S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°385 pubblicato il 19 Settembre 2008 da erbavoglio_70
Se lo sguardo del vostro interlocutore è simile a quello di Sara a scuola, di Erba davanti a un elettrodomestico, di un uomo davanti a una bomboniera, con buona probabilità non è interessato a ciò che gli dite. Lo attirano senza dubbio maggiormente i tasti del suo cellulare, il monitor del suo computer, lo zapping spasmodico. Esempi:
Tali circostanze, ammettiamolo, renderebbero nervoso anche un paracarro*. Ho letto poi un articolo, diretto e sentito, di quel nostalgico di Michele Serra: in sintesi afferma che a fronte di una second life non esista un tempo virtuale, cosa che – comprensibilmente – poco o nulla affetta i giovanissimi. Serra non punta ovviamente alcun dito accusatore contro internet, e tranquillizza gli adulti: un contatto con il mondo esterno è quasi sempre garantito dal richiamo ormonale. Piuttosto, li (ci) ammonisce: solo con dialoghi, racconti, amici interessanti si potrà strappare l'adolescente dalla devozione verso il proprio monitor. Intendiamoci: io sono una convinta sostenitrice della frase di Pennac [...] la frase scema stabilisce invece una connivenza riposante che può esistere solo tra amici intimi. Soltanto con gli amici più stretti ci raccontiamo le storielle più stupide, come per rendere omaggio alla loro raffinatezza intellettuale. Con gli altri facciamo i brillanti, sfoggiamo il nostro sapere, ce la tiriamo, seduciamo. Attenzione, però: frase scema, non espressione idiota. *Questa è relativamente facile. |
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Sono settimane che clicco su tutto il cliccabile... stamattina ho constatato con gioia che il link di Compassion (adozione a distanza che tradotto vuol dire: indottrinamento violento di teneri negretti) rimanda ad una pagina inesistente... cosa volevo dire? Ah, si!
Quand'è che mi chiedete il mio numero di conto corrente?... si era parlato di percentuali se non ricordo male!!!
Con me, in pvt, sei brillante e sfoggi tutto il tuo sapere enciclopedico. -ipo-
Sara, PVT con risposta alla tua oscena proposta di sesso sfrenato pervenutami. (Erba, perdonala. Osò, non osasse, ma o'saprai)
Cordialità
Di questa sorta di editoriale non ho letto neanche la seconda parola! Vuoi sapere perché? No?! ... e io te lo dico lo stesso...
Non mi incanti da quando ho scoperto che mentre ti sparavi la posa di aver visto chissà quante volte un film di nicchia ("Oltre il giardino") dimostrando nei commenti di non averlo neanche sfiorato... mi accorgo che i tuoi commenti DOTTI erano un volgarissimo copiaincolla di uno dei tani, troppi, siti tenuti da ignoranti con facoltà di parola... almeno scegli meglio da dove copiaincollare, e che cazzo!!!
P.S. Te l'ho già chiesto una volta senza avere risposta: perché "srittoree" con due "e"... forse che neanche sai che si scrive con una sola "e"?
E va be' lo ammetto, sono entrato a gamba tesa direttamente sulle caviglie... Losc, invoco umilmente il tuo perdono. E' che ci sono rimasto male quando mi sono accorto che quello che sembrava essere uno scambio interessante era in realtà generato da un copiaincolla.
Tranquilli, fra un po' parto...
PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO, PERDONO.
Mi sento tanto Vogliosara...
E' tutta colpa di sara, è lei che mi dice che non devo criticare gli ospiti che poi non le cliccano sui banner.
A questo punto bisogna capire se trattasi di turbamento “virtuale” oppure “reale”.
Se dal capo opposto dell’ormai ipotetico filo c’è una donna, nota o sconosciuta.
In entrambi i casi “una Donna”.
Superfluo scrivere “Danno”.
Anzi scriviamolo aggiungendo che, nel caso della donna nota, il danno è già fatto mentre, con la sconosciuta, sei proprio tu, l’idiota, che si vuol ficcare nei guai.
Già perché la idealizzi, la metti su di un piedistallo, la immagini tutta curve ed ultima vincitrice di miss italia.
Il fatto curioso è che anche dall’altra parte si commettono gli stessi errori e le illusioni prendono il sopravvento sulla ragione.
Ella ti immagina fratello di Lapo, discendente dei Riaci, pronipote di andreotti.
Se lei sapesse… se lei sapesse che sono invece come il giudice di De Andrè e con modeste virtù meno apparenti.
