S_CAROGNE

"Come è triste Tavulia" (parafrasando Anznavour. Ebbene si anche i ricchi piangono o a volte anche gli "arrichiti" piangono. In tutta questa storia che non può che famri piagere leggendo la lunga lista di beniaminini di un pubblico di lavoratori e disoccupati, che osanno ciò che loro non hanno il lusso di poter fare, ovvero evadere copiosamente le tasse, perchè come dice Sara "per evadere bisogna avere e se io non ho non evado", sono rimasto folgorato dal viso del Direttore dell'Ufficio Imposte di Pesaro e Urbino, competente per quella Tavulia che parla Romagnolo, ma che poggia in terre di Marche. Il viso di quest'uomo, fedele funzionario dello Stato, era perentorio, quanto ceruleo (e pur vive in una citta di mare)e nei suoi occhi brillava quel fondo viperino di chi si gode il mopmento di notorietà televisivo per aver colto il centro. Mi chiedo cissa quale invida costui ha suscitato nei suoi colleghi che cospargono di autovelox le strade del Montefeltro per finanziare i loro comuni, con gli emuli del rosso centauro e chissa quale livore nel suo collega di Rimini, il cui comune di Tavulia ha promosso referendum per sfrancarsi dalle Marche e traseferirsi in terra di Romagna, affinchè la gente smetta di dire che quelli di Tavulia e dintorni parlano il "marcagnolo". Il dolore del collega di Rimini che prima che lo Stato registri il traseferimento il collega pesarese gli ha anticipato il colpo della cariera. Morale: A valentino proporrei la segregazione in quella Rocca che sormonta San Leo, a studiarsi il Cagliostro e la funzionario il trasferimento in quel di Gradara e rileggersi Dante e a noi, la speranza una Guardia di Finanza, normale e non "speciale" ne pizzichi un po di più di furbi e furbetti così.