S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°628 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da delilah79
Lui ritiene di dover partire, all’estero. Ha cercato lavoro, come un matto, meglio forse sarebbe dire come un disperato, con la disperazione di chi vuole realizzarsi senza dover scendere a patti con la propria dignità, per avere quello che gli spetterebbe dopo un iter di studio ed impegno profuso, oltre che tasse profumatamente pagate. Il posto, qui non c’è o, se c’è, è sempre per pochi, tendenzialmente non meritevoli. Per i meritevoli, non spinti si ricorre ad impieghi di terza categoria. |
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Deli, non prendertela a male se ti dico ciò che mi passa per la testa: c'è chi sta peggio di te, la tua vita non è poi così malaccio. Hai trent'anni (la vita biologica e lavorativa si è allungata), uno stipendio all'università (pensi che se la passi meglio un dipendente di un'azienda privata o un metalmeccanico?), mi sembra di capire che sei in salute, vivi l'amore, studi ancora e sempre, nessuna porta chiusa a chiavistello. Di cosa ti lamenti? Te l'hanno mai messa una bomba sotto casa, Deli? Perché dalle mie parti anche questo succede. Ti scocci di dare spiegazioni agli studenti? E' un po' presto per darti delle arie, non trovi? Avrai tempo di diventare un prof stronza con la puzza sotto il naso intenta a sperperare i soldi dei contribuenti in cazzaprogetti da dipartimento pubblico. Vuoi una casa da arredare? Fino a qualche anno fa ci si faceva il culo per quarant'anni, e tutto per 80mq di mura grigie da lasciare ai propri figli. Sei capace di uno sguardo sereno, di analisi distaccata sulla società e sui tempi? La nostra generazione vuole tutto e subito.
No, non sono un vecchio babbione appassioato di filippiche del piffero, non intendo spiegare agli altri il mondo e dire come si campa. Sono incapace di dare consigli e sono una discreta testa di cazzo. Sono bravo a fare debiti (ma li pago, anche), mi piace il dettaglio, il superfluo, la finitura: campione di sperpero. Ma ne sono cosciente e non mi lamento mai troppo. Nessuno ci impone di avere l'automobile nuova, la motocicletta nuova, l'abito firmato, il cellulare all'ultimo grido e quintali di inutile tecnologia. Viaggi e weekend, centri benessere, sfizi che due generazioni fa si toglievano forse una sola volta nella vita. Come dici? I tempi sono cambiati? Te lo concedo. Ma allora vediamo di non piangere, eh! Ci saranno pure pro e contro in questa strana epoca.
E va bene che la ricerca in Italia ha qualche problema, ma non venitemi a fare la lagna dai dipartimenti delle università: il 90% della ricerca che producete e un lavoretto di taglio e cucito, copia-incolla, spazzatura per prendere soldi e giustificare qualcosa: roba da studentelli. Le menti forse ci sono, ma qui da noi bivaccano.
Non ci tengo proprio a fare l'antipatico, ma dico quello che penso: lì fuori c'è un mondo vero dove non ti puoi fermare nemmeno per lamentarti. Il fatto è che nel passaggio da studente ad assistente/ricercatore si pensa di avere il diritto di "fare come quelli": forse a qualcuno brucia il sedere a pensare a quanto poco combinano i senatori, alle lezioni che non fanno, le spiegazioni che non danno, i lavori fatti invero da altri, i viaggi scroccati, le consulenze inventate da comuni e regioni.. me ne rendo conto. Sarebbe più onesto dire: "Ne ho le palle piene di fare più o meno il mio dovere: voglio saltare la barricata, andare dall'altra parte.. bisogna adeguarsi". E poi quell'osservazione sul posto, per quanto veritiera, spiega anche quale sia il credo sottostante. No, non voglio litigare (e perché, poi?). Ma i concorsi all'università, tesoro, sono truccati, anche i vostri: il compitino ve lo danno prima, basta entrare nelle grazie del prof di turno, quello che ha il diritto di sistemare qualcuno nell'ultima infornata di posti precari. E poi, se siete bravi, verrà il turno vostro nell'infornata di posti fissi. Da giovane vecchio democratico liberale laico non pappone, se permetti, dico che al limite dovrei lamentarmi io.
P.S. La seconda persona nel commento è funzionale alla comunicazione: non v'è alcun riferimento al tuo caso, che non conosco e comunque non giudicherei.
Per il resto, per gli altri, capisco che è un post "particolare", che è fuori dal contesto recente di frizzi e lazzi, così come di rimembranze o momenti catartici, ma tanto è, capita d'essere di malumore. In quei casi meglio forse sarebbe non scrivere!
Oh, Benedetta, Grazie! ;)
Al tuo umore ci pensa lui.
Quello che nessuno ha il coraggio di ammettere è che è un problema culturale e la cultura la cambi solo dopo l'impegno costante di almeno due generazioni, la prima ne fa erudizione e la offre alla seconda, per la seconda sarà cultura.
L'Italia è così da sempre una sfumatura di malcostume grigio al nord sempre più nero via via che ci si sposta verso il sud (parlo da persona che ha pianto nel lasciare la sua Napoli). E' l'Italia del nepotismo, è l'Italia dell'amico dell'amico, è l'Italia che ignora il significato del termine meritocrazia. Siamo alla frutta perché siamo in piena e irreversibile epoca globalizzata, oggi in occidente senza cultura non vendi neanche un fascio di broccoletti. I lavori che non necessitano di know how, quelli di bassa manovalanza, sono finiti, sono stati divorati da Paesi più produttivi o semplicemente più disperati del nostro.
