, il tuo post invece mi è piombato addosso come un macigno...
Però a capodanno... però...
Delilah,
quando ti sei unita a quelle "quattro mani che pur detestandosi" scrivono assai bene non riuscivo a vedere, nei tuoi post, l'ottima ragione che doveva aver prevalso su un dualismo ormai collaudato.
Oggi lo vedo.
Straordinario, intenso, motivo, seppur racchiuso nelle poche righe delle parole che sei riuscita a trattenere, di Rosa.
Cordialità
Scusa il ritardo
E mi dispiace, per gli altri, di essere solo il 2° commento al Post.
Entrambi a mio parere affrontano solo parte del problema: ipolipidico lo riconduce ad un percorso a ritroso, da adulti a bambini; di_più affronta il modo di porsi di fronte al malato di mente.
Il problema a mio parere è molto più complesso, non sbaglia di_più ad affermare che sarebbero necessarie pagine e pagine di commenti per sviscerarlo...
La malattia mentale abbraccia un campo vastissimo di patologie che vanno dalla nevrosi alla psicosi. La cosa che colpisce del post di Delilah è che Rosa non può ricevere visite, ciò vuol dire che non è in grado di tollerare la presenza di altri. Mi è difficile immaginare che una persona che non può sopportare, in quanto la sua patologia non le consente di farlo, la presenza di un suo simile viva una esperienza riconducibile ad un ritorno all'infanzia, molto più probabile è che viva un'esperienza di profonda sofferenza. Non esiste sofferenza paragonabile a quella che vive una persona il cui cervello ha smesso di funzionare correttamente; la sede dei sentimenti, dei ricordi, delle relazioni, la nostra stessa essenza, ciò che ci consente di identificarci con noi stessi non risponde più come prima e molto spesso ne siamo consapevoli; è questa consapevolezza l'aspetto più terrificante della patologia mentale.
Il modo che di_più propone per relazionarsi ad un malato di mente è sicuramente condivisibile, anche se io direi che quel modo di porsi dovrebbe essere esteso a tutte le persone che ci circondano, condivisibile, dicevo, ma purtroppo ben lontano dalla realtà. Il primo sentimento che suscita un malato di mente è paura, una paura irrazionale che è in fondo la paura del diverso. Alla paura poi si sostituiscono o si aggiungono commiserazione, atteggiamenti di superiorità (il malato di mente non è alla nostra altezza), infantile accondiscendenza, atteggiamenti che si terrebbero con un bambino deficiente (il malato di mente non è un adulto) ed altro ancora.
L'errore più comune che si commette quando si incontra un malato di mente e di identificarlo con la sua malattia, nel ritenere cioè che un cervello malato lo sia nella sua totalità, è qulcosa di diverso rispetto ad una persona sana, non ama più come una persona sana, non ha più l'intelligenza di una persona sana, non è più capace di relazionarsi agli altri come una persona sana... è, appunto, un malato di mente.
Questo grosso modo è ciò che penso... più o meno... forse... chi lo sa...