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Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Post n°657 pubblicato il 18 Maggio 2010 da erbavoglio_70
(I love mankind; it's people I can't stand.)
Non mi piace Facebook. I miei amici di scuola, di campeggio, di catechismo restino comodamente lì dove sono. All'estero, a Milano o a due isolati da casa mia. Se ci incontreremo facendo la fila alla Coop o passeggiando per via Sparano, li saluterò per prima, anche se probabilmente risulterà imbarazzante per alcuni mostrare una impietosa calvizie o un look decisamente poco consono a un quarantenne. A voler essere ottimisti, tra cent'anni saremo morti tutti e questa smania di incontrarsi, inversamente proporzionale al tempo che ci resta, in tutta onestà mi intristisce. Non voglio contare quanti ho conosciuto. Ho pochi rimpianti, perché a parte poche eccezioni, delle quali mi sono fatta una ragione, frequento quelli che sono amici, al di là di una foto, che ricordano il giorno del tuo compleanno senza aiuti, che se desiderano sapere cosa tu stia facendo passano da te o compongono il tuo numero. Soprattutto, non usano faccine. Del ragazzo taciturno seduto per cinque anni in terza fila vicino alla finestra serbo un ricordo calmo, sereno. Perché anelare ad incontrarlo? Forse per scoprirlo imbolsito, arrogante, con un grande conto in banca e uno smisurato ego? E poi, dubito che dopo una adolescenza mediocre si abbiano molte possibilità di redenzione. Sono cresciuta e ora maturo, probabilmente invecchierò, con un gruppo piuttosto compatto spiritualmente, sia pur estremamente eterogeneo, composto di artisti-scienziati-avvocati-cassiere e casalinghe, chi single chi con prole, chi con il piercing chi con la Prada, chi con la bici chi con la Porsche. Ci accomunano i ricordi, certo, ma soprattutto la piacevolezza di serate che trascorriamo senza annoiarci, ed è già tardi. (Se vuoi, dormi da me.) Poi, negli ultimi anni, ho stretto rare amicizie, rese solide da una forte condivisione, dal fascinoso uso della parola, dal senso di appartenenza ad una stessa realtà, dalla sensazione di conoscersi da assai più di quarant'anni. Non ho conservato la sana follia di un tempo, è vero: piuttosto, gli anni l'hanno convertita in perversa normalità. Mediamente, la gente che mi piace appartiene alla fortunata generazione a cavallo tra la Polaroid e il digitale, la stessa che ha consapevolmente vinto due coppe del mondo, che è nata quando l'aborto e il divorzio erano tabù e per cui Aldo Moro non è solo il nome di una piazza. Poiché gli anni passano e il peso dei cicchetti fino all'alba si fa sentire, sì da valutare seriamente la possibilità di iscriversi a un corso di yoga per contrastare il mal di schiena incipiente, e di andare in crociera o in un negozio di bomboniere proprio non se ne parla, questi strani esemplari del genere umano – che non disdegnano né i cuccioli d'uomo né i rapporti stabili – approfittano entusiasticamente della pausa pranzo per mettere a frutto i dubbi nati nelle proprie teste nei mitici anni '80, ascoltando musica e leggendo controvoglia manuali di filosofia. E così, tra un cambio di pannolini, una visita dal dentista e una riunione di condominio, riescono a confrontarsi – non sempre pacificamente – su argomenti più o meno oziosi. Aleggia latente nei loro cuori un nichilismo di fondo, quasi sempre però messo a tappeto dal genuino stupore dinanzi alle buone cose, non sempre di pessimo gusto.
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Recentemente ho rivisto quella che, al liceo, era per me una fata, una visione..
Portava seco un pargolo che la chiamava .. nonna.
Un vero trauma per me..
Di botto mi vengono subito in mente Panglos e xileo..
L'Erba pensiero qui è black and white, non ci sono vie di mezzo. E invece io credo a prospettive e sfumature. Il ragazzo taciturno seduto per cinque anni in terza fila vicino alla finestra potrebbe piacerti, e anche la moglie, e potrebbero piacere a tuo marito (non la moglie, ti auguro). I vostri figli potrebbero diventare amici. Perché crearsi un recinto?
Mio nipote si accorda per uscire con gli amici su Facebook: sanno tutto, se c'è una festa la voce gira in fretta. Parlano di continuo con gli amici che hanno conosciuto in vacanza, veri e propri rapporti epistolari, sgrammaticati quanto vuoi, ma che rinsaldano un'amicizia (che non cessa!), al punto che si accordano ogni anno per vedersi in qualche posto.
