S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°530 pubblicato il 23 Giugno 2009 da erbavoglio_70
(Era già tutto previsto)
Dicembre 2009. Ormai a riempire la nostra casella e-mail non vi sono più i soliti je_este, aridipiu, binxus e ipolipidico, ma (aridipiu e) giornalisti vari. Ebbene sì. Non si parla d'altro. Le s_carogne, da Bari, sono il nuovo caso letterario. Alla faccia di Carofiglio che non ha creduto in loro. Pare che un manipolo di sfigati che dopo anni non sono riusciti ancora a pubblicare il loro sedicente romanzo si siano riuniti e abbiano chiesto all'Editoria tutta di essere tutelati. Perché queste due sgallettate sì e noi no? (Ho capito, però, di grazia, perché lasciare invece pubblicare Buscaglia impunemente?) Memori della saggia citazione “Bene o male purché se ne parli” non si sono scomposte particolarmente, un po' per mancanza di tempo, un po' per motivi di onestà intellettuale. E va bene che questi non si sono sbattuti per anni con un blog, però un po' di ragione la hanno pure loro. Come dargli torto? Dice uno che si professa loro fan. (E ho detto tutto.) Ma torniamo a questi giorni di festa, con le lucine colorate e le bestemmie in coda per le vie del centro. Almeno i baresi e un gruppo eterogeneo di pseudointellettuali sparsi per lo stivale comprano copie della creatura a manciate (pare siano applicati incentivi del tipo prendi quattro e paghi due, gli altri li paga il marito di Erba pur di non sentirla inveire contro il Direttore e Sara) risolvendo con classe il problema del regalo all'ultimo minuto. Poiché le autrici hanno previdentemente parlato di ogni problematica esistente sulla terra, neanche fossero in campagna elettorale, si può star certi di incontrare il gusto di chiunque: dalla nonna alla nipotina, dal collega arrapato alla zia suora, dall'amica pariolina alla fricchettona del bar dell'angolo. Per Erba si tratta di un Natale diverso: per una volta, invece di preoccuparsi di spendere soldi, si prodiga per guadagnarli. Per Sara poco è cambiato: invece di chiedere prestiti, si limita a promettere restituzioni. Tutto passa, inutile dirlo, per il marketing, ma nonostante il Direttore abbia tentato di promettere alle due paradisi in terra, differenziati a seconda della interlocutrice, non è riuscito a convincerle ad accantonare l'idea dell'anonimato. (Chiunque abbia letto il libro sa bene che per ammettere di averlo scritto – anche solo in parte – occorre molto coraggio.) E così le interviste si svolgono in penombra, in una specie di confessionale, in località segreta, neanche stessimo al Maurizio Costanzo show ai tempi dei grandi pentiti. Ovviamente a svolgere lavori del genere sono destinati giornalisti neo-assunti, quelli - per intenderci- che devono fare la gavetta. Generalmente il malcapitato di turno tira un sospiro di sollievo quando realizza che il duo è composto realmente da due esseri di genere femminile incapaci di nuocere fisicamente a chicchessia (ad eccezione della propria sodale). Sara, pur nascosta da una specie di chador casereccio, non rinuncia a truccarsi come per le grandi occasioni: povera stella, è comunque sempre a caccia dato che il successo non ha rallentato il ticchettio del suo orologio biologico, e non si capacita del fatto di essere molto più bella al naturale. Erba, invece, indossa occhiali da sole enormi e tre piccole gocce di Chanel. Ha una bag di dimensioni spropositate accanto. FAQ: ovviamente sono le più ovvie, quelle alle quali non abbiamo tentato di dare risposta in precedenza, tacciandole di idiozia; neanche fossimo alla vigilia degli esami di maturità abbiamo cercato di non essere colte in fallo, studiando ogni autore o corrente a nostro avviso pertinente al nostro, ehm, romanzo, ma è chiaro che questi giovani esponenti della carta stampata hanno imparato il loro mestiere in anni in cui impera l'audience. Ciò che interessa davvero di noi non è quello che hanno scritto, ma quanto hanno peccato e, soprattutto, quanto intendono continuare a farlo.
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Il primo regionale, Parma-Vezzano, mi ha fatto ricredere sui regionali: aria condizionata e sedili comodi disposti come in un salotto, meglio di un Intercity.
Il secondo regionale, Vezzano-Pisa, mi ha fatto capire che sono stato frettoloso nel ricredermi sui regionali: niente aria condizionata, finestrini aperti per evitare l'eccessiva sudorazione, cura degli interni che mi sembrava di essere già a casa. L'unica nota positiva è stata che a Viareggio e salito un gruppo di colore; cinque donne (dico CINQUE) decidono di sedersi intorno a me; ne avevo adocchiata una carina... speriamo che si sieda lei accanto a me... niente! accanto a me si è seduta la più brutta.
Vestiti colorati e pelle nera. Per la mezz'ora che mi hanno fatto compagnia sono stato benissimo, era una gioia seguire i loro incomprensibili discorsi, mi sembrava di essere su un treno africano e che mi era stato concesso il lusso di sedere insieme a cinque donne. Non facevo altro che giuardarle mentre parlavano e mi emozionavo quando incrociavo lo sguardo della più carina.
Sono scese a Pisa con me.
Tre di loro raccolgono degli enormi fagotti se li issano sulla testa e camminano tenendoli in equilibrio senza reggerli con le mani... sono stato sul punto di commuovermi: era il modo di portare oggetti pesanti delle donne del paesi dell'avellinese, laddove sono le neti mio padre e mia madre. Mi vedo bambino guardare mia zia che come altre donne va alla fonte con la copella la riempie di acqua, se la issa sulla testa dove aveva posto uno straccio acciambellato e cammina scalza su per una salita fatta di pietra fino alla casa di mio nonno...
Il contrario sarebbe stato peggio.
... ommioddio, solo tre mesi e dovrò dire addio all'adolescenza...
Mi ha commosso quando ci ha raccontato che qualcuno ha fatto soldi con una cazzata radiofonica come Alcatraz... anni fa ascoltavo la radio per addormentarmi, capito su Alcatraz... trattasi di un attore radiofonico che rappresenta il personaggio di uno che morirà ad una data e ad un'ora precisa. Le cazzate adolescenziali che ho sentito raccontare durante quella trasmissione non le ho più sentite raccontare, neanche da adolescenti in vena di cazzate.
L'aspetto letteralmente agghiacciante di quella trasmissione era che venivano trasmesse le telefonate di persone VERE che parlavano con l'attore radiofonico come fosse una persona vera... roba da ricovero immediato in psichiatria. Le telefonate che venivano trasmesse probabilmente erano selezionate essendo tutte in linea con la filosofia di Alcatraz: era di rigore affinché si aspirasse alla messa in onda della telefonata sparare cazzate adolescenziali... probabilmente quella stessa gente popola oggi ciao.it e i più biechi meandri del web.
Con tutto questo è una vita che non leggo un post... non prometto nulla.
Carino, scorrevole, ironia leggera... mi è piaciuto!
Me ne mancano solo due per essere in pari... vedo se ce la faccio a leggere quello sulla radio.
'notte.
Anch'io immagino un "Natale in casa sgallettate" diverso dagli ultimi.
A quei giornalisti che chiederanno notizie dei commentatori storici voi, da brave sgallettate, rinnegherete la loro esistenza.
Questo nonostante il gallo, dopo le canoniche 3 volte (sara non star troppo a pensarci) rompendo i maroni per l'intera nottata vi stimolerà al lancio della Creatura.
Sperando di beccare il gallo