S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umore |
Sara
AREA PERSONALE
Vecchio Paz
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...
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Non tutti gli eventi della vita post trenta sono controllabili. E non parlo solo di gravidanze indesiderate o di licenziamenti. Conducevo una vita tranquilla e routinaria, alternando una ninna nanna a un giro per negozi, un buon libro a una riunione di lavoro, un film a una cena con amici.
Poi, come sapete, mi è capitato di far fortuna parlando di mutande stirate. Sì, proprio così. I miei santi cazzi quotidiani sono diventati oggetto di interesse, di discussione e di scazzo per perfetti sconosciuti. Merito di sara_1971.
Questo interessante esemplare di femmina ha pensato, dopo anni in cui mi concedeva solo vaghe prove della sua esistenza in vita, di propormi un blog a quattro mani, memore della mia ossessione per i diari. Con l'avvento di Sara ho cambiato prospettiva, ho sostituito il ferro da stiro con la penna, ho ripercorso le pagine del diario del terzo liceo. Alla mia strenua resistenza, fondata sui concetti: i diari sono personali, ho un marito, due figli e un lavoro (leggi: non ho tempo e non ho argomenti stimolanti), ho un computer obsoleto, lei ha nell'ordine risposto: avrai comunque una password, scrivi esattamente della tua vita (leggi: scrivendo almeno evaderai dalla tua penosa routine e credi che gli altri vivano una favola?), meglio: così invece di cazzeggiare navigando e chattando userai solo Word. Ed ecco che mi sono presentata agli internauti semplicemente per quello che sono: una che pensava di spaccare il mondo e invece si spacca i coglioni, una che pensava di usare una scatoletta acquistata in Marocco come porta incenso e invece la usa come porta pillole contro l’ansia, una che vive diligentemente una vita adulta, ma che non ha dimenticato il fascino della parola sehnsucht.
Scrivere su un blog è di gran lunga più facile che scrivere su un diario personale. Non si ha l'obbligo di essere sinceri, non si travasano i sentimenti senza prima averli sapientemente setacciati, non ci si sente soli. In alcuni casi, si riesce anche a vedere la propria immagine deformata sul monitor e a convincersi che sia quella vera.
Il mio quotidiano, le mie buone cose di pessimo gusto, i miei fantasmi, diventano post, diligentemente catalogati in rubriche, e fanno meno paura.
Ora, questa è solo la seconda parte della storia. Sì, perché per la verità tutto ha avuto inizio nel novembre 2006... Lei non ricorda, io sì: prendiamo un caffè al volo insieme e...
E- Senti, per risparmiare potremmo usare Skype, ogni tanto.
S- Ti brillano gli occhi, vuol dire che ti piace scrivere.
E- Sare', che cazzo dici?
S- Scrivimi un pezzo entro domani mattina.
E- Bella, un pezzo? Ma stai bene? Guardami: sono E-R-B-A!
S- Esatto, tutti 9 in Italiano. Vediamo come scrivi un pezzo. Tema libero.
E- Lo farò in nome dei vecchi tempi, ma inizi a preoccuparmi...
Un giorno dopo
sms di Sara a Erba: Troia cara, io e te scriveremo un libro.
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Erba
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