Questo per dire che i social network sono uno strumento, né buono né cattivo, ognuno ne fa l'uso che crede.
Su una cosa ti do ragione, Erba: il turbinio di faccine alla lunga stanca. Perché rinunciare a tutte, però? Dietro ad alcune ci potrebbe essere una persona. Venire da te o alzare il telefono? Certo, si può. Ma anche una mail a volte fa comodo: non sei costretta ad aprire la porta né a rispondere immediatamente, è un po' come ricevere una lettera. Potrebbe persino essere romantico.
FaceBook è nato con buone intenzioni, come tutti i social network ed ha finito per diventare pattume. L'idea di sapere ancora in vita una persona importante del passato è sana e legittima; purtoppo su FaceBook si sono affacciate le masse... dispiace doverlo dire, ma laddove c'è la massa c'è la mediocrità. Se vai su una qualunque scheda trovi persone che hanno valanghe di amici ossia legano il proprio nick al nick di gente che talvolta nemmeno esiste.
Mantenere i contatti privileginado FaceBook al telefono o al citofono è di una tristezza infinita.
Panglos, ho esordito parlando del libro delle facce, questo suggerisce quanto scarsa sia la mia propensione all'utilizzo dello strumento. Del resto non è mistero che al mio posto ci sia un nick qualunque. Mi rifiuto di credere, però, che tutto ciò che è passato sia migliore del presente e del futuro. Non voglio invecchiare ripetendo come un rimbecillito nostalgico "ai miei tempi..". Rovinerà tutto, dicevano lo stesso del grammofono. Dovremo pure salvare qualcosa, no? Ciò che conta è che possiamo scegliere se e come utilizzarlo.
Nessuno di loro si è fatto vivo e nessuno di loro pare essersi iscritto a FaceBook. E' finita che mi ha contattato solo un compagno del liceo pisano, stranamente quello che allora mi sembrava il meno peggio; siamo FaceBook-amici... probabilmente ancora per poco, non gli ho mai scritto e mai avrei risposto ad un suo messaggio... sono ancora vivo questo è il senso del mio stare su FaceBook.
Il sistema continua a propormi amici del liceo, persone che non sopportavo quando eravamo ragazzi e che immagino non sopporterei ora che siamo più che adulti...
i resta il ricordo di una seduta col Dottor Stermann, l'argomento era riallacciare i fili spezzati del passato... mi disse Ora che andrà a Napoli magari potrà contattare quei vecchi amici...erano passati ventisei anni.
Gli risposi quello che pensavo da molti anni ormai...
Quel passato è chiuso, non avrebbe senso contattare quelle persone, oggi sono peggio di estranei che incontri per la prima volta. Di una nuova conoscenza non sai nulla e la vivi come nuova. Una persona che hai amato in una vita precedente credi di conoscerla e ti relazioni come se tu la conoscessi; in realtà entrambi siete stati cambiati dal tempo e nulla sapete l'uno dell'altro. Pochi minuti basterebero per desiderare di scappar via. Il Dottor Stermann accennò annuendo la sua approvazione...
spero possiate arrivare in ritardo.
ah ah ah
ma cosa vado a pensare...
Una chicca domestica, per la serie TV Colazione in Casa_France:
France: "Mamma, hai trovato quel jeans nuovo-mai-messo che ho poggiato tre mesi fa, ancora nella busta del negozio, sul divano del soggiorno e che ti ho chiesto quindici giorni or sono?"
Mammafrance: "Non darmi fretta, devo averlo messo in garage, l'ho tolto.. tu lasci tutto in mezzo!"
Papàfrance: "Non so quante volte ho sentito questa storia!"
France: "Una sola, papà, due settimane fa."
Mammafrance: "Sì, una volta, ma mi metti l'ansia! L'avrò perso.."
France: "Come perso?.."
Papàfrance (come fosse una cosa normale): "Non le mettere ansia, l'avrà perso."
Buondì.
Espe, se Sara cucina faccio qualunque cosa. Niente è come sembra, ma vale la pena scoprirlo con le proprie forze.
Testa di cazzo, quand'è che imparerai a scrivere in un italiano appena appena passabile?!
France... nostalgico dei bei tempi andati... lo dici a tuo nonno!!!
[con riferimento alla tua delirante interpretazione del mio commento su FaceBook]
Magari poi ti chiarisco le idee... solo che mi toccherà postare e stasera non posso... stasera arriva Claudio!!!
Comunicazione di servizio: la locandina m'è servita a poco, non ha senso inserirla sul sito essendo lo stesso interamente dedicato al libro... problemi di ridondanza.