S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°527 pubblicato il 17 Giugno 2009 da erbavoglio_70
Ma lui mi stava cercando, o meglio cercava colei che era con me [...] (C. Brontë)
Ancora un po' di attesa e poi via. Vacanze, pausa, relax, no telefono, no internet, no Sara. A miracolo avvenuto (mi riferisco alla pubblicazione del libro) dovrò telefonarle solo per gli auguri di Natale e per ricordarle che a marzo festeggiamo gaudenti un nuovo anno in sua compagnia. Considerato che usa un algoritmo sconosciuto ai più per decidere se rispondere o meno al telefono, e che il nome Erba è rifiutato nove volte su dieci, potrei celebrare anche i miei quaranta in santa pace. Un domani, è chiaro. Ero immersa in questo genere di pensieri da vaso di terra cotta quando un sms arriva in busta chiusa a turbare la quiete del mio cellulare nuovo fiammante, dotato di ogni genere di comfort (se facesse anche il caffè non mi resterebbe che ambire alla materializzazione di George). Dicevo:
SMS Sara: Spero che oggi i tuoi ormoni siano a fare shopping o che comunque la prospettiva dei saldi imminenti li abbia sedati. SMS Erba: Hai interrotto l'unico momento di concentrazione concessomi in questo semestre dalla frenetica vita che avviluppa il mio corpicino. Descrivere il mio stato ormonale potrebbe nuocere all'atrofia cui hai condannato il tuo apparato genitale. SMS Sara: Perfetto: una decina di sms di tal fatta al giorno ed è fatta. SMS Erba: Oh, mio angelo custode, illuminami! La Serpe dice perfetto solo per tessere l'ordito delle sue trappole. SMS Sara: Dovresti aver capito. Ci vogliono per un programma in radio. SMS Erba: Mandarti affanculo via etere sarà quanto meno insolito. Accetto. SMS Sara: Ohibò. Nessuna polemica, nessuna richiesta di retribuzione? Non mi chiedi neppure quale sia la radio in questione? SMS Erba: Tsk. Ingenua. Credi che nutra ancora la speranza che il tuo cervello abbia imparato a imbastire sia pur primordiali, approssimative, risposte? SMS Sara: Disfattista. A me sembra un'occasione irripetibile. SMS Erba: Tanto da ricordare la sua gemella... ricordi quando abbiamo aspettato l'Editore XXX per due ore in via YYY? Sì, quello conosciuto su Facebook...
Silenzio (sano silenzio) della effimera durata di un'ora.
SMS Sara: Allora, Signora SoTutto, il suo era un sì scevro da ripensamenti? SMS Erba: Non so, purtroppo, sempre tutto. Ad esempio, non sapevo a chi dare il mio voto per le europee, visto che non sarebbe servito a mandare affanculo a Strasburgo né te né mia suocera. SMS Sara: Erba, ti intimo di comunicarmi il tuo pensiero. (Buona idea, comunque: la prossima volta, visto che lo fan tutti, potremmo fondare un partito.) SMS Erba: ('tacci tua) La radio è il luogo più adatto a noi: nessuno vedrà quanto sono alta, nessuno saggerà il tuo cattivo gusto in fatto di abbigliamento. Resta la – trascurabile – questione dei lievi difetti di pronuncia dai quali siamo affette... Sarebbe carina soprattutto la sigla del programma: un mix di latrati di cane, pianto di bimbo, bestemmie di coinquilini, litanie della madre di mio marito... Un successo assicurato. SMS Sara: Previdentemente ho già accettato. Inviami un paio di bozze per la puntata zero. E che siano di qualità.
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Se "ella" ti risponde una volta su dieci è buon segno...
ti ama.
La percentuale dedicatami è di uno fratto nr. a 7 cifre.
Non dirmi che sei a dieta.
Per gli incarichi ormai sono "out" dopo che gli ho chiesto la parcella...
In natura
Passiamo da libero ad una radio libera, ma libera veramente (citando finardi).
Basilari le telefonate in diretta degli ascoltatori.
Finalmente i miei °#§ù*** avranno un senso e vocalità inaspettate.
Ordini dall'alto.
O dal basso a seconda dei punti di vista
Benedettuccia mia, ho già avuto modo di dirti che detesto, sommamente detesto, i fondamentalismi. Qui aggiungo che oltre i fondamentalismi odio i luogocomunismi...
Non avere in casa un televisore fa tanto intellettualino snob, parlo dall'alto del mio maxischermo 14'' che cambierò, dato l'intenso utilizzo, fra dieci vite.
