S_CAROGNE

The reader (seconda parte)

la prima parte

• Un giorno come un altro. Sarebbe stato così se non fosse arrivata Sophie a scuola. Tanto perfetta, e normale, da saper leggere.

• Michael torna dalla sua aguzzina. Mi hanno trattenuto. Oggi un racconto. La signora con il cagnolino.

• Un giorno dannatamente diverso. Di quelli che eventi inattesi e indesiderati rendono nodali. Hanna merita una promozione: la attende una gloriosa vita d'ufficio. Nel giorno del suo compleanno, Michael stoicamente rinuncia a giocare con Sophie per espletare il suo dovere. Ma leggere non equivale a produrre suoni. Occorre passione, e non solo a letto. Lei riconosce immediatamente i segnali della insubordinazione del ragazzo, che esulano dai suoi schemi. Vai via.

• Sa che è finita. Nessuno deve chiedere perdono. Guerra e pace. Lo lava, lo libera dalle impurità, fa le cose per bene, lei. Lo ama. Piange. Se una donna versa lacrime mentre fa l'amore qualcosa di irreparabile è accaduto.

• Ora vai. Torna dai tuoi amici.

• Lei pulisce ogni cosa e lascia la sua casa. Non ha molto; nessun libro da portare via.

• Lui torna nel loro luogo. Ma la casa è vuota (Dove sei andata Hanna?). Penelope non lo ha aspettato. Strano come si senta vicina una persona quando siamo persuasi che sia perduta per sempre. (Se la si ama, ovvio.)

• Lui torna a casa, rassegnato. Ora è pronto a vivere secondo gli schemi forse ancor più opprimenti di quelli della sua aguzzina. A distanza di anni il dolore risulterà attutito, ma ugualmente smisurato.

• 1966: lui è un ragazzo serio, sarà presto avvocato. Eh, sì. Si reca in tribunale, deve imparare. I suoi pensieri forse non riguardano Hanna, almeno di giorno, almeno quando è cosciente. Abbassa la testa. Ascolta la voce di una delle imputate. Alza lo sguardo e la vede. Lei ora ha 43 anni.

• Entrò come volontaria nelle SS. Cercavano sorveglianti. Lui è visibilmente sconvolto. Chi non lo sarebbe stato al suo posto? Lei esiste ancora. Se una lascia segni tangibili sulla tua pelle non bastano dieci giorni, ma a volte neppure otto anni per dimenticarla.

• Non fu solo sesso. Fu rivelazione, fu verità, fu amore. Non si è colpevoli senza intenzionalità.

• Il giudice le chiede Conosce quel libro? (Scritto da una sopravvissuta.) Sì. (Piccola bugia.)

• Sei sorveglianti. Ciascuna sceglieva ogni mese dieci prigioniere, condannandole a morte. (C'erano le nuove, non c'era spazio!) Lei lo ammette candidamente. Perché non avrebbe dovuto? Forse sarebbe stato meglio lasciare il suo precedente incarico? (Sembra quasi dire al giudice che, se qualcuno le avesse dato un consiglio per tempo, lei lo avrebbe ascoltato. Lei sa ascoltare.)

• Credo che lui provi a farsi riconoscere.

• Una testimone ricorda che Hanna era diversa dalle altre sorveglianti: lei sceglieva alcune giovani, le più deboli - apparendo ai loro occhi di prigioniere più umana - e ordinava di leggere per lei, ma poi inevitabilmente le cacciava. Lui ha un sussulto. Ha forse fatto così anche con lui?

• L'accusa è di omicidio. Trecento donne furono lasciate bruciare all'interno di una chiesa dove, durante una marcia, avevano trovato riparo. Un episodio scelto in mezzo a migliaia, perché una sopravvissuta aveva scritto un libro. Sei donne scelte come simboli.

(Continua)