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Sara
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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°607 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da delilah79
Bene, ci risiamo, come il cambio delle stagioni, come l’equinozio, come il caldo d’estate. Un altro giro, un altro dicembre, un altro Natale. Perfetto. Quest’anno la mia tattica era quella di combattere il nemico senza esserne sopraffatta: sono a letto con la febbre da tre giorni. La bambina della Bauli deve aver avuto la meglio sulle mie scarse difese immunitarie. “A Natale posso amare di più” guardando il soffitto e con un termometro sotto l’ascella, sinistra. Bello, comunque, tutto bello… il clima di festa, i clacson da ingorgo già alle sei del mattino, la neve (vera al Nord e finta, posticcia sparata sulle finestre per tristi, obsolete decorazioni al Sud), il freddo, l’albero, le luci, i babbi natale… I rumeni al citofono che trombano (leggere suonare la tromba) Jingle Bells, le cartoline della Caritas con i bambini mutilati che disegnano quadri con un pennello tra i denti. Bello, davvero natalizio. Tutto romantico, amorevole, “buono”, per gli altri. Un’inutile spreco di tempo e denaro, un’accelerazione forzata verso la morte eterna per me (ehm… Buon Natale, sì). Prima che il bacillo mi cogliesse sono anche riuscita a comprare i regali che, doverosamente più che spontaneamente, dispenserò ai cari parenti, in primis alla mia amata cuginetta MarySunDishes o faccia da televisore che dir si voglia, una bizzarra commistione tra essere umano e ferale. Da domani sera, infatti, virus permettendo, si aprirà la gioiosa danza delle feste natalizie con uno spreco di affettuosità non sentita, di effusioni mai desiderate (in andata come in ritorno) e di ovvietà che si ripetono puntuali. Bianco Natale. Spero solo che passi in fretta come tutti gli altri. La cara Zia Addolorata, da sempre gelosa delle sue cognatine amate, si prodigherà in racconti della sua infanzia (unica epoca della quale nessuno è testimone e che pertanto può essere arricchita con succulenti quanto noiosi ed inverosimili dettagli). La altrettanto cara Zia Rosaria, non da meno nel primato matrilineare, risponderà a colpi di ricette della bisnonna che lei e solo lei avrà amorevolmente conservato e delle quali, pertanto, è l’unica, incontrastabile, detentrice. La madre-matrona, annuirà placida e serafica fino al fatidico momento in cui con una sola e secca battuta farà calare il gelo sulla tavola. Gli uomini impassibili e intontiti da lunghi anni di matrimonio con le tre arpie rimarranno per giorni chini sui piatti che verranno loro riempiti di sbobba decorata a festa. Noi, “i ragazzi”, sempre piccoli, sempre all’angolo destro del tavolo, “quello dei bambini”, noi ormai trentenni, precari, predestinati, presunti, coglieremo tutte le occasioni possibili per alzarci dal natalizio desco per distrarre le nostre menti già sopraffatte dalla quotidianità feriale e per nulla pronte a quella festiva. Con questo spirito allegro e festante, mi preparo a far nascere per la trentesima volta ‘sto cazzo di Bambinello di plastica smozzicata dagli inverni! A questo giro, però, avendo avuto tre giorni di nulla suino in cui poter pensare, ho la new entry di fine anno. Me l’ha suggerita una cara quanto patologica amica con la quale mi lamentavo 2009 appena trascorso. “Fai in questo modo: prendi un foglio e dividilo a metà. Su un lato metti le cose belle di quest’anno. Sull’altro le brutte. Sul lato delle belle metti anche i buoni propositi per l’anno nuovo. Poi, tra un anno vedrai quello che sei riuscita a realizzare.”. “Sì, ok, ma lo scopo nell’immediato quale sarebbe?”, “Non c’è. Mica ci deve essere sempre uno scopo!”. Ottimo, convinta, mica ci deve essere sempre uno scopo, mica. Inutilità in più, inutilità in meno, eccomi con davanti la mia listarella di cose belle e brutte e di buoni propositi per l’anno nuovo. Tante cose sono cambiate e praticamente nessuna. Non ho fatto l’attività fisica che mi ero ripromessa di fare (e che continuo a ripromettermi di fare ogni lunedì). Il mio fisico, pertanto, non se ne è giovato, ma il mio deretano continua a piacere, vado avanti fino all’indicazione FORZA DI GRAVITA’SEMPRE DRITTI. Ho continuato il mio lavoro intossicante, nervoso, castrante, a diretto contatto con scorie umane, prima cagione della mia attuale suina. La novità è che quest’anno hanno iniziato ad elemosinarmi uno stipendio che però spendo per loro, i Baroni, e vabbè, non si può pretendere troppo. Non ho imparato a parlare francese, spagnolo o tedesco come desideravo ed ho persino dovuto mollare il corso d’inglese. Ho letto. Continuo ad essere single, ma non avevo grosse aspettative di cambiamento, pertanto non mi lamento. Spero se non altro di essere una donna single più appetibile di un anno fa, è già qualcosa. Al dunque, quindi, e per sintesi: Detto ciò, cari ed arguti lettori, stimandovi almeno una punta intelligenti e, quasi tutto il resto, malati di mente almeno quanto me se siete qui a leggere questo blog, vi auguro Buon Natale e Buon 2010 (ricco di sfighe tanto quanto il mio 2009... un po' per uno). Ammesso, poi, che voi resistiate e superiate indenni questo supplizio fatevi un favore: cambiate blog! P.S.: Tanti, tanti, tanti cari auguri, Bestia malefica. P.P.S.: Auguri, Erba. Che tu sia sempre lodata. (Si noterà la differenza?)