Insomma una.. carogna. -ipo
Cià!
Clà!
Quello che l'età mi ha insegnato è a conversare, ossia a riempire il silenzio con frasi... la mente scorre rapida i vari argomenti... il tempo, il buco dell'ozono, l'evergreen mezze-stagioni... ne aggancio uno e lo sviscero. Se l'interlocutore occasionale propone argomenti imbarazzanti li sfioro e di associazione in associazione dolcemente sposto il discorso su argomenti meno personali.
L'importante è imparare a lasciar andare i propri pensieri nella certezza che un discorso per voi profondo toccherà l'ascoltatore occasionale quanto un discorso banale: zero.
Quanto sarebbe bello poter dire "Oggi mi girano i coglioni, non mi va di parlare, se ti riincontro e se mi va chiacchieriamo. Ciao!", ma non si può; il vivere civile impone delle regole e fra queste c'è quella di scambiare quattro chiacchiere con una persona conosciuta.
Non ricordo dov'è che ho letto la vera amicizia è quando il silenzio non è imbarazzante.
Io penso che stare sul WEB equivalga a mettersi in gioco, adoro del WEB il fatto che ci si possa incontrare, scontrare, avvicinarsi, allontanarsi... senza censure.
Io penso che requisito fondamentale per stare sul WEB sia l'apertura mentale, ossia la capacità di farsi penetrare da ciò che ci piace e di farsi scivolare addosso ciò che non ci piace. Penso che una persona che voglia riservarsi il diritto al risentimento dovrebbe cercare altre piazze, non il WEB.
E' un punto sul quale mi sono e mi sto scazzando ferocemente in una community (ciao.it) popolata da persone che considerano uno spazio WEB una riproduzione fedele della vita reale. Io credo fermamente che il WEB sia altro, qui valgono altre regole morali, le distanze, non alludo a quelle fisiche, sono inesistenti. Sul WEB è lecito ciò che nella vita reale non lo è. A me è chiara questa differenza e sfrutto il WEB secondo le potenzialità che esso offre... serietà, autoanalisi a basso costo, parole profonde, parole delle quali ti vergogni già solo dopo aver premuto "invio"... in una sola parola un gioco, un gioco che ha termine nel momento in cui chiudo il Browser.
S_CAROGNE è una delle tante lampadine che brillano sul WEB, ma noi non siamo falene, siamo persone e dipende solo da noi non farci scottare da quella lampadina.
Spero di rileggerti su S_CAROGNE.
Leggo il commento di tale "Panglos" e ci capisco meno di un cazzo... mi viene in mente Laura, una mia carissima nemica.
Eravamo nel salotto di casa mia, più di una vita fa, il sottofondo era la solita musica fine anni '70, chiacchieriamo (oh cazzo! in fondo soano a tema!) da nemici di vecchia data che fingono di essere amici (consapevolezza acquisita un decennio dopo... l'intempestività della psicoanalisi... m'avessero avvisato prima!).
Lei parla, io parlo...
Non so cosa disse lei, non ricordo cosa dissi io, ricordo però i pensieri che si celavano oltre il parlato...
Dico qualcosa per decine di interminabili secondi, poi rifletto su ciò che ho detto...
"Dunque, soggetto, predicato e complemento ci sono... le consecutio mi pare siano state rispettate... Io non c'ho capito un cazzo di quello che ho detto... [pur nei pensieri, mi dico sottovoce] speriamo ci abbia capito qualcosa lei..."
Ora perdonami, ma devo andare di là... ho fame, non ho nulla di pronto, e l'ultima volta che è stata pulita la cucina è domenica scorsa [ma perché mia cugina è andata via così presto!!!]...
Cose da fare:
(1) Pulire (almeno) una pentola
(2) Cucinare qualcosa che alla fine risulti essere commestibile
(3) Mangiare [opzione alternativa: digiunare]
(4) Staccare il telefono che se mi chiamano per sapere perché non sono ancora partito non so cosa dire
(5) Dire a Loscrittore che è una brava persona... ma non è che gliel'ho già detto?
Io non sono cattivo è che mi disegnano così...
Dico [a digiuno] semplicemente quel che penso. Sembro essere cattivo perché gli altri quel che veramente pensano non lo dicono.
Un mio amico, tale Bronteneus, sta concependo, su ciao.it, una opinione dal titolo "Un click per Sara"...
Continua a lasciar vedere i cartoni ai pargoli perchè, immagino, fra poco erudirai i pargoli di non solo pennac ma anche di Euclide ed Archimede. -IPO-