La televisione, che ti piaccia o no, è il più potente mezzo di comunicazione di massa, lo sa bene il berlusca; non guardarla MAI sottolineato equivale a precludersi la possibilità di capire le masse pecorone (tu sapessi quanto amo le masse... ma davvero sei stato comunista?). Io sul mio maxischermo 14'' guardo quasi solo selezionate trasmissioni giornalistiche, non bellissime, ma non da voltastomaco (si capisce che non guardo "porta a porta" e "matrix"... oltre che retequattro e italiauno tutte?)... però... però di tanto in tanto zappingo e mi soffermo su trasmissioni concepite da e trasmesse per decerebrati (Maria De Filippi è il mio idolo... ma non buttiamo via Stranamore!); a me serve per capire una parte del mondo, quella parte del mondo non la capirei se di tanto in tanto non ci gettassi un occhio.
Per finire... che la gente non legge e che questo sia il problema dei problemi lo sento dire da che sono nato... non da che sono nato, ma comunque da molti anni, guardo chi fa questa affermazione come guarderei chi dovesse affermare che causa delle malattie sono gli spiriti maligni...
Sì, sono stato in analisi, dapprima presso un cialtrone poi presso un angelo biondo tedesco... va be', diciamo grigio...
Precisiamo subito che sono entrato, come ora, distrattamente per una incursione spot ed ho letto solo il tuo commento dove affermi Non averne in casa la dice lunghissima, se le parole vogliono dir' qualcosa queste vogliono dire che non hai un televisore in casa.
Per me intellettuele non è un'offesa, il problema è quando ci si spara la posa da intellettuali, se permetti è diverso.
Qui rispondo anche a Je_est, il quale pare abbia il mio stesso difetto, non legge con attenzione.
Io non affermo che l'adulto che sceglie di non guardare la televisione sia uno snob; io affermo che in una casa dove vive una famiglia la scelta di non avere un televisore deve essere da tutti condivisa e quindi rimandata a quando eventuali minori saranno maggiorenni. Trovo diseducativo e comodo il rapporto che troppe mamme hanno col mezzo, la usano come una baby sitter a basso prezzo, ma trovo violento impedire ad un bambino di guardare per il giusto tempo dei programmi adatti a lui; per completezza dirò che trovo sconsiderata l'abitutdine di lasciar guardare ai bambini TUTTO ciò che guardano gli adulti. Il problema quindi a mio parere non è nel mezzo, ma nell'uso che se ne fa.
A Je_est ricordo che ho affermato che guardo solo poche e selezionate (da me, ovviamente) trasmissioni giornalistiche lasciando a rapidi zapping la visione d'insieme, siamo intorno alla mezz'ora di media al giorno, quindi figurati se mi stupisco se qualcuno non la guarda nemmeno per quella mezz'ora.
Quando affermo che attraverso la televisione si possono capire le masse (ommioddio che termine obsoleto!... va be', diciamo la ggente) non intendo dire che le si possa conoscere, ma capire. Guardando una trasmissione come "C'è posta per te", capisci quanta molta strada si debba ancora fare sul cammino della libertà, del gusto, della verità dei sentimenti... tutto questo lo capisci solo guardando quelle trasmissioni, pronto a spegnere ai primi conati di vomito; al supermercato conosci la ggente, attraverso i programmi televisivi di massimo ascolto conosci il loro gusto... e ne hai orrore.
Cercherò di essere chirurgico ed evitare di ledere organi vitali: a mio parere non avere un televisore in casa, laddove ci sono dei bambini, non equivale ad aiutarlo a fare delle scelte, ma equivale ad aver scelto per lui. Aiutarlo a fare delle scelte sarebbe "No! Tu queste porcherie non le guardi!", ma lasciarlo comunque libero di guardare ciò che è adatto a lui e fatto con professionalità; sarà lui, crescendo, a stabilire cosa guardare e cosa scartare.
E' la demonizzazione del mezzo (fondamentalismo) a lasciarmi perplesso non il fatto che si pensi che la quasi totalità di ciò che viene trasmesso sia pattume. Penso a quando giocavo a tennis ed amavo guardarlo in TV, senza TV non avrei potuto guardarlo; penso alle bellezze naturali e ai luoghi che ho conosciuto attraverso la TV, personalmente sono stato arricchito da quei documentari e credo avrebbero arricchito anche un bambino.
Al di là di questo resta il fatto che, piaccia o no, la televisione è un mezzo di comunicazione di massa e attraverso essa l'attuale classe dirigente (il berlusca in particolare) fonda il suo consenso: manipolazione delle masse o, se preferisci, della ggente. Io tutto questo lo voglio conoscere, ritengo debba far parte del bagaglio di conoscenze di una persona che voglia sentirsi calata nella società nella quale vive... come dire fammi vedere quei bastardi fino a che punto arrivano.
Io credo che per una televisione e più in generale per una informazione non asservita al potere valga la pena di scendere in piazza.
Una società nella quale l'informazione è asservita al potere non è una società libera.
... sono andato un po' fuori tema... le dita a volte corrono da sole...
Non voglio fare l'elogio della tv "di una volta", ché pure quella era asservita al potere e alla burocrazia, ma almeno si dava l'idea che bisognasse sapere fare delle cose e che le cose si potessero dire senza svelare le corna dell'interlocutore.