S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
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Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Un bel gioco dura poco.
A pensarci bene anche uno così così.
Solo i giochi brutti non ne vogliono sapere mai di finire.
C'è chi, per diletto, si traveste. Indossa i panni di qualcun altro. O quelli di nessuno.
La sottoscritta, per far l'originale a tutti i costi e non smentire così le presuntuose profezie materne, ha preferito liberarsi dei suoi e basta, tirando via anche un bello strato di pelle per mettersi in mostra dall'interno, esporsi nuda e vulnerabile (nonché sanguinolenta, brrr) ma pur sempre mascherata agli occhi di tutti, rendersi irriconoscibile senza indossare nulla. Tastare, impalpabile, il polso altrui e il proprio contemporaneamente, provocare reazioni più o meno inattese, osservare la propria reazione a quelle altrui.
E' stato divertente. Diciamo così.
Diciamo che interpretare un personaggio ambiguo può essere appassionante, se sei tagliato per la recitazione, ma se scavando dentro di te alla ricerca di un intrigante nocciolo nero al massimo trovi qualche scoria grigio topo e rotolini di polvere trascurata, finisce che giri i pollici intorno a se stessi e ti ritrovi al punto di partenza con un bilancio soddisfazione-insofferenza lievemente in rosso.
Magia dei colori.
L'idea di un abito da femme fatale era attraente. L'ho provato. Devo dire che mi stava anche bene, se riuscivo a stare ferma e non cedere alla tentazione di esibirmi nella passeggiata con i tacchi che non ho mai imparato a fare. Gli occhi però non riescono a mentire a lungo, pur non visti si intuiscono, va a finire che inciampano e la donna del mistero finisce a gambe all'aria, ritrovandosi in un ruolo buffo che le è senz'altro più congeniale.
Ognuno ha il suo travaglio interiore, c'è chi ne ha addirittura tre o quattro, e li cura e li accudisce amorevolmente per mantenerli sempre freschi e dolorosi al punto giusto. Citerei...ehm...una persona a caso, ma temo ritorsioni, quindi taccio.
Il mio, di travaglio, non è poi così interessante. Un paio di capriole e ha finito per addormentarsi sul tappeto.
Pur amando molto gli scherzi credo di non essere tagliata per portare avanti a lungo una relazione parallela con me stessa. Il fatto di non riuscire a dimenticare che dietro ogni nick e ogni anonimo o gruppo variabile di anonimi esistono persone in carne ed ossa, dopo un po' trasforma il gioco innocente in inganno, lo rende pesante e per una come me, che vuole passare lieve (possibilmente salterellando), detesta la fatica e tende a combinare guai, troppo complicato da gestire. Basti dire che son scivolata su un compleanno.
Restituisco pertanto la penna e il foglio a chi me li ha gentilmente prestati, ringrazio con un inchino (a dita incrociate dietro la schiena) la generosa padrona di casa per avermi costret invitata a stare un po' da lei, e, prima che mi rifili qualche ricettina delle sue, scappo a rivestire queste povere ossa intirizzite dell'unica pelle possibile.
Per i tre che non lo avessero ancora capito: c'est moi!!
Erba
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