Il danno che fa la mancanza di cultura e l'assenza di meritocrazia è profondo, strutturale, viscerale... è come costruire la struttura portante di un grattacielo con calce fatta di sabbia e senza cemento, crolla dopo aver eretto tre piani.
Il nepotismo blocca l'evoluzione meritocratica verso l'alto, i danni si riversano su chi accede alle strutture preposte a fare cultura: la scuola e l'Università.
La preparazione che offre la nostra Università di base è assolutamente insufficiente a generare un ceto colto che possa far avanzare il Paese.
L'importanza che ha oggi la conoscenza in contrapposizione al pezzo di carta è stata compresa da Paesi come l'India... fino a pochi anni fa, meno di due decenni, quando si pensava all'India si pensava alla povertà, alla miseria; oggi si pensa ad una Nazione che ha creato una struttura formativa che è più appetita a livello internazionale delle mitiche università americane.
Io non vedo soluzioni al macello che c'è in giro; ma davvero c'è qualcuno che pensa che una fabbrica che ha chiuso in Italia riaprirà con la ripresa? La ripresa in un sistema globalizzato porterà all'apertura di quella stessa fabbrica in un Paese con basso costo della manodopera.
Io la vedo nera, non credo di essere pessimista se dico... so' cazzi amari!!!
P.S. Ricambio il saluto a Benedetta... quando manchi per un po'... manchi.
Alcuni secoli fa c'era chi profetizzava la distruzione dell'economia locale conseguente all'abbattimento delle mura cittadine. La possibilità di accorciare le distanze (fisiche e non) e abbattere le barriere (fisiche, culturali, linguistiche, religiose) venivano viste come una minaccia, mentre la storia testimonia che la nostra vita è migliorata grazie all'incremento degli scambi economici e culturali.
L'Italia è un paese ricco, non può pensare di competere in mercati e settori in cui le performance economico-produttive sono influenzate dal costo della manodopera (e in parte dei servizi). L'Italia deve produrre beni di lusso, tecnologia di alto livello, servizi avanzati. In una parola: eccellenza. La vergogna è che facciamo cucire le borse in pelle da duemila euro a cinesi, clandestini in Italia, in un sottotetto, senza garanzie di lavoro (igiene, sicurezza, contributi previdenziali), minando la concorrenza (per disparità di condizioni) e togliendo un'opportunità di lavoro ad imprenditori sul nostro territorio. Quello dovrebbe essere un prodotto di eccellenza, in cui il prezzo (definito non da domanda e offerta, ma praticamente solo dall'offerta) consentirebbe di impiegare manodopera specializzata.
Più avanti affermi esattamente quel che affermavo io parlando di cultura: i Paesi occidentali se vogliono mantenere il tenore di vita che fin qui hanno avuto devono spostare la loro produzione verso prodotti con elevato contenuto di conoscenza, per fare ciò è necessaria la cultura secondo il suo significato più vasto.
Un post sul sociale, in questa gabbia di matti pensanti.
La Sara, in merito, ironica ed autoironica.
Erba precisa ed a volte poetica nel dipanare la matassa.
Deli.. NUDA e cruda (beata gioventù) .
Belli e reali i commenti di France e Panglos impregnati di pessimismo che approvo in toto.
Unico spiraglio per gli anni a venire… la cultura.
Quella cultura di cui sei parte.
Quando allora tuo figlio andrà a bussare all’assistente di turno (magari precaria) chiederà delle risposte, per il suo futuro che, forse, sarà più nero del nostro.
Faccio fatica a pagare le tasse universitarie ma, ti assicuro, spero che ciò sia importante per lei, per la sua crescita. (non solo culturale).
Avere passione per il proprio lavoro è già di per se una grande fortuna, stimolo ed incentivo per leggere mensilmente la sempre più magra busta paga.
Erbuccia, cara, restano confermati i programmi? (Buona la panna cotta... con caramello?)
E inutile, sono fuori dai giochi mediatici... io sono contento così!
A proposito: ma che fine ha fatto Mr. Link alias Anonimuccio?
Pensavo che stesse cenando con altro OBAMA..
From the other side of the world.
1. Le cene con gli amici
2. Puntare sull'ambiente a partire dal riciclaggio
3. L'economia nell'era delle nuove tecnologie
4. La meritocrazia prima di tutto
5. Il tempo è galantuomo
6. Ricordarsi di chi non c'è più
C'è di che essere ottimisti. A me basta leggere cosa accade nel mondo al mattino per sorridere. Ma tu non disperare, Terry, perché le cose vanno ancora meglio di quanto sembra: queste erano solo pillole di felicità, c'è tanto altro per cui gioire..
Avrei voluto scrivere un commento con tanti link carini per la mia amica Terremoto, ma la connessione me l'ha impedito. Farò un contratto con Fastweb, così navigherò tanto veloce in rete (e pure un paio di società fittizie per frodare qualche euro agli sciocchi contribuenti).
Allegriaaaaa..!
Vota Sara: come stratega puoi migliorare, qui la Nostra ha già qualche voto, dovresti aggredire altre platee (e non sarebbe male se lo facessi sponsorizzando il libro di imminente pubblicazione).
Alle prossime elezioni vota Di Girolamo, uno dei senatori più onesti che mai abbiano seduto in parlamento.
By Silvio Il Berlusca
... perdonami, sono un vecchio porco...
Il tutto accompagnato da centonovanta grammi di pane toscano... per l'innocente visitatore che nulla dovesse sapere dirò che per chi ama Sua Maestà Il Pane e non è nativo della toscana il pane toscano equivale ad un quotidiano supplizio divino (credo sia previsto uno sconto di pena in purgatorio) essendo esso, il pane toscano, privo di sale.
Vado...