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La Sciura (?) Sara
Fai in modo di non essere a Lecce il giorno in cui io decido di venire a mangiare le cozze di ipo da te.
Dalle alpi alle piramidi e da Mola (di bari) al mercato di Japigia (noto quartiere IN).
Dopo aver acquistato i più svariati prodotti di mare freschi, congelati, decongelati e nuovamente ricongelati stasera, controllando il tutto mi sono accorto che mancavano le COZZE.
Mi scuso con Xileo, sara e deli.
Alle prime luci dell'alba mi precipitero ad acquistarle sì ma.. PELOSE.
Mi intrigano di più.
Trovati in un cartone otto cuccioli abbandonati vicino un rondò non molto distante dalla tua zona operativa.
Non abbaiano..
Ululano...saraaaaaaa
Avevo già pensato di salire le scale e lasciare il cartone sull'uscio del tuo ufficio.
Un fiocco rosso ed una scritta...
BUON NATALE
L'auspicio per il 2010 è che "ella" non sia autodidatta ad intingere il pennello nel calamaio e che più che una novella ci sia un novello pittore che l'accompagni "realmente" dall'amica ginecologa.
Buongiorno!
Indi sei tu l'esperta.
M'è toccato venire in Emilia per avere uno straccio di connessione... maledetti, mi siete mancati, mi è mancato persino 4F... ma solo un pochino però.
... a più tardi, per ora...
A_U_G_U_R_I_!!!
Sono a Guastalla e sono appena rientrato da una passeggiata solitaria in via Gonzaga (il corso); amo da sempre l'Emilia, un "sempre" che dura da venticinq'anni, da quando mio fratello vi si trasferì. Mi piace il ritmo degli emiliani, sfrenati come pochi quando c'è da far festa, tranquilli e sereni quando le circostanze richiedono pacatezza, civilissimi sempre. L'Italia dovrebbe prendere ad esempio l'Emilia.
AUGURI E GRAZIE
Ale
Deliluccia vostra non gravida!
P.S.: Panglos, maledetto a te, anche di Natale. Che minchia di fine facisti??? Cordialità.
In una piana di Betlemme, a pochi chilometri da Gerusalemme, una folla enorme si era assiepata nei pressi di una vecchia stalla per assistere alla nascita del re dei re.
Era consuetudine dell’epoca, tramandata fino ai giorni nostri, portar doni ad una persona “importante” perché, non si sa mai, una raccomandazione può sempre tornar utile.
Il bambinello, appena nato, scende dalla culla, si affaccia a guardare l’immensa folla e, dopo aver scrutato lo sguardo di ogni singolo individuo, con tono pacato dice loro: “tornate a casa”.
Quindi rientra socchiudendo leggermente l’uscio della stalla, lasciando uno spiraglio, quanto basta, per i pochi che han capito.
BUON NATALE, senza doni, a tutti gli amici del Blog.
Rileggi il mio commento "teologico" così apprezzerai meglio il mio cartone pieno di tanti cuccioli in cerca di amore.
A me lo ha promesso un paio di volte ma ho l'impressione che non si fidi molto a sentirmi abbarbicato alle sue spalle.
Se avessi potuto vendere tutti i "Bidoni" che allegramente mi ha elargito..
Oggi sarei un Capitalista.
Forse, e dico forse, ho capito.
Stai facendo gli straordinari al ristorante oppure hai dimenticato ove hai posteggiato il catorcio?